Teatro La ribalta di legno
«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».
Dahlberg sosteneva che, agli scrittori che diventano ‘icone’, capita quasi sempre di trasformarsi in astrazioni e, in quanto tali, di essere privati della capacità di una comunicazione reale con i lettori. Nemmeno Dostoevskij sembra si sia potuto sottrarre dalla maledizione che Wallace ha definito “il bacio della morte per uno scrittore”. Nel momento in cui si introduce uno scrittore ad un potenziale lettore definendolo un ‘grande classico’, ecco che si abbassa un’ammirata e rispettosissima serranda tra i due che rimanda il momento del vero incontro. Forse l’unico ad essere immune al sortilegio è proprio Kafka, che è, sì, un grande e pure un classico, ma quando si pensa a lui non si avverte mai quella confusa sensazione di timore reverenziale e pesantezza alla bocca dello stomaco.
- Amerika
- franz kafka
- Fausto Malcovati
- Maurizio Scaparro
- Ugo Maria Morosi
- Giovanni Anzaldo
- Carla Ferraro
- Giovanni Serratore
- Matteo Mauriello
- Scott Joplin
- Alessandro Panattieri
- Andy Bartolucci
- Simone Salza
- Emanuele Luzzati
- Francesco Bottai
- Lorenzo Cutùli
- Compagnia Gli Ipocriti
- Fondazione Teatro della Pergola di Firenze
- Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa
- letteratura e teatro
- letteratura europea
- adattamento teatrale
- David Foster Wallace
- Grazia Laderchi
- Il Pickwick
(tre scene).
Primo atto. Irina – “uccellino mio bianco” – festeggia l’onomastico, sorridendo e saltellando come una bimba che ha appena ricevuto in dono i giocattoli. È mezzogiorno, fuori c’è il sole, in casa suona allegra la musica, le conversazioni producono risate mentre nel salone, il rumore dei piatti e dei bicchieri, dice che si sta apparecchiando la tavola per la colazione.
- Tre sorelle
- Anton Čechov
- Alexsey Grishin
- Natalia Vdovina
- Larisa Kuznetsova
- Yulia Vysotskaya
- Galina Bob
- Alexander Brobovsky
- Alexander Domogarov
- Pavel Derevyanko
- Vitaly Kishchenko
- Vladas Bagdonas
- Vladislav Bokonin
- Evgeny Ratkov
- Vladimir Goryushin
- Irina Kartasheva
- Ramune Khodorkaite
- Elena Lobanova
- Alexander Pavlov
- Andrei Konchalovsky
- Rustam Khamdamov
- Andrei Izotov
- Lubov Skorina
- Teatro Accademico Statale Mossovet
- Elena Lapina
- teatro mercadante
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Lo Zio Vanja di Konchalovsky è tradizionalmente contemporaneo: il regista, infatti, incastona l’interpretazione verista in una cornice metateatrale per cui piena partecipazione al ruolo e sosta laterale visibile (in attesa di guadagnare il centro della scena) si alternano di continuo; prevede un palco sul palco elevando perciò alla seconda il livello di finzione; fa della parete di fondo uno schermo su cui proiettare grandi immagini che rimandano all'autore prima ed alle vie trafficate di Mosca poi; propone il cambio scenografico a sipario aperto; concede un protagonismo apparente ai servi d'assito; allude poeticamente ad una fantasmatica dama bianca che sembra un angelo della vita possibile ma che è, anche, una metafora della nostalgia, della poesia, della mancanza (basterebbe pensare che penetra lo spettacolo e tocca la testa di zio Vanja, ispirandogli la consapevolezza che gli mancava); fonde il naturalismo dell’oggettistica (quasi un ritorno allo Stanislavskij che accumulava ciarpame) con l’assenza di pareti casalinghe, collocando il gran bazar russo all’interno di uno spazio neutro ed oscuro.
- Zio Vanja
- Anton Čechov
- Andrei Konchalovsky
- Vladas Bagdonas
- Natalia Vdovina
- Yulia Vysotskaya
- Irina Kartasheva
- Pavel Derevyanko
- Aleksander Domogarov
- Alexsander Bobrovsky
- Larisa Kuznetsova
- Ramune Khodorkaite
- Eduard Artemiev
- Andrei Izotov
- Lubov Skorina
- Teatro Accademico Statale Mossovet
- teatro mercadante
- Napoli Teatro Festival Italia
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Clima da Festival, che vuol dire teatro gremito, gravido di aspettativa e temperatura torrida, da piena estate napoletana in un interno; l’interno è Galleria Toledo e l’aspettativa di un pubblico numeroso, che numerosamente agita programmi di sala a mo’ di ventaglio, è per Le ho mai raccontato del vento del Nord?, regia di Paolo Valerio, Chiara Caselli e Roberto Citran gli attori in scena.
- Le ho mai raccontato del vento del Nord?
- Daniel Glattauer
- Paolo Valerio
- Chiara Caselli
- Roberto Citran
- amore virtuale
- Andrea Cipriani
- Raffaella Rivi
- Antonio Panzuto
- Enrico Berardi
- Paola Degiuli
- Laboratorio Teatro Sociale Rovigo
- Fondazione Campania dei Festival
- Napoli Teatro Festival Italia
- Fondazione Atlantide
- Teatro Stabile Verona
- GAT
- galleria toledo
- Le variazioni enigmatiche
- Glauco Mauri
- Roberto Sturno
- ÉricEmmanuel Schmitt
- Michele Di Donato
- Il Pickwick
Qualcuno può prendere l’ascensore. Entrare, scegliere dove arrivare, premere un bottone e raggiungere la propria meta con facilità. Per altri c’è la fatica delle scale. Un gradino alla volta, aggrappati alla ringhiera o più liberi e disinvolti. Anche in questo caso si può scegliere dove arrivare ma qualcuno sale con sforzi enormi, a volte restando senza fiato o fermandosi di tanto in tanto in punti che si riescono a superare solo con l’aiuto di qualcun altro, arrivato da chissà dove. A volte si è costretti a ridiscendere e a tornare indietro e la discesa è sempre più facile della risalita. È la stessa natura del mondo ad attirarci giù e la lotta è sempre per andare verso l’alto.
- Mettersi nei panni degli altri
- Vestire gli ignudi
- Davide Iodice
- Luigi Del Prato
- Antonio Buono
- Davide Compagnone
- Luigi D'Aniello
- Maria Di Dato
- Giuseppe Del Giudice
- Pier Giuseppe Di Tanno
- Raffaella Gardon
- Ciro Leva
- Bruno Limoni
- Osvaldo Mazzeca
- Vincenza Pastore
- Peppe Scognamiglio
- Giovanni Villani
- Interno 5
- teatro stabile di napoli
- Ex Dormitorio Pubblico di Napoli
- senza fissa dimora
- teatrodanza
- Centro di Prima Accoglienza
- Napoli Teatro Festival Italia
- Sara Scamardella
- Il Pickwick
L’attrice entra indossando una maschera fatta di conchiglie e reggendo un candelabro. Sul palco vi sono candele, sassolini, specchi, conchiglie. Dagli altoparlanti esce il rumore del mare. Si toglie la maschera e si presenta: “Io sono Medea…”. Si toglie i monili e lo scialle. Rimane in sottoveste bianca, poi si lava le mani. E introduce la sua storia, confessando un senso di colpa per aver abbandonato la madre Idia nella lontana Colchide. D’un tratto una voce maschile ripete “traditrice”, mentre si diffonde una musica antica. E la narrazione si scioglie articolandosi in una dimensione emotiva che alterna la malinconia per l’illusione d’amore all’angoscia per le violenze subite, o di cui si è stato testimone. Che intervalla la sofferta rassegnazione della rievocazione alla lucidità del giudizio sulle dinamiche di potere degli uomini e degli dei. Alla fiera rivendicazione di una identità e volontà precise che non sono frutti della passione o del fato.
- Medea
- Christa Wolf
- Euripide
- Friedrich Dürrenmatt
- Pier Paolo Pasolini
- Laura Pagliara
- Fabio Pisano
- Ciro Zangaro
- Stefano Aloschi
- Olga Vivaldi
- Walter Pagliara
- Andrea Balsamo
- Antonio Natalino
- Adriana Monteriso
- Bianca Fenizia
- Giasone
- Vello d'Oro
- Colchide
- Corinto
- Glauce
- Merope
- Absirto
- Ifinoe
- infanticidio
- stregoneria
- matriarcato
- patriarcato
- Godot Art Bistrot
- avellino
- Io sono Medea
- Antonio Cataldo
- Il Pickwick
Il primo dato che colpisce, di Per oggi non si cade, è la forma ovvero la maniera di darsi, il modo in cui si propone e in cui l'opera va recepita e vissuta. Il fruitore cammina, seguendo un sentiero pre-realizzato, mentre ascolta – uno dopo l’altro – i brandelli della storia usufruendo di una cuffia: le sue orecchie sono cinte da voci e rumori, i suoi occhi si relazionano, contemporaneamente, con le istallazioni create dai giovani artisti dell’Accademia. Potremmo definirla una sorta di auto-performance giacché – se tutto è predisposto in partenza perché il fatto artistico accada – questo stesso fatto artistico accade per volontà di chi si muove all’incontro: è a lui che tocca dettare i tempi dei propri passi, che tocca scegliere se stazionare o proseguire, che tocca liberamente dare (e darsi) un ritmo continuo o, piuttosto, una stasi o un rimando, attendendo (e facendo attendere) il prossimo pezzo della vicenda, il prossimo paragrafo del racconto.
- Per oggi non si cade
- manlio santanelli
- Fabio Cocifoglia
- Mario Tozzi
- Hubert Westkemper
- Federico Aiello
- Antonella Cioli
- Giancarlo Cosentino
- Paolo Cresta
- Bianca D'Amato
- Isa Danieli
- Salvatore D'Onofrio
- massimiliano foà
- roberto giordano
- Antonio Marfella
- Nello Mascia
- Antonella Morea
- Nico Mucci
- Enzo Musicò
- Loredana Porfito
- Nunzia Schiano
- Lello Serao
- rosario sparno
- cesare accetta
- Accademia delle Belle Arti di Napoli
- Anna Bogatsch
- Napoli Teatro Festival Italia
- Fondazione Campania dei Festival
- Centro di produzione RAI di Napoli
- letteratura e teatro
- napoli
- letteratura napoletana
- alessandro toppi
- Il Pickwick
"un artista non si limita a esemplificare il senso della fine: ne fa uso"
(John Barth)
Nel 1961, due autori si aggiudicarono l'International Publischers' Prize. Congiuntamente. Si trattava di Jorge Luis Borges e di Samuel Beckett. Una condivisione emblematica dato che, oltre al 'premio', questi nomi sono accomunati da un pensiero artistico 'contemporaneo' in grado di reggere il confronto con i 'vecchi maestri' della narrativa del Novecento. Rappresentano l'eccezione, l'eccezionale. Entrambi hanno fatto del 'senso della fine' l'elemento riflesso e rappresentato dalla loro opera. Lo scrittore americano John Barth, in un saggio sulla letteratura diceva di Beckett: "Un artista non si limita a esemplificare il senso della fine: ne fa uso". E in effetti non solo le sue opere vanno tutte in questa direzione, ma l'insieme delle stesse come 'opera delle opere' riflette un percorso sul cui traguardo si leggerà: 'Non una parola di più'.
- Finale di partita
- Samuel Beckett
- Lluis Pasqual
- Lello Arena
- Gigi De Luca
- Stefano Miglio
- Angela Pagano
- Frederic Amat
- Teatro dell'Assurdo
- metateatro
- scacchi
- Hamm
- Clov
- Nagg
- Nell
- Napoli Teatro Festival Italia
- Teatro Nuovo
- Fondazione Campania dei Festival
- teatro stabile di napoli
- Grazia Laderchi
- Il Pickwick
(la pigrizia)
Il giardino dei ciliegi è – più di ogni altra opera di Čechov – il racconto della pigrizia, del torpore, dell’atrofizzazione vischiosa di ogni gesto e di ogni parola. Un gruppo di possidenti ha una tenuta, questa tenuta rischia di essere svenduta, persa e abbattuta, ma questo gruppo di possidenti non alza un dito, non si scompone, nulla fa davvero per salvare casa, giardino, ricordi. Non facendo ciò che occorre perde tempo invece con altro: chiacchiera, blatera, canta al suono della chitarra, gioca al biliardo, cita poesie e parti di drammi, discute dei grandi temi della coscienza o balla, s’abbraccia, si sbaciucchia distendendo i piedi su una panchina, poggiando la testa a un cuscino, sorseggiando lentamente il caffè.
- Il giardino dei ciliegi
- Anton Čechov
- Gianni Garrera
- luca de fusco
- gaia aprea
- Paolo Cresta
- Claudio Di Palma
- Serena Marziale
- Alessandra Pacifico Griffini
- Gioacinto Palmarini
- Alfonso Postiglione
- Federica Sandrini
- Gabriele Saurio
- Dabrina Scuccimarra
- Paolo Zolli
- Enzo Turrin
- Maurizio Millenotti
- gigi saccomandi
- Noa Wertheim
- ran bagno
- Alessandra Felli
- Teatro Stabile di Verona
- teatro stabile di napoli
- teatro mercadante
- teatro russo
- alessandro toppi
- Il Pickwick
“La morte è povera cosa, ma chiude una ferita mortale”.
Occorre partire dalla fine, per Il sindaco del rione Sanità di Marco Sciaccaluga. Occorre partire dal momento in cui cala il sipario – un rigido velo nero – e, su di esso, compare questa frase, sottratta al Riccardo II di Shakespeare.
“La morte è povera cosa, ma chiude una ferita mortale”.
Occorre partire dall’ultimo segno per comprendere i segni precedenti, occorre partire dalle parole che chiudono per capire il valore delle parole già pronunciate, occorre partire da questa scelta per tentare di comprendere l’intera regia, tutto il lavoro, lo spettacolo intero.
“La morte è povera cosa, ma chiude una ferita mortale”.
- Il sindaco del rione Sanità
- Eduardo De Filippo
- Marco Sciaccaluga
- Eros Pagni
- Maria Basile Scarpetta
- Angela Ciaburri
- luca iervolino
- Marco Montecatino
- Federico Vanni
- Orlando Cinque
- Massimo Cagnina
- Francesca De Nicolais
- Dely de Mayo
- Rosario Giglio
- Pietro Tammaro
- Gennaro Apicella
- Gino De Luca
- Gennaro Picciillo
- zaira de vincentiis
- Sandro Sussi
- Andrea Nicolini
- Chiara Attinà
- Teatro Stabile di Genova
- teatro stabile di torino
- teatro stabile di napoli
- Teatro San Ferdinando
- Napoli Teatro Festival Italia
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Napoli. San Giovanni a Teduccio. Pietrarsa. Museo Nazionale Ferroviario. Sala Cinema. L’impatto con Pietrarsa è sempre suggestivo. Si arriva dalla città, attraversando quel nastro di sampietrini, asfalto, binari del tram che comincia col nome di via Nuova Marina e finisce, senza soluzione di continuità, come corso San Giovanni. Palazzi diroccati dalla guerra, casermoni di cemento tirati su dopo la guerra. Il bus navetta ci deposita all’angolo di via Pietrarsa, la traversa cieca che conduce alla stazione/museo. È ancora giorno. Lo sguardo si apre su una sciabolata di luce e mare. Si entra nell’antica stazione, si percorre il sottopassaggio dalle pareti rosso carminio, un po’ cupo e vagamente inquietante, poi si ritorna alla luce, nell’ampio cortile di ingresso.
Pullula del passeggio domenicale il centro di Angri, intorno al suggestivo Castello Doria. Poco lontano, un cortile s’apre a farsi teatro e a scaldare la frescura d’una frizzante serata d’inizio giugno. Officina delle Idee il luogo che ha deciso di farsi teatro (e non solo) con la rassegna Off Scena, giunta alla seconda edizione.
Nella splendida cornice del Lago Fusaro, sulle cui acque sorge maestoso il noto casino Vanvitelliano, in scena, il 31 maggio, Taranterra, per la regia di Massimo Maraviglia, azione teatrale condotta dalla compagnia Asylum Anteatro ai Vergini su testo poetico di Mimmo Grasso.
Performance itinerante creata nel 2012, ha toccato alcuni tra i luoghi più suggestivi della Campania come l'abbazia di Sant'Angelo in Formis, i ruderi del complesso di Sant'Eustachio a Scala, le Stufe di Nerone sulle sponde dell'Averno e naturalmente le selvagge pendici del Vesuvio.
- Taranterra
- Mimmo Grasso
- Massimo Meraviglia
- ettore nigro
- Marco Aspride
- Anna Bocchino
- Clara Bocchino
- Libera Carelli
- Giulia De Pascale
- Rebecca Furfaro
- Raimonda Maraviglia
- Monica Palomby
- Teresa Raiano
- Riccardo Rico
- Daniele Sannino
- Andrea Tarantino
- Leslie Visco
- Asylum Anteatro ai Vergini
- Bacoli
- Casina Vanvitelliana
- performance
- ritualità danzante
- musica ancestrale
- Cristo
- danza
- Amdrea Arionte
- Il Pickwick
Luna Park è uno studio per corpo solo e musica: è un viaggio negli aspetti e nelle vesti degli emarginati, dei potenti, dei fanatici religiosi, dei limitanti confinamenti spaziali ed emotivi, della resistenza e della libertà. È una critica amara e mielata dell’impossibilità di spiccare il volo, di assaporare la libertà ed il libero amore e di realizzarsi in quanto artisti in tutti i sensi.
Ti vedrò?
Non ti vedrò?
A me importa
soltanto il tuo amore.
Hai sempre il riso di allora?
e quel cuore?
- Il teatrino di Don Cristobal
- Federico Garcia Lorca
- Marcella Vitiello
- Marco Serra
- Patrizia Di Martino
- Niko Mucci
- Francesco Saverio Esposito
- Fabio Balsamo
- Anna Seno
- Luca Toller
- Federica Amato
- Daniela Molisso
- Imprenditori di Sogni
- nuovo teatro sanità
- teatro dei burattini
- Donna Rosita
- Sara Scamardella
- Il Pickwick