“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Monday, 20 October 2014 00:00

Ragionando

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(La trama)
Un giovane si crede Amleto. I parenti cercano di fargli "tornare la ragione" inscenando una menzogna che somiglia proprio all'opera britannica ma, questa menzogna, ha un effetto disturbante ed imprevisto: il giovane uccide lo strozzino di cui la famiglia è vittima, costringendola alla fuga. Assolto il dovere della trama, cominciamo a ragionare.

Sunday, 19 October 2014 00:00

La parabola d’una crisi

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Lavorio incessante di carpenteria teatrale investe dal palco la platea che si riempie; aperta la scena, offre come fondale un’anonima periferia, in cui ha piantato tenda (che non si vede) scalcinata compagnia circense. Gocce di luce tenue penzolano ad illuminare dal cielo una scena completamente aperta.
L’Anima buona di Lucignolo è rivolo che si stacca e defluisce di vita propria dalle collodiane Avventure di Pinocchio; mercante di ciuchi, l’Omino di burro è la figura che trasla dalla storia originaria in una nuova storia, fatta di circo e operetta, di musical e teatro.

Quella di Giacomo e Giulia è una storia. Una storia d’amore come tante, iniziata un po’ per caso. Una passeggiata sul molo, uno sguardo, una granita e una chanson d’amour. “Stranizza d’amuri”, che celebra l’intensità dei sentimenti che dirompono nonostante le bombe.
Nonostante le bombe dell’ottuso non voler ascoltare, l’amore non cessa di parlare, anche quando non ha più voce. Non cessa di essere “stranezza”, gioco illogico, scelta che condanna, così Giacomo come Giulia, ad essere la “santa” e la “bestia”, vittime dei giudizi di chi non conosce il loro amore, i loro sogni, i loro desideri.
Quella di Giacomo e Giulia è una storia. Una storia di dolore come tante, iniziata un po’ per caso.

Thursday, 16 October 2014 00:00

Poco sole in questa notte

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Chioccolio sommesso, borbotta sonoro, quando la scena ancora non s’abita, quando ancora muta è la ribalta. Introduce al medium fluido che farà da sfondo all'azione: l'oceano, nel quale, gocce d'umano, si racconterà di quattro vite. Quattro personaggi che si presentano di lì a poco ad offrirsi come una cartolina in visione, come un’istantanea ricordo che immortala i partecipanti ad un viaggio; quattro personaggi che giocano le proprie vite su un tavolo mobile di roulette, e la cui sorte è segnata – essendo viaggiatori imbarcati sul Titanic – e che attraverseranno lo spazio sospendendo il tempo: “Abitiamo lontani da ogni calendario”, la frase che sembra suggerire la declinazione metaforica di questa traiettoria transatlantica, quindi occasione per viaggiare all’interno di se stessi e per mostrarsi in tutta la propria limitante finitezza.

Wednesday, 15 October 2014 00:00

Victor 'u punk

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Faccio parte della giuria popolare che prendendo in esame tutti gli elementi presentati, deciderà della condanna o della salvezza dello spettacolo. Sono l’opinione pubblica. Capita, in molti stati del mondo che ad una giuria popolare sia chiesto di decidere della vita o della morte di una persona: esse giudicano la sua colpevolezza e possono o meno condannare a morte. L’opinione pubblica mondiale, invece, si divide tra i favorevoli e i contrari alla pena capitale.

Tuesday, 14 October 2014 00:00

Te piace L'elisir d'amore?

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"Te piace 'o presepe?". La domanda tormentone di Luca Cupiello mi perseguita da iersera, dopo la visione di questo Elisir d'amore qui a Napoli, al Teatro di San Carlo, che la collaudata regia (è del 2003) di Riccardo Canessa trapianta in un presepe napoletano classico, col suo fondale di tela dipinta con la luna rossa, l'osteria attaccata alla roccia di sughero, l'arco romano in rovina e tutto il corredo napoletan-popolare che addicesi alla bisogna, insieme rabberciato di luoghi comuni e personaggi pittoreschi e stereotipi vari. Così, forte mi prende la voglia di risponder di no, come quello sciagurato di Nennillo, e per le sue stesse ottime ragioni: "Nun me piace 'o presepe!", perlomeno non questo presepe, che in pieno tradisce l'essenza stessa dell'opera.

Monday, 13 October 2014 00:00

La galera, una donna, l'Italia

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(premessa)
Il rosso calcato delle labbra, gli occhi truccati, i capelli raccolti. La schiena, le spalle, le braccia. Le dita delle mani, che volteggiano in aria. La colonna vertebrale, che mostra i suoi punti. Le smagliature delle cosce, quando sono tese in avanti. Le pieghe del ventre, l’abbondanza dei seni, i peli del pube. L’errore più facile, nel cercare di analizzare La Merda, è fermarsi al corpo, fare cioè di questa nudità l’assoluto dello spettacolo, il suo fulcro, la sua unica ragione fondante. Invece c’è altro in scena: per quanto non sia visibile. Da questo altro occorre partire.

Sunday, 12 October 2014 00:00

La sora Cesarina e i ragazzi di via Panisperna

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Lo spettacolo di cui parlerò si inserisce all'interno di un progetto ambizioso e lungimirante. Si tratta del progetto CO_SCIENZE di Le Nuvole, che da anni porta avanti l'idea innovativa di una 'drammaturgia scientifica'. Voglio precisare che chi scrive fa parte di quella vasta categoria di persone che appena sente nominare all'interno di un discorso la parola 'Scienza' viene affrontata e vinta da un malcelato panico del tipo: 'è-inutile-continuare-tanto-non-ci-capirò-nulla'. Fortunatamente, al posto di un sacchetto di carta dove praticare una respirazione 'anti-panico', Morena Pauro (anima e colonna portante di Le Nuvole) ha scelto di affidarmi alle rassicuranti parole di Salvatore Fruguglietti (Responsabile progetti scientifici).

Saturday, 11 October 2014 00:00

Antropologia applicata alla Mamma

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Per la rassegna Il Teatro cerca Casa, il salone di casa Santanelli si trasforma in palco e platea. Sul primo un telo celeste funge da scenografia, creando quasi una dimensione atemporale in cui si svolgono le storie di Mamma. Piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello, interpretato da Rino Di Martino. In realtà una dimensione storica è ben delineata e circoscritta perché, queste donne-madri, incarnano parecchie declinazioni di tale status: a partire dalla favola di sapore seicentesco di Giovan Battista Basile, fino alla mamma moderna,“di plastica”, dei primi anni ’80.

L'appuntamento è all'ingesso dell'Orto Botanico, il cuore verde della città partenopea. Per le dieci è in programma lo spettacolo teatro/musicale Pinocchio Jazz realizzato da I Teatrini in collaborazione con la Fondazione Pomigliano Jazz. Arrivata con un certo anticipo comincio a vagare tra i viali odorosi dell'Orto alla ricerca del teatro, ma a parte le serre e la flora proveniente da tutte le parti del mondo, di un teatro non c'è nemmeno l'ombra. Mi decido a chiedere informazioni e mi dicono di recarmi all'uscita perché lo spettacolo avrà inizio 'da lì'.

Thursday, 09 October 2014 00:00

La macchina del tempo

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Il computer è già acceso. Ci sistemiamo piano, uno per volta, in modo da riempire tutti i posti disponibili sulle panche di legno. Qualcuno è appoggiato alla parete, qualcun altro ha uno schienale. La tenda si chiude, si fa buio poi si accendono le luci. Si parte! Non ci sono scossoni e il motore non è rumoroso. In realtà non ci spostiamo di tanto: il viaggio che stiamo intraprendendo non lo facciamo nello spazio ma nel tempo. Il Rostocco, stasera, è una macchina del tempo.

Wednesday, 08 October 2014 00:00

Due spettacoli in uno

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Un quadrato di tela bianca fa da sfondo. Unico elemento scenico, a parte quello di servizio, sedie e leggii. Non è necessario. La voce, le voci, reggono da sole la scena, evocano, narrano, graffiano, accarezzano. La voce di Myriam Lattanzio, autrice del testo, musica senza musica, calda, vibrante, potente, commovente, evocatrice di calda malinconia latinoamericana. La voce degli strumenti, chitarra e basso, delicato accompagnamento di quella voce così sicura da reggersi da sola. La voce dai mille registri di Nunzia Schiano, forte e sommessa, graffiante e delicata, una voce narrante che sa costruire la scena attorno a sé, sa materializzare oggetti e persone. Ti fa vedere l'alba, ti fa sentire il freddo e il buio della prima mattina.

Con Dolore sotto chiave si aprono le porte di una dimensione nebulosa, quanto effimera nella sua dicotomica carnalità: quella che vuole farsi solo spirito, esalare suffumigi alla coscienza che chiede di sapere, dannandola, e quella che vuole ancorarsi alla materia, chiede di dimenticare per salvarsi e continuare ad esistere, ancora, nonostante le “crepe nel muro” che la spaventosa Verità lascia nelle stanze labirintiche che ingabbiano l’umano sentire. È con questa metafora che Francesco Saponaro, regista della pièce, introduce l’opera per bocca dell’attore Giampiero Schiano che, nelle vesti di un becchino, attraverso il poema in vernacolo scritto da Raffaele Galiero, prepara lo spettatore alla geniale scenografia di Lino Fiorito.

Tuesday, 07 October 2014 00:00

Quando il salotto diventa un castello

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Un modo per avvicinarsi al teatro e affezionarsi ad esso. È lo scopo della rassegna Il Teatro cerca Casa creata da Manlio Santanelli giunta alla terza stagione in un crescendo di pubblico e di successo. Il primo spettacolo di questa stagione si è svolto nell’accogliente salotto di casa Bonadies, trasformato in un castello inglese di fine Ottocento con le atmosfere gotiche del romanzo Giro di vite di Henry James.
Solo due luci: una lampada su un piccolo scrittoio e l’altra su un leggio posto al suo fianco. Solo una voce, quella calda e spessa di Margherita Di Rauso. Fogli di carta si trovano sullo scrittoio ed altri sono accartocciati a terra.

il Pickwick

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