“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 01 November 2022 00:00

The End

Written by 

Vorremmo dire che questo non è un addio. Vorremmo poter dire che Il Pickwick sarà ancora una casa accogliente per la scrittura di tanti, ricettacolo di inchiostri messi in condivisione.
Vorremmo...

Ma purtroppo, tra il disappunto di molti e con il rammarico di quanti quelle scritture avrebbero ancora voluto lasciarle fluire, la nostra strada lastricata di parole si ferma qui. Si ferma a una manciata di passi dal compimento dei propri dieci anni di attività. Si ferma dopo circa 4800 pubblicazioni, tra recensioni, articoli, approfondimenti, saggi, interviste, racconti, poesie, illustrazioni e rubriche varie. Si ferma dopo aver pazientemente costruito un piccolo patrimonio di intelligenze e scritture ritrovatesi attorno a un’idea di condivisione e ad una possibilità di espressione. Si ferma Il Pickwick dopo essersi conquistato, nel suo piccolo, un seguito e una credibilità, grazie all’impegno di tutti coloro che, a diverso titolo e in differente misura, vi hanno partecipato nel corso di questo per molti versi entusiasmante decennio.
Perché?
Perché forse questa rivista aveva esaurito il proprio ciclo. Perché forse non siamo stati capaci di rinnovarci e infondervi nuova linfa che ne tenesse vivo e in crescente divenire il percorso. Perché probabilmente non si è saputa costruire una base sufficientemente solida e coesa, in grado di fare argine agli scompensi che inevitabilmente sarebbero capitati. E perché, purtroppo, proprio quell’entusiasmo e quel sentimento partecipe di condivisione e comunanza erano venuti a mancare. Da tempo. Ma non ce ne siamo accorti tempestivamente. Non abbiamo capito – maledetta dabbenaggine – che mentre alcuni continuavano imperterriti a credere in un progetto e a perseguire un’idea, qualcun altro (che pure di quel progetto e di quell’idea, in teoria, sarebbe dovuto essere parte fondante) prima pian piano se ne distaccava, poi brigava nell’ombra per sabotarlo dall’interno, preparandosi infine ad abbandonarlo.
Si ferma Il Pickwick perché immolato sull’altare del personalismo e dell’arrivismo, sacrificato da chi, dopo avergli dato vita e aver contribuito a farlo crescere, ha deciso un bel giorno – senza una plausibile motivazione e  soprattutto senza darne comunicazione alcuna agli altri – che quel luogo non era più prioritario. Anzi. Quasi un fastidio di cui doversi liberare, dopo averlo sfruttato come vetrina e trampolino di lancio, approfittando con fare surrettizio del lavoro indefesso portato avanti da altri. Rimanendoci dentro – di fatto – senza più esserci, con ben dissimulato disimpegno, attendendo l’appiglio, il pretesto per sgattaiolarne via alla chetichella. Per carità, legittima è l’ambizione di crescere, di spiegare le ali e spiccare il volo verso lidi più ambiti e gratificanti, nulla quaestio. Peccato lo si sia fatto agendo con l’opacità degli infingardi e con la doppiezza dei vili, calpestando dignità e professionalità altrui, senza il benché minimo rispetto del lavoro e della sensibilità di tutti coloro che invece in quell’avventura avrebbero voluto ancora proseguire.
Ahinoi è andata così. Ed è un peccato, davvero. Ci teniamo a ringraziare tutti coloro che in questi anni ci hanno letto e seguito, dimostrandoci stima, apprezzamento, persino affetto. E un grazie di cuore va, ovviamente, a tutti coloro che hanno contribuito in questo viaggio decennale a riempire le nostre pagine di spunti, idee, riflessioni, ragionamenti tradotti in parole, inanellate in una infinità di articoli di foggia variabile e natura composita. A tutti quelli che si sono sentiti partecipi, a tutti coloro che hanno scritto uno o centinaia di articoli.
A molti mancherà Il Pickwick, a qualcuno ha iniziato a mancare già da un po’. E ad alcuni manca e mancherà ancor più che agli altri quello spazio condiviso in cui poter esprimere con la massima libertà l’esercizio del proprio sguardo espresso in forma di scrittura.
Sentivamo da tempo il bisogno di dare una comunicazione che avesse i crismi dell’ufficialità. Per rispetto di quanti ci hanno letto e continuano ad affacciarsi, da mesi, su questo sito trovandolo fermo. E dovevamo una risposta a quanti hanno continuato a scriverci, a contattarci, a inviarci inviti di partecipazione e richieste di collaborazione; a quanti ancora non sapevano – e forse ancora non sanno – che Il Pickwick avesse interrotto le proprie pubblicazioni, a quanti ne hanno fatto parte e a tutti coloro che, in tutto questo tempo hanno dedicato tempo e attenzione a scrivere e a leggere queste pagine.
Ci abbiamo provato. Abbiamo portato avanti finché si è potuto un progetto che avesse un’anima. Fino a quando quest’anima non è stata sporcata e vilipesa, violata e svenduta.
È stato bello ed è difficile rassegnarsi all’idea che sia finita, in modo così turpe e inverecondo.
Proviamo a dire: arrivederci e a presto rileggerci. Perché vorremmo dire che questo non è un addio e che gl’inchiostri che qui hanno trovato ricetto torneranno a fluire. Qui o altrove. Ricordandosi di quel che è stato, immaginando quel che potrebbe ancora essere.
Grazie a tutti.



Il Pickwick

More in this category: « Mu_transmissions – 46

Leave a comment

il Pickwick

Sostieni


Facebook