“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Wednesday, 02 April 2014 00:00

La forza muta delle parole non dette

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Un pugno nello stomaco.
Gli anni bui della dittatura militare in Argentina scorrono in sessanta, intensi minuti sul palco di Galleria Toledo di Napoli dove è andato in scena Pedro e il Capitano per la regia di Lia Chiappara. Il testo, scritto dal drammaturgo uruguaiano Mario Benedetti nel 1979, ripercorre i drammatici momenti del dialogo tra la vittima e il suo carnefice, qui rappresentati dal capitano del regime e da Pedro, giovane perseguitato dagli esponenti del regime marziale che per anni hanno imperversato con metodi repressivi su gran parte dei territori ibero-americani.

Tuesday, 01 April 2014 00:00

Magia del teatro

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Una sedia al centro della scena. Dietro una struttura che evoca una lavagna, anche se il piano, all'interno della cornice, è vuoto. Due tende bianche ai lati, come il sipario di un teatrino di burattini. Lavagna e sipario, fusi in un unico oggetto scenico, evocano i due mondi che entrano in scena e provano a dialogare in Sputa la gomma! Il teatro va a scuola. Ai lati della lavagna/teatro due cestini di plastica per l'immondizia, uno a bocca in giù, l'altro coricato per terra.

Tuesday, 01 April 2014 00:00

Una giusta "Tempesta"

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"Non si dovrebbe mai scrivere per i bambini, piuttosto bisognerebbe avere il coraggio di selezionare per loro quello che è già stato scritto per i grandi; ciò che conta è la scelta e la dose della medicina, che non può essere diversa solo perché si tratta di un bambino".
(Anton Čechov)


"Il 'che significa' usurpa la sovranità del 'come è detto'" .
(Carmelo Bene, Sono apparso alla madonna).

Monday, 31 March 2014 07:47

L'essenza del 'wow'

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“Direttore, siamo stati accreditati”.
“Per che cosa?”.
“Maniaci d’Amore, Morsi a vuoto, lo studio che ci tenevi tanto a vedere”.
“Ah, bene; allora ci fai il pezzo…”.
“Vabbè, ma si tratta di uno studio, non di un vero e proprio spettacolo…”.
“Eh, ma siamo stati accreditati… Ed io di loro ho appena scritto; quindi ci facciamo il pezzo; quindi ci fai il pezzo!”.
“Ehm… Va bene…”. (“Uff… ma quant’è barbogio e palloso st’omarino qui… L’avessi saputo manco l’avrei fatta la richiesta d’accredito!”).

Saturday, 29 March 2014 00:00

Traviata suare

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Certo, le premesse erano buone: per questa Traviata al Petruzzelli – già presentata al mio bel San Carlo l'anno scorso – era lecito ben sperare, tutto sommato. Ferzan Özpetek – il regista turco che da tempo già lavora nella nostrana fabbrica del cinema – si cimentava con quest'opera che – diceva – tanto lo ispirava: gli ricordava, il personaggio, infatti – lui affermava – Laura Antonelli nel pien del suo splendore e dei giorni suoi dorati. Ed effettivamente, a vedere adesso l'allestimento confezionato – il prodotto finale, diremmo – una qualche somiglianza tra la Violetta nel nero abito da sera del second'atto, vittima dell'alfrediano disprezzo e la Laura del viscontiano Innocente, strapazzata dal Giannini/Tullio, sì, a guardar bene c'è... Ma questo ricordo altri echi si portava inevitabilmente appresso, in lunga catena, altrettanto – se non di più – fecondi: Luchino Visconti, maestro del cinema, certo, ma pure regista indiscusso innovatore e geniale di tanto teatro d'opera, consentiva di porsi indubbiamente sulla strada giusta; L'innocente, poi, estrema creatura di cotanto Maestro, tirava dentro la partita il divino Gabriele, nientemeno, che – si sa – Parigi, cocottes ed esangui pallide femme fatales ha sempre frequentato, dal vero e in fantasia.

Sunday, 30 March 2014 00:00

Una regia sbagliata

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Luca De Fusco incastona Antonio e Cleopatra sul fondo scena, impone a mezzo palco un velario, fa dello spazio di ribalta una passerella per qualche luogotenente, una o due serve, un soldato, un generale, un ufficiale, una sentinella. Reitera il gioco delle video proiezioni (già usate in Antigone e in Un paio di occhiali) confermando la sua ultima propensione a fare del teatro un cineteatro post-brechtiano, tra gigantografie di volti e sguardi-ossessione, e costringe gli interpreti a recitare – più che a favore del pubblico – a favore delle telecamere perché, le telecamere, imprimano sul telo l’immagine. Ma l'epicità presunta (il rimando della re-citazione) si unisce al contrario dell’epicità (l’immedesimazione assoluta): ne viene una contraddizione insanabile.

Thursday, 27 March 2014 00:00

Appunti sulle puttane di Moscato

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Forse il senso di Patria Puttana è già tutto contenuto nel suo inizio, nella sua prima immagine: i tre camerini i cui sipari vengono aperti, mostrando altrettante figure intente al trucco e all’attesa; la musica che colma il silenzio; la parola che prende il posto della musica per cui – portatisi tra la soglia del proprio camerino e la ringhiera posta in avanti – i tre cominciano il proprio racconto, con-fondendo le voci in un’ecolalia fatta d’intrecci, sovrapposizioni, disturbi reciproci.

Monday, 31 March 2014 00:00

A teatro si sceglie cosa gustare

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Al Teatro Diana a Napoli è andato in scena Il Menù del Teatro, un esperimento ideato da Peppe Celentano e Gabriella Cerino, capo comici della Compagnia Movimenti di Scena. Perché a teatro non è possibile ordinare una pietanza come in un ristorante? Perché non si può dichiarare lo spettacolo che si ha voglia di vedere? Si saranno chiesti i registi ed ecco che l’esperimento ha avuto luogo.

Thursday, 27 March 2014 00:00

Aids, amore e malattia

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All’inizio tutto è facile, i ragazzi ridono e si rincorrono giocando a nascondersi i vestiti. Giovanni e Rosaria sono cugini ma quasi gemelli, legati l’uno all’altro fino ad essere dipendenti l’uno dall’altro. Entrambi senza un padre vivono insieme con le loro mamme. Se Rosaria la notte non rientra a casa, Giovanni non dorme; se in paese prendono in giro Giovanni, Rosaria ne soffre. Abitano nell’entroterra siciliano i due cugini, tra pregiudizi e chiusure mentali. Rosaria cresce prosperosa e i ragazzi del paese le lanciano i sassolini alla finestra per vederla. A Giovanni piacciono i ragazzi e sorride, sorride sempre. Entrambi amano il ballo, ed è in una scuola di ballo che Giovanni conosce il maestro Giuseppe. Ha una terribile storia alle spalle, anche lui è cresciuto senza padre, ha subito violenze, è sposato con una donna ma solo per nascondere la sua  omosessualità. Giovanni se ne innamora perdutamente.

Wednesday, 26 March 2014 00:00

E il naufragar ci è dolce…

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Corpi alla deriva, anime sul fondo; dal corpo all’anima, partendo da una tela dipinta per raggiungere un senso profondo passando attraverso la scena. Mare Dentro, portato in scena dalla compagnia Teatro KappaO, è un viaggio lungo che parte da una deriva reale e storicizzata per farsi allegoria diacronica; un episodio storico – il naufragio della fregata francese Méduse – ed il dipinto di Théodore Géricault che ne eternò memoria ne costituiscono lo spunto, la messa in scena ne approfondisce l’essenza con pittoricismo poetico.

Monday, 24 March 2014 00:00

Da confessore a confessato

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L’antro cavo del Théâtre de Poche offre ribalta alla confessione. Confessione d’un confessore, vicenda di ordinarie realtà di parroci in trincea, uno dei quali prende tonaca e forma nella figura di Aldo Rapé. Partitura per voce bilingue – siciliana e napoletana – la drammaturgia di Giovanni Meola porta in scena una storia che ha tutti i crismi della convenzionalità, che è l’ordinario e già variamente frequentato tòpos del prete di frontiera che si oppone alla malavita, che connota il proprio impulso vocazionale di afflato civile.

Tuesday, 25 March 2014 00:00

Alla corte di Riccardo III

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"Sai, oggi sono stato alla corte di Riccardo III d'Inghilterra. Il sovrano del quale scrisse Shakespeare, che fece rinchiudere il fratello nella Torre di Londra, usurpandone successivamente il trono. Quello gobbo, zoppo, con il braccio avvizzito che uccideva chiunque ostacolasse i suoi piani!". Immagino così la scena. Due ragazzi che discutono animatamente su un evento storico rivissuto con i propri occhi il giorno precedente. Se solo fosse possibile tornare indietro nel tempo.

Sunday, 23 March 2014 00:00

Weltanschauung Calamaro

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Vivere in una grande finzione. Chiamata al servizio del fare. Noi ci assentiamo da noi. Siamo contenti di aver partecipato male e poco, o quasi niente, al mondo. Resistere al fare. Riuscire ad essere anche quando non esisti. Avere nelle mani la vita e non esserne all’altezza. I protagonisti si sono smarriti nella vita, ed ormai ne restano al largo.
Sono solo alcune delle frasi che rimbalzano da una bocca all’altra in questa epopea quotidiana. Parlano un linguaggio spesso e raffinato, ci dicono del loro male di vivere, della loro inadeguatezza, di capacità che non pagano, di competenze che non fanno testo, di visibilità disertate, di posizioni disabitate, di vite isolate.

Friday, 21 March 2014 00:00

Oltre l'oblìo. Controvento

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“Io non temo la morte, io temo l’oblìo”.
Fragile e prepotente, tutto intimamente umano, il testamento morale di una donna che ha fatto del coraggio e di una spregiudicata intelligenza le armi più forti per sfidare la paura più profonda, il gigante nemico. Questa è la storia della battaglia di un’identità, quella di Cristina Trivulzio, Principessa di Belgiojoso: una sfida ardita e sofferta, se al tempo essere donna, ‘armata’ poi di una tale carismatica determinazione così come di una singolare lungimiranza culturale, ha significato sopravvivere alle asfissianti e persecutorie calunnie che ripetutamente le mozzavano il fiato.

il Pickwick

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