“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Saturday, 25 July 2015 00:00

Gli spazi condivisi

Written by

Nel bellissimo chiostro della chiesa di San Domenico Maggiore di Napoli, è andato in scena lo spettacolo di Laura Angiulli, già tanto acclamato in Italia ed all’estero, Il Baciamano. Il testo è di Manlio Santanelli, le scene di Rosario Squillace, che con l’Angiulli dirige il Teatro Stabile di Innovazione Galleria Toledo, le luci di Cesare Accetta e l’interpretazione di Alessandra D’Elia – bella, precisa e divoratrice di parole e sentimenti – e Stefano Jotti – fine, poetico e leggero.

Saturday, 25 July 2015 00:00

Un Pinocchio da completare

Written by

Pinocchio per caso non è uno spettacolo perfetto. Anzi: più d’una perplessità lascia per come scorcia il proprio plot drammaturgico nella sua seconda parte e soprattutto per l’impianto scenografico, che appare raffazzonato ed inadeguato ad uno spettacolo che possa dirsi pronto ad andare in scena. Pinocchio per caso è quindi, a nostro parere, uno spettacolo (ancora) incompiuto. Eppure possiede – o almeno sembra lasciar intravedere in filigrana – delle possibilità di crescita che partono da qualche idea di fondo accattivante che su scena trova buona ancorché parziale attivazione.

Wednesday, 22 July 2015 00:00

Ha(m)mlet. Lettura di un testo di Santeramo

Written by

Chi era Amleto prima del primo atto? Com’era
suo padre? Che scuola aveva frequentato?
(Carmelo Bene)

 

 

Dell’Amleto Michele Santeramo rende l’opacità dei rapporti, la verità ammantata dalla menzogna, il desiderio di potere, di centralità, di controllo; rende la pratica dell’osservazione reciproca per cui ci si guarda spiandosi, l’uso falsificante della parola, la dinamica di rapporti incancreniti, infestati da una bramosia che infetta come un tumore. Rende, Santeramo, l’inevitabilità di un destino che non sembra dipendere da Dio, dal fato, dalla storia o dalla fortuna, ma da una condizione metafisica che appartiene agli uomini stessi e rende la coincidenza tra questo destino e la corona che, una volta indossata, diventa una condanna che si sconta vivendo.

Sunday, 19 July 2015 00:00

La Cupa o del nuovo teatro pugliese

Written by

Si rinnoverà i primi di agosto, il rito del teatro a Novoli. Il Festival I Teatri della Cupa trasformerà ancora il borgo salentino in sembianze altre. Altra tappa della residenza artistica che le compagnie Factory Transadriatica e Principio Attivo Teatro porteranno a termine l’inverno prossimo nell’ambito del progetto regionale pugliese dei Teatri Abitati.

Saturday, 18 July 2015 00:00

Di Tolcachir e d'altre facezie

Written by

Trascorso ormai dalla visione dell’ultimo spettacolo festivaliero un lasso di tempo imbarazzante, l’accidioso recensore si ritrova nella sgradevole – e dolosa – situazione di dover completare l’opera lasciata in sospeso; egli finisce così impegolato nell’affannosa foga di andare a spulciare confusi appunti scarabocchiati su un taccuino sul quale – nella sua inveterata dabbenaggine – supponeva d’aver impresso memoria indelebile (e ripescabile all’atto dell’occorrenza scrittoria) di quanto veduto, ignorando (o inconsciamente rimuovendo) quanto astrusi gli sarebbero poi risultati – come al solito – quei polimorfi grafemi dall’impervia decrittazione con cui suole imbrattare fitti foglietti nella oscurità pressoché totale di platee varie.

Tra gli autori contemporanei più interessanti dell'attuale danza europea vi è sicuramente Sidi Larbi Cherkaoui. Danzatore residente al Toneelhuis di Anversa dal 2007, fa parte della nuova generazione emergente di coreografi fiamminghi allievi di Alain Platel e di Anne Teresa De Keersmaeker.
Intimamente legato alle proprie origini marocchine (il padre arrivò in Belgio da Tangeri durante l’ondata di immigrazione degli anni '60), la sua infanzia è un ricordo sempre molto vivo e costante nelle sue creazioni.

Thursday, 16 July 2015 00:00

Dono poco gradito

Written by

Sarà che la scrittura di David Foster Wallace si presta particolarmente a prendere sembiante scenico, sarà anche che si tratta di un autore il cui successo e – diciamolo – anche il suo ascendente presso il lettore contemporaneo conosce una crescita montante e sarà anche che, contestualmente, si registra una sostanziale penuria di nuove scritture per il teatro, ma sta diventando pratica usuale, oltre che confrontarsi con il classico, anche tentare riduzioni drammaturgiche di opere letterarie nate scritte per vivere lette.

Il teatro è sacro. Lo sapevano bene gli antichi. Lo sapevano i nostri più antichi antenati, quando caricavano di forza magico-simbolica le rappresentazioni animali sulle pareti delle grotte. Lo sapevano i Greci. Lo sapevano tutte le culture antiche in cui l’indossare una maschera implicava l’accesso ad una dimensione limbica sospesa tra la vita e la morte. I Romani utilizzavano il termine persona,da personare (in questo caso amplificare il suono della voce). L’attore ad ogni modo esce da se stesso, muore al suo io abituale, per assumere un’altra identità.

Perchè possa comunicare appieno i suoi messaggi consolatori, i suoi significati simbolici, e, soprattuto, i suoi significati interpersonali, una fiaba – come afferma Bruno Bettelheim – dovrebbe essere raccontata piuttosto che letta. La flessibilità di una narrazione rispetto alla mera riproduzione della forma stampata assicura quel coinvolgimento emotivo che permette all'ascoltatore di entrare attivamente nella storia e di instaurare un legame empatico con i personaggi. Far diventare una fiaba un 'fatto teatrale' è un'evoluzione ulteriore della narrazione, e crea un'alchimia tridimensionale all'interno della quale il testo originario degrada a mero pretesto di un processo creativo manipolatorio il cui fine non è tanto 'far-sapere' ma anche, e soprattutto, 'far-credere'.

Monday, 13 July 2015 00:00

Teatro e territorio, dalla Cupa con amore

Written by

Il suono della parola. La parola suono. Voce che è canale di evasione immaginifica. Scenari invisibili.
La parola teatrale: timbro, colore, carne e materia. Quando l’attore si mette in esilio e il corpo si fa scenico, si fa geografia emozionale, si fa segno. E non autoreferenza, autoerotismo.
La parola, pane per spettatori affamati di vedersi in scena, di stupirsi per la scena, di mutarsi sulla scena, di evadere, di sgombrarsi, di rientrare. Guardare attraverso l’ascolto. Sentire per visioni silenti.

Friday, 10 July 2015 00:00

Appunti su "Opera pezzentella"

Written by

Premessa
Opera pezzentella torna dopo un anno; torna dopo il pieno del pubblico, gli applausi convinti, le recensioni entusiastiche. Torna dopo i premi assegnati al suo autore, dopo gli elogi fatti ai suoi interpreti, torna dopo il giusto riconoscimento ricevuto dallo Stabile di Napoli che s’è accorto del patrimonio di parole e visioni che questo spettacolo rappresenta, decidendo così di produrlo. Di Opera pezzentella, adesso che è passato il tempo dell'urgenza valutativa e della fretta cronachistica, provo a mettere in risalto alcuni aspetti, certe caratteristiche che mi sembrano fondanti.

Thursday, 09 July 2015 00:00

Nel cupo ventre dell'inquietudine

Written by

Un rumore di vetri in frantumi segna l’inizio de L’inquilino, prima che la scena si riempia; lo stesso rumore di vetri in frantumi ne segnerà lo svuotamento alla fine; nel mezzo, fra due fragori, una frattura del reale; quel che c’è nel mezzo ha i contorni cupi di un incubo, ha il torpore allucinato di una visione kafkiana.

Tuesday, 30 June 2015 00:00

Carotine e pappagalli

Written by

La canzone Cara cantata da Christian accompagna due uomini che si trovano sul proscenio, dietro di loro si vede un letto, a sinistra una sedia, a terra delle piccole luci psichedeliche. Il primo uomo è vestito con abito scuro, un naso tondo di plastica come quello dei clown, mentre l’altro è in boxer e canottiera bianca con un lenzuolo in testa a mo’ di velo da sposa.

Wednesday, 08 July 2015 00:00

"Director's Cut": vinca il migliore

Written by

Sala Assoli si presenta nera e spoglia ad accogliere la terza edizione di ImproTeatro. Nero l'assito, nere le quinte, nero il fondale. Nessuna scenografia, se non una sedia bianca da regista a sinistra, due bianchi sgabelli al centro, due cubi neri di legno e qualcosa che luccica argentato sulla destra (capiremo alla fine che si tratta della statuetta dell'Oscar). Nero e bianco sono gli unici colori (non colori...) in scena, alternatamente declinati negli abiti degli attori.

Wednesday, 01 July 2015 00:00

Appunti sul teatro di Anagoor

Written by

Premessa
Assumo la presenza in cartellone di Lingua Imperii e Virgilio brucia non tanto come la successione di due spettacoli offerti in data unica ma come un mini-focus su Anagoor. Pertanto, piuttosto che associare una recensione a una recensione, provo a mettermi in rapporto con la presenza della compagnia scrivendo qualche considerazione sulla loro poetica. Lingua Imperii e Virgilio brucia diventano cosi un’opera unica che per me inizia col primo dialogo tra i due ufficiali nazisti tratti da Le benevole di Littell (Lingua Imperii) e termina con il secondo libro dell’Eneide, detto in latino (Virgilio brucia). È rispetto a questo insieme di due messinscene distinte che provo il confronto per cercare di comprendere alcune tra gli snodi e le caratteristiche di questa peculiare lingua scenica.

il Pickwick

Sostieni


Facebook