“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Wednesday, 30 September 2015 00:00

De-generazione X

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Immagini di una distopia fattasi presente. Andy Warhol è un passato lontano, le sue serigrafie sono state scavalcate dal tempo: siamo al dessert rispetto a quella società che già esacerbava la propria bulimia di consumi, ai barattoli Campbell di Tomato Soup sono subentrate, come in una progressiva escalation di compulsiva voracità, le vaschette di gelato Häagen-Dazs. È rimasta però identica la riproduzione seriale di un mondo che duplica se stesso, clonandosi all’infinito, nell’infinito vuoto di senso di sé trovando lo stampo di una forma senza contenuto in cui replicarsi.

Sunday, 20 September 2015 00:00

L'alba teatrale di Mimmo Borrelli

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L'alba di allora
È il 2007, Mimmo Borrelli ha vent'otto anni e da due il suo nome viene associato davvero al teatro italiano. 'Nzularchia – con la regia di Carlo Cerciello, il corpo di Peppino Mazzotta – è stato in scena, ha ricevuto acclamazioni e ottenuto consensi mentre la drammaturgia, quest'ibrido di prosa e versi dalla metrica contata con le dita, ha vinto il Premio Riccione: “Nel buio ossessivamente martoriato da un'affettata oscurità squarciata dai lampi di una casa, invasata da rumori e da una muffa che penetra nei corpi, 'Nzularchia svolge una sfida al labirinto, ovvero a un luogo d'origine sfigurato e illeggibile, un gioco di orientamento e disorientamento nell'ansia topografica della mappa per rintracciare il colpevole”. Inizia così la motivazione del Premio, senza il quale – parola di Borrelli – “io non sarei davvero diventato ciò che sono”.

Saturday, 19 September 2015 00:00

Immaginando...

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Immaginiamo un nuovo teatro... Immaginiamo di vederlo spuntare, da un momento all’altro, in un angolo di Avellino e dintorni... Immaginiamo che a dargli vita, a inoculargli linfa siano i ragazzi di Venicefresca. Il progetto non c’è bisogno di immaginarlo, quello già c’è: Progetto d’Arte è già partito, con la “Carica dei 500”, come già abbiamo cominciato a raccontare su questo foglio.
Immaginiamo però quel che possa diventare e quel che possa portare; a corroborare l’immaginazione, un evento domenicale che conduce un pubblico di ardimentosi ad inerpicarsi su per la strada che da Avellino porta dalle parti di Summonte, in una casa immersa in un verde che sembra rubarla al tempo moderno per consegnarla ad una dimensione estemporaneamente teatrale: si è immaginato di farvi apparire teatro, d’un salotto s’è immaginato di fare scena e platea.

Thursday, 17 September 2015 00:00

Telemachia sound

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È un incandescente fil rouge di altissima qualità quello che dalla colina del Parco Cerillo – dove il 5 settembre ha avuto inizio l'Efestoval borrelliano – strapiomba, in un'inarrestabile colata lavica, fino al mare dolcenero di Bacoli. Su quella soglia si ferma, trovando alloggio nell'hangar del Cantiere Navale Postiglione, un altro luogo storico carico di significati che per una sera diventa spazio teatrale e trionfo della parola messa-in-scena. Gli spettatori, come gli omerici achei portatori di morte, vengono immessi nel ventre pulsante del cantiere e immersi negli amniotici odori di legni antichi che con orgoglio restituiscono ancora l'eco di tutti i mari affrontati e vinti.

Wednesday, 16 September 2015 00:00

Teatro delle coscienze

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Una città, due mari e due cuori. Anzi, un unico grande cuore come bipartito in due ventricoli: la città e “’u stablmént’”, le acciaierie dell’ILVA, quelle che al quartiere Tamburi prima che vederle le presagisci da un rannuvolo grigio scuro. La città è Taranto e rivive riprodotta su scala teatrale in uno spazio che ne denota ascendenza gemellare: siamo a Bagnoli, dove altre acciaierie, dove un altro stabilimento ha lasciato dietro di sé memoria conflittuale, rivendicazioni e polemiche. Siamo a Bagnoli, al Circolo ILVA, una sorta di domicilio d’elezione per questo Capatosta di Gaetano Colella, che condivide la ribalta con Andrea Simonetti.

Sunday, 13 September 2015 00:00

Cucinelli-Latella: co-regia di stile

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La location
Solomeo è una frazione del comune di Corciano, in provincia di Perugia; è una bomboniera trecentesca adagiata su una delle colline umbre, la sua fama e parte dei restauri che ne determinano la suggestione si devono all'imprenditore Brunello Cucinelli.
Nel percorrere la salita d'accesso al borgo non si può restare indifferenti di fronte alla raffinatezza che quelle pietre sembrano ostentare, soprattutto, ovviamente, se lo si fa di sera; lampioncini a luce calda iniziano a segnare un percorso, tra vialetti e portici, che introduce al piazzale antistante il Teatro Cucinelli. Il Foro delle Arti, di cui il teatro rappresenta il centro, è un'idea dello stilista che nel 2000 ha dato avvio ai lavori di costruzione e restauro di un complesso che si completa di un Ginnasio, un Ippodromo, un Giardino dei Filosofi ed una Accademia.

Saturday, 12 September 2015 00:00

Ombre e luci del mistero creativo

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Nell’ambito della rassegna Vissidarte – Il teatro racconta i pittori al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli, è andato in scena Per Grazia Ricevuta della compagnia Teatri 35 che da quindici anni si occupa di sperimentazioni teatrali operando nel rapporto tra arti visive, teatro e musica. Lo spettacolo visto al Pan non si può considerare un’opera teatrale in senso stretto, ma una performance che ha visto la preparazione ai tableaux vivants dall’opera di Caravaggio.

Friday, 11 September 2015 00:00

La sposa svelata

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Un abito da sposa sul fondale, a destra, elegante, stiloso. Ambiente e didascalia. Immagine a connotare storia, tradizione, concezione, mentalità. Un carrello bar a sinistra, più verso il centro del palco, una sedia prima della ribalta, un musicista a sinistra in fondo e l’attrice, Angela De Gaetano, corpo, mimica, voce, gesto. Bocche di dama si potrebbe definire uno spettacolo essenziale. Quando il teatro con poco e senza bisogno di effetti audiovisivi, evoca scenari invisibili e suscita l’emozione dello spettatore.

Wednesday, 09 September 2015 00:00

Efesto, Napoli e l'Apocalisse

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Efesto, dio della tecnica e dei vulcani, una fucina nell’Etna, un’altra nelle mani, fonde (e trasfonde) l’essenza magmatica del suo mito per informare di sé, potente e sulfureo, un Festival che gli rende tributo nel nome e che da peculiarità del suo essere trae magma come linfa, linfa come sangue, sangue come quello che scorre, caldo come lava, nelle viscere di Mimmo Borrelli, che di questo Festival è mentore, ideatore e direttore.

Tuesday, 08 September 2015 00:00

Prolàb e la necessità sussistente

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Sussiste una spinta necessitante di fondo in chi devolve la propria vita ad una causa facendone missione. Nella fattispecie, la causa è il teatro, la vita in devoluzione è quella di Eduardo Zampella, alle spalle una ultratrentennale esperienza di formatore in quella particolare concrezione di utopia e realtà che è diffusioneteatro.

Friday, 04 September 2015 00:00

Viaggio all'Inferno tra turismo e letteratura

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All'interno dell'avventuroso percorso speleologico che si snoda fra le Grotte di Castelcivita, un affascinate sito di cavità carsiche nei pressi di Salerno, il 22 agosto si è concluso il ciclo di rappresentazioni per la stagione in corso de L'Inferno di Dante, uno spettacolo itinerante destinato a scuole e turisti giunto al nono anno di replica. Ideato e diretto dal regista Domenico Maria Corrado, già noto ai teatranti per aver realizzato tra il 1997 ed il 2000 L'ultima notte di Ercolano negli omonimi scavi archeologici, L'Inferno di Dante è uno dei titoli più apprezzati fra quelli prodotti dalla compagnia Tappeto Volante.

Monday, 31 August 2015 00:00

Napoli, il sindaco e il teatro

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La questione meridionale del teatro sta nel divario Nord-Sud
dei finanziamenti pubblici, delle sale agibili, del numero di
recite programmate, ma sta anche nella specificità del pensiero
meridiano, nei modelli organizzativi ed artistici che funzionano,
nella passione dei talenti, in una nuova necessità del teatro.
(Franco D’Ippolito)

 
Campese: Il governo si fa in quattro per sollevare le sorti del
teatro, ma gli uomini responsabili cui è demandato il compito
si sono sempre fermati ai margini del problema, non lo hanno
mai affrontato fino alle radici. Le cose fatte a metà non hanno
mai dato buoni risultati.
De Caro: Lei sta esagerando. Milioni e milioni se ne vanno in
fumo per sovvenzionare il teatro.
Campese: Se ne vanno in fumo perché si fanno le cose a metà.
(Eduardo De Filippo)

 
Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente
(Giuseppe Tomasi di Lampedusa)

'amm scassat'
(Luigi De Magistris)

 

 

 

Luigi De Magistris sa che i “duri tagli e le dolorose esclusioni” subite da Napoli sono “i duri tagli e le dolorose esclusioni” che può lamentare l’intero Mezzogiorno e sa che addirittura non c’è regione italiana, in questo momento, che non possa avanzare esempi di tagli ed indicare esperienze d’esclusione a causa del decreto ministeriale; sa che – dal Veneto all’Emilia Romagna, dal Lazio alla Sicilia, dalla Liguria alla Puglia, la Calabria, la Basilicata – valenti esperienze innovative che pure rappresentano davvero una ricchezza culturale per le comunità di riferimento non hanno trovato riscontro da parte del Ministero, non sono state prese in considerazione da un decreto i cui primi obiettivi erano ridurre il numero di soggetti finanziati e modificare la gestione di spesa innalzando nel contempo i parametri minimi di attività produttiva, realizzativa e distributiva.

Saturday, 29 August 2015 00:00

Il tramonto di un uomo

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“Animula vagula, blandula, Hospes comesque corporis, Quae nunc abibis in loca Pallidula, rigida, nudula, Nec, ut soles, dabis iocos”.
(trad.: "Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti").
Adriano

Questa poesia scritta da Adriano nei suoi ultimi giorni di vita fa da fil rouge allo spettacolo a cui assistiamo ai piedi della fortificazione bassomedievale di Gualdo Tadino, la Rocca Flea.
A portarlo in scena un lento novantaduenne canuto, volto greve, che copre i suoi abiti con una tunica ecrù, che cerca e ottiene sostegno per salire le scale di accesso al palco e che si muove sullo stesso con a supporto un bastone. La sequenza potrebbe suscitare tenerezza se subito non si mostrasse il vigore e l'autorevolezza che quest'uomo, ancora possente, esercita sul pubblico. Lui è Giorgio Albertazzi e con un saluto al pubblico chiama l'applauso; lui è Giorgio Albertazzi e può persino permettersi di “cominciare daccapo” dopo aver pronunciato le sue prime battute senza amplificazione o ripetere frasi già enunciate quando risultassero non scandite.

Wednesday, 26 August 2015 00:00

Angelica alla corte dei linguaggi

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Cosa lega il montaggio cinematografico alla morte? Di certo viene naturale assimilare l’assenza di montaggio – un ipotetico lungo pianosequenza – con l’intera vita di ognuno: un film che inizia con la nascita, si dipana lungo le traiettorie esistenziali e termina con l’uscita di scena (la fine della vita come “fine” dell’opera). E poiché non si è ancora girato il film “totale” (i reality ne sono solo un’approssimazione, dato che agli stacchi di regia sulle numerose camere/occhi indiscreti si aggiungono gli stacchi, le interruzioni, degli spettatori, per forza di cose interessati solo a tratti all’osservazione dei concorrenti impegnati a recitare se stessi), il montaggio reca con sé necessariamente l’idea dell’interruzione, della sospensione, della manipolazione che si può operare su un testo solo dopo che è già dato, concetto conchiuso su cui operare scelte a-posteriori.

Wednesday, 05 August 2015 00:00

Progetto d’Arte: una mano di "Vernicefresca"

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Avellino è provincia sonnacchiosa e borghese, abbarbicata ad una dimensione pervicacemente statica, in cui ogni riverbero culturale, ogni sussulto d’iniziativa che esuli dal consueto fatica ad affermarsi, fatica soprattutto a penetrare e permeare un tessuto sociale endemicamente refrattario, come avvolto in una cappa di ordinarietà. Eppure, negli ultimi anni ad Avellino qualche sussulto c’è stato, qualche scossa s’è avvertita – e vivaddio non era il terremoto – ed in città qualche fremito si è percepito, pur senza che ciò intaccasse e scalfisse l’anima profonda e stanziale di un contesto fondamentalmente conservativo.

il Pickwick

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