“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Nel 2013 La Réunification des deux Corée, di Joël Pommerat, venne ospitata al Napoli Teatro Festival. Quest'anno Alfonso Postiglione ha sentito il bisogno di riproporre lo spettacolo al pubblico italiano, nella traduzione di Caterina Gozzi. Teatro della performance la Sala Cannoni del Castel Sant'Elmo, solide mura di tufo, umido che ti penetra nelle ossa, concreta realtà che fa da giusto contrappeso al clima di sospensione nel quale galleggiano i diciotto quadri scenici, che materializzano altrettante situazioni di infelicità, infedeltà, incomunicabilità vuoto esistenziale.

Thursday, 18 June 2015 00:00

L'acqua che fa acqua

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L’acqua come principio vitale; l’acqua come elemento costitutivo della vita e al contempo fattore evolutivo, fluido mobile all’interno del quale la vita (le vite) subiscono cambiamenti e trasformazioni. L’acqua come oggetto d’indagine da una prospettiva scientifica e al contempo come oggetto d trattazione scenica: è questo il presupposto, il tentato connubio, su cui si fonda il lavoro della Compagnia Pietribiasi/Tedeschi.

Thursday, 18 June 2015 00:00

L'irredento bugiardo di Arias

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Perché interpretare Goldoni oggi?
Lo spettacolo inizia con questa domanda, e chi la pone si affretta a fornire pronta risposta: per combattere la crisi mondiale.
Questa premessa sottintende ed alimenta legittime attese rivoluzionarie che, partendo da un'apodittica e sempiterna necessità goldoniana, promette generosi slanci trans-temporali con ricadute epifaniche su di una realtà – la nostra – afflitta dalla 'crisi mondiale'.

Wednesday, 17 June 2015 00:00

Riflessi di anime

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In uno specchio ci si riflette. Se è uno specchio molto grande è possibile vedere il proprio corpo per intero e anche lo spazio che lo circonda, l’ambiente intorno. Quando i grandi specchi sono tanti, i corpi si moltiplicano, lo spazio si amplifica. Che siano uno o tanti, se cambia la posizione dell’occhio che guarda, cambia l’immagine riflessa. Dal mio punto di vista, nei grandi specchi che erano sulla scena del Teatro Nuovo per l’allestimento di Diario di sé di Luca Cedrola, vedevo i corpi degli attori, gli elementi intorno ma anche il volto nel buio degli spettatori. Così Anaïs e Joaquin Nin, i protagonisti, erano circondati da occhi che li scrutavano fin dentro all’anima.

Wednesday, 17 June 2015 00:00

Un mito aereo

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Gli spettacoli di La Fura dels Baus, compagnia catalana che è stata tra le prime a contaminare i linguaggi artistici, non sono messe in scena tradizionali, cioè lo spettatore non si deve aspettare uno spazio scenico determinato, una gestualità incastonata in un rituale iconico e stilistico, ma deve solo farsi coinvolgere dai sensi e muoversi intorno aspettandosi di vedere l’impossibile.

Tuesday, 16 June 2015 00:00

Una mano di vernice fresca

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Parafrasando liberamente Italo Calvino, il classico è tale perché ha ancora qualcosa da dire, è eterno, nel senso che continua a vivere di vita propria nelle opere che lo riprendono, lo traducono, lo travisano, lo trasformano, lo rispettano, lo caricano di nuova linfa, nuove domande, nuove risposte, nuovi scenari. Ma il classico resta lì, in sottofondo, in sottotraccia, aleggia. Ibsen è un classico indiscusso del teatro e Casa di bambola una pietra miliare nella definizione del teatro moderno e della donna. Nora è eterna, ciascuna di noi è stata Nora, o avrebbe dovuto esserlo una volta nella vita. Eppure gli allestimenti filologicamente corretti, gli allestimenti bomboniera, buoni per rassicurare il pubblico borghese colto e benpensante, hanno sempre qualcosa di posticcio, di stucchevole, di lontano. Nora è esterna, eppure così lontana, troppo eterna, troppo fissa in quella gaia immagine di lodoletta gorgheggiante.

Monday, 15 June 2015 00:00

Verso un format non emozionale

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Zimmermann & De Perrot, definiti una delle più importanti compagnie di teatro-circo del panorama internazionale, sono tornati al Napoli Teatro Festival con un nuovo lavoro dal titolo Hallo. Martin Zimmermann, infatti, ha parlato della necessità interiore di creare un assolo che prendesse forma dalla materia della sua vita per raccontare qualcosa di attuale e sociale.

"C'è qualcosa di avvilente, di profondamente sconsolante nel vedere che gli uomini arrivano sempre, per l'eternità, troppo tardi quando si tratta di rimediare qualche malfatto o di riprendere cosa ch'essi hanno trascurata oltre il lecito"
(Ibsen, lett. 17 gennaio 1883)

 

In uno dei più geniali libri scritti su Ibsen, Scipio Slataper afferma che Un nemico del popolo avrebbe potuto benissimo essere ribattezzato: La storia delle scoperte del dottor Stockmann. Stockmann, il protagonista dell'opera, nel suo percorso alla ricerca della verità accede, nei cinque atti, ad una serie di scoperte, anzi 'grandi scoperte', destinate a ripercuotersi come una mare su tutta la cittadinanza, in un crescendo di ondate salate che, raggiunto il loro culmine, si ritraggono con l'amaro risucchio dell'esaurirsi del coraggio.

Tuesday, 16 June 2015 00:00

Un piede in fallo

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Poche cose a questo mondo posseggono una mistica e intrinseca complicità come il rapporto sussistente tra Napoli e Diego Armando Maradona; ed è difficile raccontare con l’esattezza delle parole quanto il sentimento che avvinghia l’una (la città) all’altro (l’incarnazione del profeta) eserciti, oltre il tempo e lo spazio, una sorta di dittatura sentimentale sull’anima devota di un popolo per il quale il calcio è vissuto quasi con fervore religioso, e Maradona è l’icona votiva per eccellenza di tale sentimento.

Saturday, 13 June 2015 00:00

La Russia cinematografica di Marcos Morau

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Al Napoli Teatro Festival Italia, tra i tanti nomi della danza ospiti di questa ottava edizione, compare quello di La Veronal, compagnia fondata nel 2005 dal coreografo spagnolo Marcos Morau. Collettivo di artisti provenienti da una formazione multidisciplinare, La Veronal (che prende il nome dal noto farmaco sedativo) porta sul palcoscenico di Piazza d'Armi lo spettacolo dal titolo Russia, ulteriore step di un progetto che vede la messa in scena di circa dieci creazioni volte a favorire il confronto e l'analogia tra danza e geografia, partendo dalle suggestioni sorte in relazione ai luoghi ed alle città (si ricorda ad esempio di Siena del 2013, in cui attraverso la storia dell'arte italiana dal Rinascimento ad oggi, si indaga sul rapporto che vi è fra l'uomo e l'immagine di se stesso).

Saturday, 13 June 2015 00:00

Una vita sul palcoscenico

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ToninoT, il nuovo lavoro teatrale di Adriana Follieri insieme alla drammaturgia e l’aiuto regia di Fiorenzo Madonna ha debuttato in prima nazionale all’E45 Fringe Festival nella Sala del Ridotto del Mercadante di Napoli.
La scelta riguardo a cosa raccontare in questa pièce, da parte della regista, l’ho trovata non facile e per questo molto coraggiosa, soprattutto nella realtà napoletana di oggi: un uomo, ex detenuto, è in scena come attore a raccontare agli spettatori la sua vita da criminale, la sua adolescenza infelice e costellata da scelte sbagliate, delusioni, scontri, decisioni irragionevoli, gioie forsennate e sbagli irreparabili.

Sunday, 14 June 2015 00:00

Del caffè soltanto la posa

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Fare Goldoni o rifare Goldoni. Fedeltà o tradimento. Due scelte parimenti legittime, le quali possono trovare senso e ragione nell’apparire in scena; possono trovare senso e ragione qualora chi le apparecchia per la scena, rimanendo fedele o tradendo, interpreti il testo traducendolo in forma viva. Perché si può prendere Goldoni, Shakespeare, Molière rispettandone alla lettera il testo eppure offrirne ad ogni apertura di sipario una nuova visione, riconsiderando lo spazio scenico, i costumi, le luci e i movimenti in assito; oppure si può prendere Goldoni, Shakespeare, Molière e manometterne scientemente il testo, i personaggi e le indicazioni di scena e offrirne il legittimo tradimento.

Friday, 12 June 2015 00:00

Mi chiamo Bond. E basta.

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Delle sedie rovesciate sul palco ammucchiate a destra e a sinistra, un uomo a terra, un altro con una torcia che cerca di capire dove si trovi. È l’incipit di Jamais Vu, cioè Mai visto. Forse perché è quasi buio? Forse perché entrano in scena due donne che sembrano riconoscerli, ma non ricordano? Indossano tutti la stessa camicia bianca e dei pantaloni grigio-scuro, i due uomini hanno nomi allusivi come Spread e Bond. Anche l’uomo che era in terra svenuto, rinviene con una forte amnesia, cioè Jamais Vu.

Friday, 12 June 2015 00:00

Prometeo o della Libertà

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Il corpo di quello che sembra essere un uomo giace legato: le braccia dietro la schiena, il polso unito all’altro polso. Sul torace e lungo la colonna vertebrale presenta diverse ferite: tagli più o meno lunghi ed escoriazioni più o meno larghe si vedono anche al costato, sui fianchi, tra le scapole, all’altezza del collo, sugli avambracci. Devono bruciare questi graffi, queste ferite: di giorno la pelle è arsa dal sole, mentre di notte è il vento a toccare le carni, generando continue fitte dolorose. È scritto infatti: “Tu odierai il sole, eppure per tutta la notte pregherai perché il suo sorgere offuschi il freddo brulicare delle stelle e sciolga i geli del mattino”.

Thursday, 11 June 2015 00:00

I pensieri (teatrali) già pensati

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“Mangiami e scopami nell’ordine che preferisci” è la battuta che sconvolge il protagonista del Diario di un killer sentimentale di Sepùlveda: “Tre anni con lei. Si fece donna in fretta, le fiorirono i fianchi a forza di usarli, il suo sguardo divenne astuto, capì che il piacere sta nell’essere esigenti, s’innamorò della seta sulla pelle, dei profumi esclusivi, dei locali con i camerieri eleganti come ambasciatori e dei gioielli. Fece un bel passo da bambina a gran figa. E nel frattempo io violai varie regole sulla sicurezza”.

il Pickwick

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