“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Thursday, 21 May 2015 00:00

Un anniversario da non dimenticare

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Sull'assito un accocco di indumenti e accessori è l'unico segno di una presenza femminile, orme apparentemente freschissime di una permanenza il cui indice di durata è direttamente proporzionale all'accumulo di scarpe disseminate sul pavimento. Un uomo di spalle è contestualmente impegnato in una scrosciante minzione e in un monologo, la cui aura premonitoria non è attenuata dallo sversamento di liquidi corporei.

Tuesday, 19 May 2015 00:00

Il (lento) Sogno di Stein

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Davvero occorre dimenticare il Sogno di una notte di mezza estate nel recensire Der Park? Davvero basta mettere a verbale che i nomi sono cambiati, che il tutto s’ambienta nella Berlino panzer-punk degli anni Ottanta e che i vestiti hanno forma e stile moderno per dire che non c’è Shakespeare nello Strauss di Peter Stein? Davvero Ippolita e Teseo, Filostrato ed Egeo e Lisandro, Erminia, Demetrio, Elena, le fate e gli artigiani, gli spiriti e la corte sono spariti dalla scena e, al loro posto, altri personaggi di un’altra trama calpestano il palco dell’Argentina?

Sunday, 17 May 2015 00:00

Una mimesi confusa

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Omaggiando Pier Paolo Pasolini, si ricorda la figura del poeta, dell’intellettuale, del drammaturgo; omaggiando la memoria di Pasolini, nel quarantennale della morte, il ventaglio delle scelte possibili è ampio, potendosi avvalere delle sue parole scritte, proposte e riproposte, o anche cimentandosi con la rielaborazione del suo lascito ideale.

Thursday, 14 May 2015 00:00

Il tormento della scrittura

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La scena è aperta, ostesa prima dell’inizio al Ridotto del Mercadante. Un rettangolo bianco al centro, immerso nel buio delle pareti, riflesso nel nero lucido del pavimento tirato a specchio. Un’ombra si muove sotto il bianco, un nero più opaco del nero dell’assito. Un uomo esce dal rettangolo, Andrea Renzi, il racconto ha inizio. L’uomo parla, guarda senza guardare, il suo sguardo alza la parete che ci separa, sta parlando a noi, come entità collettiva, ma siamo ben consapevoli che non sta parlando a ciascuno di noi, che il racconto si svolge altrove, si è già svolto altrove e lui lo sta evocando, per noi, voce medianica cui sono affidati, di volta in volta, i personaggi.

Wednesday, 13 May 2015 00:00

L'efficacia della semplicità

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La vita come una strada da percorrere, la bici come metafora del cammino, con le salite da affrontare e le cadute da cui rialzarsi. C’è un uomo solo al comando, in questo spettacolo, ma la sua maglia non è bianco-celeste ed il suo nome non è Fausto Coppi; c’è un solo uomo, e forse non è nemmeno al comando, almeno non nel senso epico delle gesta sportive, ma c’è un uomo solo sulla scena ed indossa una camicia rossa come la passione. E racconta una storia; una storia di sacrifici e sentimenti, una storia che si esprime nel lessico familiare della terra in cui si svolge, la Calabria.

Tuesday, 12 May 2015 00:00

"Samuel": meglio il silenzio

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Samuel – titre de travail è uno spettacolo creato da Pascal Merighi per la Compagnia Trio CDT, composta da tre danzatori del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, Clémentine Deluy, Damiano Ottavio Bigi, Thusnelda Mercy, che hanno deciso di unire i loro nomi e le loro esperienze per proporre progetti di spettacoli internazionali di ricerca, insieme a laboratori e workshop di tecnica moderna, contemporanea, composizione coreografia ed improvvisazione.

Sunday, 10 May 2015 00:00

I ferri del mestiere

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Due proiettori illuminano di luce bianca la tela blu del sipario. Un allegro motivetto è il tappeto sonoro che ci catapulta in una Napoli antica, ma per certi versi ancora viva, quella Napoli di fine XIX secolo, sottoproletaria, colorita e malandata, in cui il Pulcinella inurbato di Petito si è ridotto a mille mestieri per sbarcare il lunario. La tela si apre su una misera stanza, ricreata con curato realismo di solida scenografia: le mura scalcinate, con l’intonaco scrostato, i mattoni a vista, evidenti macchie verdognole di umidità, le porte e le finestre malconce, i vetri rotti, un pavimento sconnesso che un tempo doveva essere stato di marmo, mobilio di legno di fortuna, una scopa di saggina nell’angolo.

Friday, 08 May 2015 00:00

Ma quanti siamo?

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Non ho fatto tanto caso a quante persone siano presenti nella bella sala del Palazzo de' Liguoro, dove è andato in scena Ultimo primo giorno di re Ferdinando VIII e la fragilità della luna di cartapesta. Se pure li contassi uno ad uno, il mio numero risulterebbe una bugia. In ognuno dei corpi presenti c’è una folla che guarda. Sono sistemati, composti e controllati, in ogni persona poggiata su una sedia. Osservano gli attori in scena. Sono due ma ho appena detto una bugia e i personaggi non sono in grado di contarli. Gli attori sono gli unici uomini che possono pubblicamente credersi qualcun altro e non risultare pazzi. Cristian Izzo, allora, fa Ivan, che a sua volta fa il re di Spagna Ferdinando “… e che re!”. Ma Ivan è in un manicomio a quanto sembra.

Monday, 11 May 2015 00:00

Tre giorni con Mimmo Borrelli

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Un laboratorio, un seminario, un’occasione per scrutare da un’altra prospettiva ciò che sta alla base di quel che poi si compie in scena; l’opportunità di esercitare la curiosità del proprio sguardo, un po’ come fanno certi impertinenti bambini quando, ancora immersi nell’età dei giochi, cominciano a sbirciare sotto le gonne per iniziare ad esplorare i segreti della vita: non c’è prurigine, non c’è malizia, solo l’incanto del candore che svolta verso il piacere della scoperta, dell’esplorazione…

Saturday, 09 May 2015 00:00

La vita che ti uccide

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Se tu chiedi di rinunciare alla vita, la vita
non ti preserva, comunque ti uccide.
(Emma Dante)

 

Il buio è la premessa di ogni spettacolo, il luogo d’origine da cui parte ogni trama: dal buio sorgono gli arredi di scena, vengono i personaggi della storia, nasce la prima parola che viene detta. Per questo – che la platea sia piccola o grande, che appartenga a una stanza  di periferia o alla sala elegante di un’importante città – esiste il momento magico, lentissimo e benefico in cui le luci si spengono e tace ogni voce mentre, in assito, s’attarda l’inizio. Senza questo buio, spazio/tempo di passaggio dal mondo consueto all’inconsueto del teatro, nessuna opera potrebbe cominciare.

Thursday, 07 May 2015 00:00

Immagini corporee

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Corpo a tre ali è un’improvvisazione tra movimento e suono, dettata da un forte ascolto tra due danzatori, Fabrizio Varriale e Teri Jeanette Weikel, ed una violinista, Silvia Tarozzi. La Compagnia Danza Flux, composta da Fabrizio Varriale e Chiara Alborino, ha instaurato uno dei tanti ponti artistici che crea nel napoletano per far approdare nuove o storiche generazioni di artisti internazionali. In questo caso, è giunta a Napoli Teri Weikel, danzatrice e coreografa californiana, che è stata per anni coreografa e maître de ballet presso la Donald Byrd Dance Foundation a New York e diplomata dal 2002 nel metodo Feldenkrais che applica sempre nelle sue classi di danza.

Tuesday, 05 May 2015 00:00

La presenza dell’essere

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La natura delle cose ama nascondersi, celebre massima dell’oscuro filosofo greco Eraclito che fondava la visione della vita sulla “coincidentia oppositorum", simbolo che il reale è velato da qualcos’altro e che ogni presenza ed essere è tale perché cela e contemporaneamente afferma un suo opposto. Lo spettacolo, firmato dalla compagnia napoletana Danza Flux, che opera un’interessante ricerca nel campo della danza contemporanea, si è ispirato al verso eracliteo ed alle riflessioni di un altro filosofo, contemporaneo, Jean-Luc Nancy, che molto ha indagato l’universo della danza.

Tuesday, 05 May 2015 00:00

Magia, Nuvole e bambini

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Le Nuvole e chi firma quest’articolo erano un appuntamento sospeso; Le Nuvole ed io ci rincorrevamo ripromettendo di incontrarci e continuavamo a guardarci da lontano, conoscendoci attraverso altri sguardi, o al più sfiorandoci e scambiandoci occhiate di sfuggita. Finalmente, poi, come fosse un dovere imprescrittibile da ottemperare, siamo riusciti a far sì che i nostri sguardi si incrociassero, che lo sguardo attraverso il quale ci riflettessimo fosse il mio puntato verso un palco da una platea condivisa con i bambini; i bambini, ovvero gli sguardi a cui Le Nuvole dedicano il proprio lavoro. Ma non solo.

Saturday, 02 May 2015 00:00

Gioco di specchi

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Si apre la tela sul buio che non è ancora azione. Un proiettore fa scendere il suo cono di luce dall’alto. Poi un altro, a illuminare della panche rosse. Poi di nuovo buio. Azione. Quattro figure sedute su panche rosse, fisse, immobili, lo sguardo duro, corrucciato, quasi ieratiche. E poi compare Amleto, alto e pallido, avvolto in una coperta di lana a quadri e recita il titolo: Hamlet travestie, da John Poole e Antonio Petito a William Shakespeare. Non siamo in Danimarca però, ma a Napoli, o forse piuttosto nell’hinterland napoletano. Amleto Barilotto ha perso il padre in un incidente d’auto, la madre, lo zio e il cugino si arrabattano come possono, per ripagare il debito contratto con il perfido don Gennaro e Ornella, la sua fidanzata, aspetta un figlio da lui.

Wednesday, 29 April 2015 00:00

Riflessioni su "Loro" di Patella

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Per una volta parto dal dopo-spettacolo, contraddistinto da Momenti Critici, spazio-occasione voluto da Straligut Teatro, organizzatore della rassegna TeatrInScatola e a cui ho preso parte: si tratta di un incontro/confronto tra il critico e l’artista, con la partecipazione attiva del pubblico. Non comporta – sia chiaro – l’atto recensivo di ciò che è appena terminato (impossibile, almeno per me) ma di realizzare una messa in comune di punti di vista non coincidenti rispetto a un’apparizione vissuta e sparita, tra palco e platea.
Iniziativa lodevole, rientra nel novero degli sforzi che qui – come altrove – si stanno compiendo (nonostante il silenzio istituzionale e l'assenza di un sistema economico virtuoso che funga da incentivo o sostegno) per rigenerare le pratiche teatrali contemporanee, intendendo includere in queste anche l’accompagnamento esegetico, l’approfondimento critico.

il Pickwick

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