“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Espressioni

Extra La locanda delle chiacchiere

«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».

Friday, 04 December 2015 00:00

Una passeggiata al cimitero

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Ci sono alcuni luoghi che frequentiamo sin da piccoli e fino a vecchi, e che eppure non conosciamo mai veramente. Questo perché vi andiamo sempre a compiere i nostri piccoli gesti abituali, indifferenti a tutto quanto vi è e vi accade, convinti della normalità dei nostri atti folli ed incapaci di cercarvi la meraviglia. A maggior ragione quando si tratta di luoghi come i cimiteri, ne stiamo volentieri alla larga tanto fisicamente quanto col pensiero. Eppure molti di questi sono ricchi di significato e se interrogati sanno rivelarci deliziose verità:

Wednesday, 02 December 2015 00:00

Il garofano andaluso

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La lunga giornata tra le scimmie trova il suo capolinea in un campeggio alle porte di Torremolinos. Secondo le guide si tratta di una località balneare piuttosto in voga; eppure quel breve scorcio della costa si presenta scuro e opaco, come una foto macchiata dalle intemperie: la sabbia nera rende la costa oscura. Aerei solitari, a cadenze regolari, tracciano linee oblique rispetto all’orizzonte, piccioni famelici si accalcano quasi fin sulla battigia. L’acqua è sempre insopportabilmente fredda e, siccome questa volta non possiamo neanche bearci della bellezza del luogo, abbandoniamo l’idea di rilassarci al sole quasi immediatamente.

Sunday, 29 November 2015 00:00

Il bello del pubblicare in rete

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Mi avvio per un breve percorso che mi porterà a visitare − sia pur attraverso frammenti più o meno omogenei − certi luoghi della parola scritta.
Era il 10 Agosto 2012 quando, sul Corriere della Sera, Claudio Magris pubblicava l’articolo intitolato In difesa degli scrittori sommersi*. Avevo da poco iniziato a frequentare blog letterari e webmagazine, da principio con semplici commenti, poi con qualche scritto nella forma racconto, note varie e cose del genere. Ricordo come la finissima trattazione del tema fatta dallo scrittore triestino abbia destato subito un mio forte interesse. E da allora ho preso a dare maggior senso al mio tempo libero scrivendo in Rete su temi letterari.

Thursday, 26 November 2015 00:00

God Save the Apes

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La nostra piccola auto, scheggia nera ricolma di bagagli, magliette stese ad asciugarsi e buste con alimenti a lunga conservazione, scivola silenziosa a ridosso della costa. La strada che stiamo percorrendo costeggia degli alberi ritti come guardiani e un prato di erbe secche di un giallo talmente scuro che è quasi un marrone chiaro.
Finalmente la barriera di alberi si interrompe, permettendo alla striscia azzurra del mare di fare capolino; sembra che questa punta di lancia dal nome arabeggiante sia la capitale europea del windsurf.

Saturday, 14 November 2015 00:00

L'uomo

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Le piante, da quelle di seta fino alle più arruffate
gli animali, da quelli a pelo fino a quelli a scaglie
le case, dalle tende di crine fino al cemento armato
le macchine, dagli aereoplani al rasoio elettrico

e poi gli oceani e poi l'acqua nel bicchiere
e poi le stelle
e poi il sonno delle montagne,
e poi dappertutto mescolato a tutto l'uomo

ossia il sudore della fronte
ossia la luce dei libri
ossia l'amico e il nemico
ossia la nostalgia la gioia il dolore

sono passato attraverso la folla
insieme alla folla che passa.



Nâzim Hikmet-Ran, L'uomo

Thursday, 12 November 2015 00:00

Barbonaggio. Diario di un viaggio (ultima tappa)

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A guardarli per strada non devono avere fatto una buona impressione. Venti-trenta persone con un cubo di legno in braccio. In fila indiana. Per le strade di Lecce, prima di raggiungere Piazza Sant’Oronzo dove si sarebbero esibiti. A guardarli qualche pensiero strano, derivante dallo stupore, i leccesi l’avranno fatto.
Non succede così spesso in provincia di barbonare in fatto di teatro. Mendicare sì, ma questo è un altro fatto...

“E non c'è periodo storico peggiore del medioevo quando le punizioni diventano tecnologiche”

 

Questa citazione viene dal programma documentario Macchine di morte sul canale DMAX, e per l'esattezza da due puntate dedicate agli strumenti creati dall'Inquisizione durante il Medioevo.
In questi ottanta minuti, attraverso riproduzioni in computer grafic ma sopratutto esperimenti con manichini e vari pezzi di carne da maiale, si cercano di simulare tutti i vari effetti e difetti di queste macchine da tortura.

Sunday, 01 November 2015 00:00

Los Canos de Meca

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Attraversiamo lunghe distese di terra gialla mista a abetaie di un verde tale da sembrare amalgamato con la tonalità della terra stessa. È questo che mi impressiona: non si tratta più del verde cupo degli ombù o di quello brillante degli aranci, disseminato in nubi frondose lungo le vie piastrellate. E non è nemmeno il verde smeraldo degli abeti alpini, così profondo da sembrare la gola gorgogliante di un gigante.
Questo è un colore ibrido, come ibrido è questo paesaggio che, repentinamente, passa dalla pianura alla steppa, dal mare alla montagna, come se tutte queste fossero le facce dello stesso prisma.

Thursday, 29 October 2015 00:00

La città in vitro

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Dopo aver imboccato le astruse autostrade spagnole, ci risolviamo di ricomprare la tenda – smarrita nel ventre di chissà quale aeroporto − e di proseguire con il piano originario.
Cadice è là che attende, roccaforte bianca sull’Atlantico. Eretta dai Fenici nell’undicesimo secolo, la sua funzione era insita nell’antichità del suo nome: Gadir, fortezza.
E, oggi come allora, Cadice è destinata a rimanere impenetrabile: si tratta di una specie di avamposto cui le principali arterie stradali ruotano intorno, senza tangerla né inquinarla.

Thursday, 22 October 2015 00:00

Barbonaggio, diario di un viaggio (quarta tappa)

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Si torna a casa. In Italia, a calcare strade e palcoscenici ‘familiari’. Rinnovandosi ogni volta che si va in scena. Ricreandosi dall’uomo al personaggio e ricreare la platea proiettandola nell’atto. Per strada va diversamente. La strada è un non luogo (nella definizione artistica del termine) potenzialmente infinito. Il pubblico non è predisposto nel ruolo affibbiatogli dello spettatore.

Saturday, 17 October 2015 00:00

Barbonaggio, diario di un viaggio (terza tappa)

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Le parole di un artista. Lo sguardo sul circostante a proiettarsi dentro e fuori. Gli sguazzi sull’urbano formicolante caro ai simbolisti di inizio Novecento e all’attitudine dell’accattonare, girovagando, giostre di umori, circostanze, contatti, inquietudini e azioni. Un teatro vivente. Commedianti e impresari, ladri e faccendieri, gente comune, passanti, donne e iene. Chi guarda e chi osserva. Chi guarda e chi vede. Ippolito Chiarello racconta il suo viaggio. Lo fa su un invisibile palco di strada su cui s’installano altrettanti scenografie invisibili. E lo spettatore non è distanziato da nessuna parete. Diventa l’atto, l’atto creativo.

Wednesday, 14 October 2015 00:00

Barbonaggio, diario di un viaggio (seconda tappa)

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Ogni volta che parlo con me. Potrebbe essere il titolo di una poesia, l’incipit di un romanzo d’introspezione, una drammaturgia di soliloqui. Quanto siamo capaci di parlarci e non di rimproverarci, idolatrarci, specchiarci nello stagno che s’innamora di noi? Quanto pensiamo... anziché parlarci. Anziché parlare. Con noi e con l’altro. Il teatro serve anche a questo. Interconnettersi con l’altro. In un’epoca in cui la parola connessione assume significati non umani. Non di pelle. Non di voce e occhi equidistanti. Ma su queste pagine non si vuole fare morale. Raccontare.

Saturday, 10 October 2015 00:00

Barbonaggio, diario di un viaggio

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Terminal bus di Lecce, biglietteria. Da qui partono le navette che portano al più vicino aeroporto, a Brindisi. È mattino, sul piazzaletto antistante lo sportello – che sembra una sala d’attesa all’aperto, di quelle dove puoi incontrare qualche senzatetto o la turista francese ammiccante – le fasi sono concitate. Studenti, pendolari, affaristi, mercanti, paesani in cerca di fortuna, voyeurs e cocotte, professionisti e inventati. In coda o in attesa. Di un biglietto, una partenza, un ritorno. Qualcosa, comunque qualcosa. Qualcosa da fare.

Thursday, 03 September 2015 00:00

La città istoriata. Siviglia, day 1

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Arrivo in questa città torrida. È domenica, e il fatto che la gente in giro sia poca la fa sembrare deserta: devono essere tutti in spiaggia o rintanati in casa a godersi il sollievo della penombra.
Si fa presto ad orientarsi: la parte antica della città, quella più pittoresca, si rannicchia nell’alcova formata dall’ansa del Guadalquivir, affiancato da una spaziosa strada a tre corsie. Il resto è un dedalo di viuzze che sfociano in piazze dalle dimensioni spropositate, casette affastellate dalle persiane sprangate e marciapiedi rosicchiati.

Friday, 24 July 2015 00:00

La casa dei guaglioni

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“Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra, il primo ad informarmene), che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli”.
(L’isola di Arturo, Elsa Morante)

 

Napoli,
il traghetto transita, si arena sul porto, sembra quasi che voglia entrare sulla banchina e dominare la scena, invadere il molo gettando l'ancora nel cemento, seppellire un viaggio. Però poi è esatto, non sbaglia manovra, si ferma prima dell'errore, prima della terra. Con lunghe funi tiene a bada il suo capogiro, uomini anziani sudano alle dieci del mattino dentro un sole estivo già fuori stagione. Intorno a me una folla dalle mille voci aspetta di salire a bordo e conquistare un altro pezzo di mondo con lo sguardo, acciuffa con gli occhi il primo posto, vogliono tutti entrare per primi, salpare e navigare, restare sul podio umido di salsedine e fermare momenti d'acqua e terra troppo profondi, ancora lontani.

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il Pickwick

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