Cinema La sala delle immagini
«Nel buio un fascio di pulviscolo bianco si diresse al telo dinnanzi: si generarono immagini. Apparvero donne e uomini in strade mai viste e guglie, ciminiere, ponti, campanili tra case. Apparvero mondi, apparvero storie».
Nella Luino di fine anni ’60 un improvviso lutto colpisce le tre sorelle Tettamanzi: il loro padre Mansueto, patrocinatore legale in pensione con la passione della biologia, muore, lasciandole proprietarie della grande casa con giardino e di svariati milioni. Le nubili sorelle, non più giovanissime (e decisamente un po’ bruttine) destano l’attenzione del nuovo vice-capo dell’ufficio delle imposte, tal Emerenziano Paronzini, scapolo attempato, mutilato di guerra sul fronte albanese. Approfittando di una richiesta di verifica fiscale, che preoccupa le tre sorelle, il contabile si offre di aiutarle, iniziando così a frequentare la loro casa.
- Venga a prendere il caffè da noi
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La pellicola di Ermanno Olmi ha due emisferi narrativi e speculari, uno è la storia l’altro è la neve.
In realtà, tutto quello che si potrebbe dire e scrivere di questo film, nel tentativo, resterebbe sepolto sotto questi due grandi sassi, al di sotto dello spesso strato di neve giacerebbe la storia, come una coperta mai abbastanza lunga per coprire ogni cosa, mai abbastanza calda per scaldare i rimasugli della vita.
- Torneranno i prati
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Nella versione filmica, il Leopardi che abbiamo imparato a recitare, senza sentimento, tra i banchi scolastici, è lo stesso uomo che ci dicevano amareggiato e triste. Eppure, Mario Martone, regista, con la performance attoriale di Elio Germano, restituisce qualcosa che forse era andata perduta. Qualcosa di smarrito, non contemplato, superfluo, forse più fastidioso della tristezza nel progresso. Questo è il grande pregio del film, non rinuncia allo stereotipo, ma intreccia fotograficamente l’immagine al flusso incontenibile del verseggiare, sfrutta appieno il potere della settima arte, arricchendo la parola di un corrispettivo visivo aderente alla ragione del nome che si fa sfondo.
- Il giovane favoloso
- Mario Martone
- Elio Germano
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- Antonio Ranieri
- cinema italiano
- Denise Cuomo
- Il Pickwick
Oxford. Primo giorno delle nuove matricole all’Università. Cena di benvenuto. Fiumi di ragazzi entusiasti di gettarsi nell’avventura che li traghetterà verso il loro futuro fatto di carriere sfavillanti ai vertici della società. Così inizia Posh, il film della regista danese Lone Scherfing, trasposizione dell’omonima pièce teatrale di Laura Wade che dal mese di settembre, dopo l’esordio al Toronto International Film Festival, è approdato anche nelle sale italiane.
- Posh
- The Riot Club
- il club della superficialità
- Oxford
- Lone Scherfing
- Laura Wade
- Toronto International Film Festival
- Max Irons
- Sam Claflin
- Douglas Booth
- Holliday Grainger
- Freddie Fox
- Natalie Dormer
- Jessica Brown Findlay
- Ben Schnetzer
- Amanda FairbankHynes
- Jack Farthing
- Sam Reid
- Olly Alexander
- Matthew Beard
- Joey Batey
- Tony Way
- Michael Jibson
- Xavier Atkins
- Amber Anderson
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- Kasper Winding
- Graham Broadbent
- Peter Czernin
- Blueprint Pictures
- cinema inglese
- Federica Pessot
- Il Pickwick
Nel Giappone del primo dopoguerra nasce e vive Jiro Horikoshi, in un periodo in cui passato, presente e futuro iniziano la loro lotta, dove accanto alle case in legno e pietra delle periferia si ergono gli hangar degli aerodromi, con lo sguardo puntato a un domani migliore per tutto il Sol Levante. Sulle ali di questo sogno vola l'ultimo – in tutti i sensi – film scritto e diretto dal maestro dell'animazione Hayao Miyazaki, ma non chiamatelo inno alla guerra.
- Si alza il vento
- Hayao Miyazaki
- animazione
- anime giapponesi
- Studio Ghibli
- Toho
- cinema giapponese
- Il castello errante di Howl
- Porco rosso
- Mitsubishi
- Gian Battista Caproni
- Jiro Horikoshi
- Hideaki Anno
- Miori Takimoto
- Hidetoshi Nishijima
- Masahiko Nishimura
- Emiliano Coltorti
- Riccardo Suarez
- Rossa Caputo
- Agnese Marteddu
- Katsuya Kondo
- Kitarō Kōsaka
- Tatsuo Hori
- aviazione
- Alessandro Auriemma
- Il Pickwick
Al cinema Metropolitan lunedi 8 settembre è stato presentato in anteprima nazionale il corto Guado, opera prima del trentacinquenne Egidio Carbone. Drammaturgo, regista, attore del dramma che ha debuttato al San Carlo nel 2010 La bufaliera, negli ultimi anni si è dedicato alla sperimentazione cioè alla ricerca di una nuova forma da dare al personaggio. La sua innovazione, di cui questo corto è la realizzazione cinematografica, è la teoria dell’attore costitutivo.
- Guado
- Egidio Carbome
- La Bufaliera
- cortometraggio
- trascendenza
- sperimentazione cinematografica
- Adele Pandolfi
- Adele Rita Perna
- Antonella Cioli
- Salvatore Cantalupo
- Francesco Paolantoni
- Patrizio Rispo
- Enzo Casertano
- Ernesto Mahieux
- Domenico Aria
- Julija Majarčuk
- Anna Rita Del Piano
- Rene'e Sylvie Lubamba
- Rosario Verde
- Gianni Galantucci
- Sandra Lagonzino
- Salvatore Catapano
- Anna Pirolli
- Gennaro Patrone
- James Senese
- Napolipost
- Cinema Metropolitan
- Luciano Nunziante
- Paola Spedaliere
- Il Pickwick
Parliamoci chiaro: chiunque non abbia trascorso almeno una parte delle propria vita davanti alla televisione la domenica mattina, non può capire l'emozione e la speranza che ogni trailer sul colosso greco genera in me. Tutti quelli che non sanno di cosa sto parlando quando dico "Questa è la storia di un tempo lontanissimo, il tempo dei miti e delle leggende [...]", per loro fortuna non avranno provato il mio sconforto, quel mai troppo lontano gennaio di quest'anno, quando fece capolino in sala Hercules – La leggenda ha inizio (leggenda che può anche finire lì).
- Hercules – La leggenda ha inizio
- Hercules – Il guerriero
- Renny Harlin
- Kellan Lutz
- Giulio Steve
- Sean Hood
- Daniel Giat
- Gaia Weiss
- Scott Adkins
- Roxanne McKee
- Liam Garrigan
- Liam McIntyre
- Rade Serbedzija
- Jonathan Scaech
- Luke Newberry
- Millennium Films
- Brett Ratner
- Admira Wijaya
- Steve Moore
- Ryan Condal
- Evan Spilotopoulos
- Dwayne Johnson
- Ian McShane
- John Hurt
- Rufus Sewell
- Irina Shayk
- Ingrid Bolsø Berdal
- Rebecca Ferguson
- Peter Mullan
- Joseph Fiennes
- Film 44
- MetroGoldwynMayer
- Nimar Studios
- Paramount Pictures
- Hercules contro Hercules
- mitologia greca
- peplum
- Hercules: The Tracian Wars
- Radical Comics
- Alessandro Auriemma
- Il Pickwick
Secondo documentario sul lavoro operaio al Laceno d’Oro 2014, Dell’arte della guerra di Luca Bellino e Silvia Luzi è stato inizialmente presentato al Festival Internazionale del Film di Roma di due anni fa, nella sezione Prospettive Italia.
- Dell'arte della guerra
- Luca Bellino
- Silvia Luzi
- Vincenzo Acerenza
- Fabio Bottaferla
- Luigi Esposito
- Massimo Merlo
- INNSE
- Milano
- Giorgio Carella
- Vania Tegamelli
- Micolò Mulas
- Indieair Films
- Tfilm
- Lab80
- Silvano Genta
- acciaierie Falk
- EXPO 2015
- lavoro operaio
- lotta di classe
- classe operaia
- relazioni industriali
- documentario
- Kino Produzioni
- Carcere Borbonico
- laceno d'oro
- Festival Internazionale del Cinema
- avellino
- Statuto dei Lavoratori
- Antonio Cataldo
- Il Pickwick
Torna in Irpinia il festival internazionale del cinema Laceno d’Oro, giunto alla sua trentanovesima edizione. Quest’anno il premio principale, intitolato al giornalista e critico avellinese Camillo Marino – fondatore del festival – è stato assegnato al regista cinese Jia Zhang-Ke (di cui si sono visti quattro suoi lavori, tra cui l’ultimo A touch of sin), mentre il premio Giacomo d’Onofrio (collaboratore di Camillo Marino e insieme a lui condirettore della rivista Cinemasud) al giovane autore emergente è andato a Fabio Mollo per Il sud è niente.
- La svolta
- Donne contro l'Ilva
- Taranto
- ILVA
- Valentina D'Amico
- Alessandro Langiu
- Caterina Buonomo
- Francesca Caliolo
- Anna Carrieri
- Patrizia Perduno
- Gianbattista De Padova
- Michele Lombardi
- Vittorio Amodio
- Salvatore Bello
- Yo Yo Mundi
- Angelo Losacco
- Stefano Giaccone
- Filmare
- Carcere Borbonico
- avellino
- laceno d'oro
- Emilio Riva
- mobbing
- diossina
- morti bianche
- Zia Lidia Social Club
- Jia ZhangKe
- inquinamento
- cinema civile
- documentario
- Il Sud è niente
- Antonio Cataldo
- Il Pickwick
Sybille e Valerie, protagoniste rispettivamente del film della regista Nelly Kaplan Néa – A Young Emmanuelle e del film Valerie a týden divu di Jaromil Jireš, nonostante la diversità dell’esperienza erotica che si trovano ad esplorare (le prime mestruazioni per Valerie e il primo rapporto sessuale per Sybille) hanno in comune l’avvicinarsi al proprio corpo e alla sessualità in modo spontaneo, senza veli, al quale si contrappone tutto un castello di costrizioni e tabù sociali che finisce per sgretolarsi, lasciando sotto di sé scarne rovine d’infelicità e frustrazione: il padre di Sybille, pur di salvare le apparenze, è pronto a tollerare la relazione adulterina della moglie con Judith, sua sorella e anche zia della ragazza; il parroco missionario, invece, è ansioso di affondare la sua libidine nel corpo di Valerie – “vomitare il loro disgusto in faccia a ogni prete e di puntare su tutta la genìa dei 'primi doveri' l’arma a lunga gittata del cinismo sessuale” (André Breton, Manifesti del surrealismo, Piccola Biblioteca Einaudi, 1966, 1987 e 2003, p. 39).
- Néa A Young Emmanuelle
- Nelly Kaplan
- Valerie a týden divu
- Confessioni di una tredicenne
- Jaromil Jireš
- André Breton
- Manifesti del surrealismo
- sessualità
- mestruazioni
- tabù sociali
- Piccola Biblioteca Einaudi
- erotismo
- rivoluzione freudiana
- inconscio
- amour fou
- Dictionnaire du surréalisme
- JP Clebert
- atmosfere oniriche
- Renzo Principe
- Corpo e Immagine nella cultura surrealista
- Bulzoni Editore
- Emmanuelle Arsan
- Vítězslav Nezval
- meraviglioso onirico
- Georges Bataille
- Madame Edwarda
- sogno e realtà
- Eros e Thanatos
- Sigmund Freud
- Emmanuelle
- lolita
- André Pieyre Mandiargues
- Jean Jacques Brochier
- vladimir nabokov
- Sami Frey
- Ann Zacherias
- Françoise Brion
- Micheline Presle
- Les Films de La Boétie
- Jaroslava Schallerová
- Helena Anýzová
- Petr Kopriva
- Jiří Bečka
- Janus Film
- cinema francese
- cinema cecoslovacco
- Retrovisioni
- Ornella Sabia
- Il Pickwick
“La maschera non è né l’equivalente della menzogna né il contrario della sincerità: è soltanto la forma più civile ed elegante della complessità dell’artista”.
(Thierry Jousse)
Quando nel 1998 Pedro Almodòvar gira Tutto su mia madre, la scena della morte di un giovane ammiratore è un omaggio al cinema di John Cassavetes: la stessa scena è tra quelle iniziali di La sera della prima (Opening Night), film del 1978 che rappresenta una summa passionale del sentire di Cassavetes e dei codici espressivi e stilistici che di tale sentire rappresentano gli stilemi.
- La sera della prima
- Opening Night
- John Cassavetes
- Gena Rowlands
- cinema indipendente
- metateatro
- cinema e teatro
- Ben Gazzara
- Joan Blondell
- Paul Stewart
- Zohra Lampert
- Laura Johnson
- John Tuell
- Ray Powers
- Louise Fitch
- Fred Draper
- John Finnegan
- Katherine Cassavetes
- Lady Rowlands
- Seymour Cassel
- Peter Falk
- Al Ruban
- Bo Harwood
- Pedro Almodovar
- Tutto su mia madre
- Faces
- Thierry Jousse
- Actor's Studio
- schizofrenia
- realtà e finzione
- Retrovisioni
- cinema
- recensioni
- Michele Di Donato
- Il Pickwick
Quando i bambini diventano "sacchi di patate"
Written by Maria Pia Dell'OmoNelle sale italiane, dal 26 Giugno, è giunta la pellicola Quel che sapeva Maisie, adattamento cinematografico dell’opera omonima di Herny James, datata 1897.
A prestare il volto alla protagonista di questa tenera e delicatissima storia è la piccolissima e talentuosa Onata Aprile, che ci sa offrire una Maisie taciturna, tutt’occhi, dalla sottile e profonda intelligenza, che la piccola si ritrova a vivere come una qualità segreta piuttosto che condivisa coi genitori naturali, impegnati nelle loro scaramucce personali, sfocianti in seguito in un vero e proprio divorzio.
- Quehe sapeaa Maisie
- Scott McGehee
- David Siegel
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- Alexander Skarsgård
- Onata Aprile
- Joanna Vanderham
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- cinema
- Maria Pia Dell'Omo
- Il Pickwick
Su ogni carne consentita
Sulla fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Io scrivo il tuo nome
(Paul Éluard, Libertà)
Un film perfetto. Un horror quotidiano lucido, freddo, geometrico, in cui la violenza sta dentro i corpi, le menti; e quando esplode lascia solo qualche macchia di sangue sul divano. È un Cronenberg che conferma una linea più sobria, “normalizzata”, e forse proprio per questo ancora più devastante.
Il titolo, il cast e la trama di questo film hanno da subito attirato la mia attenzione e voglio proprio dalle prime righe fare la mia dichiarazione di intenti. Ebbene sì, mi voglio scucire subito: film al di sotto delle mie aspettative. John Michael Turturro, attore, regista e sceneggiatore statunitense di origine italoamericana, dotato di un certo talento e fascino, dopo il grandissimo successo del docufilm musicale su Napoli del 2010, Passione, ci riprova con questa commedia che mischia eros, solitudine, tradizione e convinzioni religiose, Gigolò per caso, chiamando a raccolta uno che di commedia forse forse, ancora ne sa qualcosa: Woody Allen.
“Io, nei miei occhi, passeggio sui rami. / I rami passeggiano sul fiume. / Vengono le mie cose essenziali. / Sono ritornelli di ritornelli. / Fra i giunchi e la sera bassa, / che strano chiamarsi Federico!”. Prima delle Canzoni per concludere, In altro modo è declamata nei suoi ultimi sei versi all’inizio dell’ultimo film di Ettore Scola, presentato fuori concorso alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia nel 2013: Che stano chiamarsi Federico – Scola racconta Fellini. Versi che ben introducono il sincero ed accorato ricordo dedicato al maestro del cinema italiano nel ventennale della sua scomparsa (31 ottobre 1993). Al di là dell’omonimia, la visionarietà e lo spirito libero e giocoso del poeta andaluso rivivono nello stupore immaginifico del grande riminese, nel suo sguardo appassionato e anarchico, fanciullesco e meravigliato. Uno sguardo carico di stupore e semplicità, indagatore e creativo.
- Che strano chiamarsi Federico
- Scola racconta Fellini
- Federico Fellini
- Ettore Scola
- Cinecittà
- Teatro 5
- Roma
- Furio Scarpelli
- Vittorio Metz
- Tommaso Lanzotti
- Giacomo Lanzotti
- Vittorio Viviani
- Antonella Attili
- Vittorio Marsiglia
- Emiliano De Martino
- Sergio Pierattini
- Giulio Forges Davanzati
- Maurizio De Santis
- Silvia Scola
- Paola Scola
- Luciano Tovoli
- Bim
- Andrea Guerra
- Nino Rota
- Canzoni per concludere
- Venezia 70
- documentario
- metacinema
- Il Casanova
- Luci del Varietà
- Sergio Rubini
- Antonio Cataldo
- Il Pickwick