“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 20 September 2014 00:00

L'uomo sogna di volare

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Nel Giappone del primo dopoguerra nasce e vive Jiro Horikoshi, in un periodo in cui passato, presente e futuro iniziano la loro lotta, dove accanto alle case in legno e pietra delle periferia si ergono gli hangar degli aerodromi, con lo sguardo puntato a un domani migliore per tutto il Sol Levante. Sulle ali di questo sogno vola l'ultimo – in tutti i sensi – film scritto e diretto dal maestro dell'animazione Hayao Miyazaki, ma non chiamatelo inno alla guerra.

Il piccolo Horikoshi sogna di pilotare aerei, di librarsi in cielo, ma a causa della sua miopia non potrà mai vedere questo desiderio realizzarsi. E allora, perché non costruirli, gli aeroplani? Guidato dall'esempio e da una serie di incontri onirici con il suo mito, il progettista italiano Gian Battista Caproni, Jiro impiegherà ogni singolo sforzo e ogni energia verso un solo obiettivo: dare vita all'aereo perfetto.
Si alza il vento non è il solito film targato Studio Ghibli. Da subito si nota la mancanza del predominio di quella dimensione fantastica, cui siamo stati abituati da altri lavori come Il castello errante di Howl o Porco Rosso, che ritorna solo in piccola parte nei sogni del protagonista. Questo, poi, è un film biografico: Jiro Horikoshi è stato il progettista giapponese che negli anni della seconda guerra mondiale ha ideato, per conto della Mitsubishi, gli Zero, caccia da combattimento che divennero presto tristemente noti agli Alleati. Dettaglio, questo, che potrebbe gettare una pesante ombra su quella che è senza dubbio un'opera di fino: come è possibile dedicare un lungometraggio a un produttore di armi? Per fortuna, non è così semplice: il messaggio che accompagna ogni singolo frame è quello esattamente opposto. Ogni sequenza e ogni dialogo sottolineano come e quanto la guerra sia sbagliata, in maniera chiara e aperta. Nei sogni in cui si incontrano Caproni e Hirokoshi i loro discorsi vertono spesso sull'uso sbagliato che il mondo fa di quello che creano, l'uso mortifero dei loro capolavori, che invece potrebbero essere qualcosa di meraviglioso e di bello per tutti. Il film di Miyazaki non è dedicato a un mercante di morte, ma a un sognatore, un visionario, un uomo che ha cercato incessantemente di creare qualcosa di assolutamente perfetto, di vedere le proprie ambizioni realizzate. Inoltre il film, tratto da un manga dello stesso Miyazaki, che a sua volta affonda le proprie radici nel romanzo di Tatsuo Hori, si getta anche contro il regime nazionalsocialista che in quegli anni avrebbe sconvolto la Germania, attraverso il personaggio del simpatico Hans Castorp.
Si alza il vento attraversa in maniera liquida diversi anni della vita di Jiro, dalla tarda infanzia, passando per l'adolescenza fino all'età adulta, enfatizzando tutti gli avvenimenti più importanti di quella che è senza dubbio una favola dal retrogusto amaro. Fil rouge della storia sono i sogni condivisi di Horikoshi e Caproni, che fanno da ponte tra gli accadimenti della sua vita e sono il luogo eletto dove i due ingegneri si scambiano opinioni e rivelano allo spettatore quello che ogni evento narrato ha come conseguenza: come le ambizioni dell'essere umano devino in qualche modo l'individuo, che arriva a non pensare alle conseguenze delle proprie azioni pur di vedersi realizzati.
Tra colori ricchi, dialoghi d'altri tempi e musiche in perfetta armonia con le immagini, l'opera-testamento di Miyazaki ci lascia attoniti con una domanda: cosa sei disposto a sopportare pur di raggiungere i tuoi obiettivi?

 

 

 

 

Si alza il vento (Kaze tachinu)
regia
Hayao Miyazaki
soggetto e sceneggiatura Hayao Miyazaki
doppiatori originali Hideaki Anno, Miori Takimoto, Hidetoshi Nishijima, Masahiko Nishimura, Steve Alpert, Morio Kazama, Keiko Takeshita, Mirai Shida, Jun Kunimura, Shinobu Otake, Nomura Mansai
doppiatori italiani Emiliano Coltorti, Riccardo Suarez, Rossa Caputo, Agnese Marteddu, Massimo De Ambrosis, Ambrogio Colombo, Edwin Alexander Francis, Luca Biagini, Giulia Tarquini, Chiara Fabiano, Aurora Cancian, Ugo Maria Morosi, Barbara De Bortoli, Benedetta Degli Innocenti, Angelo Maggi
character design Katsuya Kondo
animatori Kitarō Kosaka
produzione Studio Ghibli, Toho
paese Giappone
lingua originale giapponese
colore a colori
anno 2013
durata 126 min.

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