
Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
Gli occhi verdi e sorridenti come quelli di una persona felice, i capelli un po’ arruffati, le mani ruvide e forti, una giacca nera di panno e pantaloni neri, ecco che Luigi Zucconi entra nel bar dove lo attendo per l’intervista. Incontra un ragazzo, lo abbraccia, si informa della sua salute, poi, rivolgendosi alla persona che lo accompagna, restano a parlare qualche attimo con un atteggiamento che indica preoccupazione. Scopro dopo che quel ragazzo fa parte della comunità dell’Anconella, dove si promuove il reinserimento nel mondo del lavoro di ex tossicodipendenti e di cui, Luigi e la sua compagna, sono volontari da anni.
ART 3.0: AutoRiTratto di Barbara Calonaci
Scritto da Catia GiaccheriniAppena conosciuta, Barbara mi invitò ad una cena con i suoi amici e in quell’occasione, mi resi conto di essere entrata in un ambiente assolutamente insolito. Persone di ogni tipo ed estrazione che sembravano condividere tutto, teatranti che cucinavano, avvocati che recitavano, giornalisti che discutevano di uncinetto e lavori domestici mentre qualcuno se ne stava comodamente seduto sul trono che Barbara ha in salotto.
ART 3.0: AutoRiTratto di Paolo Galletti
Scritto da Catia GiaccheriniLa città.
Lucca distende il proprio ricettacolo di piccole vie, tenendolo stretto tra mura sontuose, che fondono al colore della terra il verde chiaro dei prati. Dall’alto somiglia a un tetto continuo, a un’unica lastra abbronzata di tegole che declinano a spiovere, lasciando soltanto intuire – più in basso – l’esistenza di finestre e balconi, di insegne e negozi, di passanti e di strade, di piazze, di scorci.
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Se dovessi scegliere solo tre parole per raccontarvi le sensazione provate confrontandomi con le opere di Andrea Nicita il primo termine che userei è “delicatezza”, il secondo “leggerezza” e il terzo sarebbe “equilibrio”. Le sue figure fluttuano, galleggiano, restano quasi ad un passo dal precipizio in una realtà che non gli appartiene, mantenendo intera e forte la loro autonomia. Queste presenze, pur silenziose, riescono comunque ad imporsi su tutto quello che le circonda. La sensazione che si riceve, restando in ascolto, è il desiderio di mettere in comunicazione realtà diverse, permettere un confronto paritario, anche se potenzialmente pericoloso. Le sculture non sono mai mimentiche rispetto all’ambiente circostante, anzi, sembano non parlare mai la lingua del luogo che abitano. Desiderio quindi di conoscenza, che superi gli schemi già noti.
Incontriamo Cristina Cara, artista barese, alla vigilia dell’esposizione delle sue opere nello spazio di Lucamante Arredamenti, esposizione durante la quale darà anche prova dal vivo delle proprie doti artistiche realizzando un’opera estemporanea. Schiva e garbata, ci racconta di sé e del suo rapporto con l’arte, delle sue aspirazioni e dei suoi timori, del suo rapporto con l’opera di creazione e sul nesso vicendevole che sussiste tra l’artista e la propria interiorità. Nata e cresciuta a Bari, dove ha frequentato il liceo artistico, si laurea poi in Scienze dell’Educazione, senza però mai abbandonare la passione originaria: la pittura.
ART 3.0: AutoRiTratto di Antonio Possenti
Scritto da Catia GiaccheriniC’è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute… Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L’audacia ha in sé genio, potere, magia. Incomincia adesso”. (Goethe)
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“Scogliere non geograficamente ubicabili, collocabili bensì in uno spazio-tempo ideale di natura fantastica. Non caratteristiche di questo o quel luogo della terra, ma luogo dell'animo, figura emblematica, e in fondo metafisica, perché fuori di ogni realtà effettiva. Situazione e immagine di sé. Traslato della passione…" (Antonio Natali, citando il padre Elvio, luglio 2013).
ART 3.0: AutoRiTratto di Marco Manzella
Scritto da Catia GiaccheriniLa pittura può essere una cosa molto seria, soprattutto se la si considera uno strumento di indagine, il tentativo di capire il caos che ci circonda provando a trovare delle regole, o meglio: provando ad immaginarle. Dipingere per provare ad interpretare un mondo che non si capisce. Questo è il cuore di chi, come Marco Manzella, lavora con l’immaginazione utilizzando la pittura come elemento narrativo.
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Bologna Violenta: "Siamo polvere su ciò che c'è già stato"
Scritto da Andrea AngelinoI temi dell’emergenza espressiva, del mercato indipendente, dell’approccio del pubblico a ciò che musicalmente può essere definito “piccolo”, la consapevolezza degli italiani rispetto a ciò che è musica. Sono questi i temi focali di questa intervista a Nicola Manzan, violinista di levatura classica che con il progetto Bologna Violenta, si dona al Grindcore più estremo e avaro di compromessi. Ma come afferma lo stesso musicista: la battaglia (quella delle realtà indipendenti) non è ancora persa.
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Elisa Nesi è nata nel 1978 a Firenze, dove vive e lavora. Diplomata al Liceo Artistico di Firenze, ha proseguito i suoi studi fino alla laurea in Storia dell'Arte all'Università fiorentina. Da qualche anno si dedica sia alla pittura, sia all'attività letteraria che comprende testi di critica d'arte, e articoli di giornalismo del settore.
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