
Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
ART 3.0: AutoRiTratto di Vincenzo Morlotti
Scritto da Catia GiaccheriniNasce a Vedano Olona il 28 agosto 1949, dopo un breve periodo si trasferisce a Gemonio.
A soli quattordici anni collabora con lo scultore Egidio Casarotti alla realizzazione di altorilievi per la Chiesa parrocchiale di Laveno. Il Maestro, complice del giovane, gli trasmette un’impronta significativa che più tardi emergerà nei lavori di scultura e nella tridimensionalità delle forme nelle tele dell’artista.
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ART 3.0: AutoRiTratto di Justyna Kopania
Scritto da Catia GiaccheriniDesideravo intervistare Justyna Kopania già da qualche mese; seguivo la sua pagina, le sue pubblicazioni e un giorno ho provato a contattarla. Per mesi non ho ricevuto risposta. Un giorno le ho scritto un solo puntino in privato questa volta sul suo profilo Facebook. Passano poche ore e ricevo una risposta. Le scrivo quindi che vorrei intervistarla per la rivista Il Pickwick e le chiedo se posso porle alcune domande. Lei accetta con generosità e scrive, scrive e quasi mi travolge con questa volontà che sembra bucare la rete, con questa potenza che si manifesta non solo nelle sue opere ma nel suo modo di essere. E mentre leggo le sue risposte e tento di dar loro la stessa forza con cui le metabolizzo, mi sento come chi sta intervistando un'artista che resterà nella storia e sorrido della fortuna e della gioia che scrivere questo articolo mi procura. Di seguito l'intervista in italiano e in inglese.
ART 3.0: AutoRiTratto di Marco De Angelis
Scritto da Catia GiaccheriniMarco De Angelis è vignettista, illustratore, giornalista professionista e grafico ed è nato nel 1955 a Roma. Finora ha pubblicato su circa centocinquanta testate in Italia e all’estero. Dopo essere stato vignettista e redattore del Popolo dal 1979 al 1997, ha collaborato lungamente con Il Messaggero ed è entrato nella redazione di Repubblica nel 2003. Ha pubblicato sul Il Mattino, Grazia, I Gialli Mondadori, Panorama, Help!, ComicArt, le nuove edizioni de Il Travaso e Marc’Aurelio, giornali stranieri come Washington Post, Los Angeles Times, Chicago Tribune, Vancouver Sun, Herald Tribune, Courrier International, Le Monde, Yez, Nebelspalter, Eulenspiegel, WittyWorld (di cui è stato corrispondente dall’Italia). Molti dei suoi disegni sono distribuiti all’estero da The New York Times Syndicate. È uno dei curatori della rivista online Buduàr.
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"La disarmonia della famiglia, la disoccupazione del padre nel dopoguerra e una sua conseguente malattia, segnarono la vita della mia vita, del mio "carma", della mia tristezza. A diciannove anni ebbi l'incarico di insegnare disegno e storia dell'arte al liceo del mio paese; dovetti cercare lavoro agli altri componenti della mia famiglia e presto, dopo l'insegnamento, nel pomeriggio cominciai a costruire, con un solo uomo, una casa, che fu ultimata in cinque anni. Il caso volle che cominciassi poi un'altra costruzione; un Centro Museo Internazionale per tutti gli artisti che capitavano all'Elba quando l'isola era ancora una scoperta. Io, che comunciai a fare le prime mostre all'età di tredici anni, trasformai le cantine di un vecchio cascinale in studi d'arte e luoghi per conferenze, incontri, teatro ed iniziai ad erigere monumenti nel terreno circostante abbandonato per la crisi dell'agricoltura del dopoguerra.
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- Ciclo di Mario Luzi
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Massimo Cantini è nato a Pontassieve nel 1946: ha quindi vissuto gli anni postbellici della ricostruzione, respirato l'aria nuova che soffiava prepotentemente dal resto d'Europa. Infatti, anche Cantini, come altri giovani artisti fiorentini, nei primi anni Settanta cominciò a gravitare alla Galleria Inquadrature (nel 1973 fece parte, con la Galleria, del gruppo "Come pittura"). Poi, nel 1979, insieme agli artisti Del Testa, Fusi, Nigiani, firmò il manifesto Foto di gruppo, presentato da Pier Carlo Santini. Il suo lavoro si è collocato fin dall'inizio entro la tematica del rapporto tra l'immagine derivata dalla natura e il rigore compositivo, l'incasellatura geometrica che non lascia scampo.
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- Massimo Cantini
- Galleria Inquadrature
- Del Testa
- Fusi
- Nigiani
- Foto di gruppo
- Pier Carlo Santini
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"In genere tutti gli artisti del Rinascimento maturo cercarono di raffigurare nelle loro opere un'umanità ideale, il cui corpo avesse proporzioni perfette e forme armoniose. Per ottenere tale bellezza formale gli artisti fecero spesso ricorsoa particolari accorgimenti tecnici, come lievi sproporzioni o deformazioni a prima vista impercettibili. Ne sono un esempio le mani e la testa leggermente sovradimensionate del David, che simboleggiano la capacità di agire e l'intelligenza" (Manuela Mazzucchetti, Giorgio Evangelisti).
Di Andrea Casalini mi colpisce il tratto netto, marcato, deciso, calcato − una sorta di vera e propria imposizione artistica, un graffio creatore lo definirei − con cui definisce, o meglio ridefinisce, le proporzioni consuete imponendo all'osservatore dell'arte sua la ricalibratura dello sguardo, una nuova misurazione percettiva. Osservate, ad esempio, le mani delle sue figure o la maniera nella quale contorna le auto che producono traffico e comprenderete perché ho iniziato questa intervista con una citazione che fa risalire il nostro pensiero, la nostra lettura, al Rinascimento deformativo; impercettibile quasi agli occhi e tuttavia simbolicamente ri-fondante.
Quando ho letto il suo racconto sul Guardiano del Sonno – ed è avvenuto dopo aver visto tanti pastelli e quadri nati da quella storia che non mi veniva ancora narrata – ho creduto che le due sentinelle in due torri isolate di confine fossero figura del pittore stesso, e del giovane amico e modello nella sua casa lontana; ma non era così, Rodolfo mi ha spiegato: i due personaggi danno figura a due tendenze che sono in lui e nella sua arte: il personaggio dell'architetto, a quella intellettiva e metafisica; il contadino, che desiderava la vicinanza della terra a quella spoglia d'invenzione che non siano pose semplicemente liriche, al giovane suggerite e poi da lui lentamente variate. (Carlo Del Bravo – Bandecchi e Vivaldi 2006).
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- Autoritratto
- Rodolfo Meli
- Il Guardiano del Sonno
- Carlo Del Bravo
- Bandecchi e Vivaldi
- Giotto
- Piero della Francesca
- Pontormo
- Rosso Fiorentino
- Leon Battista Alberti
- Beato Angelico
- Peggy Guggenheim
- Francesco Guicciardini
- Max Ernst
- Erik Roos
- Omaggio a Giovanni Colacicchi
- Palazzo Pitti
- intervista
- Accademia dei Sensi
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Antonio è una rivista: mettiamo le cose bene in chiaro. Non parliamo di un albo a fumetti, o di una raccolta di freddi scritti che criticano in maniera oggettiva il mondo di oggi. Tra le pagine del progetto edito dall'associazione Terra di Confine troverete il perfetto mix di immagini e parole. Antonio ha una sua filosofia, una sua passione, una sua anima: per indagarla, abbiamo parlato con Vincenzo De Luca Bossa, direttore commerciale del progetto, e Pasquale "Sgobbiart" Angerame, il direttore artistico.
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- Vincenzo De Luca Bossa
- Pasquale Sgobbiart Angerame
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- Big Geek Bari
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- Musicology
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- Kestè
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- Napoli Comicon
- Stefano Benni
- Kestè Lab
- Fabrizio Caliendo
- Live in Tandem
- Aldolà Chivalà
- Vespasiano Napoletano
- intervista
- Una rivoluzione di nome Antonio
- Alessandro Auriemma
- Il Pickwick
"Nell'analisi della pittura di Piero Ardenghi elemento fondamentale è la volontà di conferire all'insieme dell'espressione l'impronta sostenuta e dinamica della massa plastica. Essa è identificata dal colore ed in primo luogo dalla sua pregnanza fìsica, l'orchestrazione interpretativa di equilibrio formale segue un orientamento costruttivo che si alterna e si innesta in nuclei figurativi (seppur di estrema sintesi), oppure procede verso risoluzioni di gusto astratto; tuttavia al di là delle effettive testimonianze visive, il linguaggio dell'artista mantiene la sua unità, la sua coerenza, sino al punto di qualificarsi come organica "cifra" di stile, personale ed acclarata.
Ardenghi, pertanto, perviene ad una particolare e libera articolazione della forma, conseguenza dell'energica sintesi segnica a cui è sottoposta la figura. In questo senso l'espressione pittorica deve la sua forza al raffinato lavoro di ricerca delle "masse di colore" che egli sostiene con lucida introspezione. Per questo i suoi lavori non hanno nulla della tradizionale veduta, ma sollecitano con efficacia la diretta partecipazione dell'osservatore; da queste considerazioni emerge chiaramente il carattere non formalista "del suo linguaggio" il suo pronunciamento contro ogni forma di seducente pittoricismo.
Artista e scrittore di alcuni volumi come L'uomo senza uomo non può essere rappresentato e Piero della Francesca e l'astrazione Paolo Graziani prima di iniziare a rispondere alle nostre domande ci tiene a precisare: "Personalmente non amo molto essere definito “artista”, perché negli ultimi cinquant'anni, questo termine è stato inflazionato, deturpato, massacrato e privato del suo vero valore, incollandolo addosso a chiunque. Mi riconosco molto di più nel termine più antico di “artifex”, che indica un legame più stretto al senso della perizia tecnica del mestiere, altrettanto importante, e forse più, dell’idea stessa nella realizzazione di un’opera. Questa è comunque una distinzione, ripeto, strettamente personale, che esula dal taglio dell'intervista, ma può indicare un ben preciso atteggiamento".
Inizia da qui la nostra intervista.
- ART 30
- Autoritratto
- Paolo Graziani
- L'uomo senza uomo non può essere rappresentato
- Piero della Francesca e l'astrazione
- Enzo Ceccherini
- Galleria Moderna di Palazzo Pitti
- Angelo Del Moro
- Pietro Parigi
- Istituto d'Arte di Porta Romana
- Michelangelo
- Giorgio De Chirico
- Roberto Longhi
- Biennale degli stracci
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- arte figurativa
- mercato dell'Arte
- critica d'arte
- La crocifissione di San Pietro
- Il Principe
- Niccolò Machiavelli
- Accademia dei Sensi
- Catia Giaccherini
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