“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 07 December 2015 00:00

ART 3.0: AutoRiTratto di Raffaele Teti

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Raffaele Teti è un concept artist freelancer, specializzato in environment 2D. Raffaele ha ventitré anni ed idee molto chiare sull’obiettivo che vuole raggiungere e, durante l’intervista, ci parla del suo sogno nel cassetto: creare in particolare gli scenari per videogiochi tripla A. Non ha mai pensato di esporre in una galleria, anzi, la cosa non gli interessa molto, nonostante alcune offerte ricevute.

Raffaele incarna la generazione digitale; parlando della rete e delle opportunità che offre, dimostra, a differenza di altri artisti, di avere le idee molto chiare sui limiti e sulle potenzialità. Quando gli chiedo di descrivere il suo lavoro risponde “parlando in modo profano, per il momento mi occupo prevalentemente di paesaggistica, concept e/o illustrazioni orientate verso l’universo videoludico e cinematografico e forse la differenza con un pittore classico è che quel paesaggio, mostrando una sua storia  con un singolo 'scatto', deve far immedesimare l’osservatore in quel contesto. Chi guarda deve percepire la storia di quel luogo, passata, attuale o imminente; sentire l’aria che respirerebbe in quel gioco o film, catturare l’anima del prodotto in un’istantanea, questo è uno dei miei obiettivi più importanti. 
Non so se hai visto o giocato un videogame di recente − annuisco − bene, parlando sempre da profano a chi non fosse del settore, soprattutto in alcuni giochi, l’ambientazione già ti suggerisce le scelte da fare, i luoghi da evitare, le zone da esplorare con maggior accuratezza magari in cerca di oggetti o indizi preziosi. Non è semplice rappresentare un intero universo, vicino alla realtà o parte di un’epoca passata o futura che riesca a coinvolgere lo spettatore. Sì perchè lo spettatore deve entrare nello stato d’animo di chi si trova catapultato lì e in quel contesto dovrà muoversi e pensare adattandosi all’ambiente circostante entrando in empatia con ciò che lo circonda oltre il monitor”.
Mi colpisce il suo atteggiamento verso lo studio, mentre si racconta spiega di non aver mai amato la scuola e certe materie, ma adesso che lavora, ringrazia tutto quello che ha imparato per esempio ad Architettura e Arredamento sulla prospettiva. Tutte quelle piccole regole che allora sembravano pesantissime, ma che adesso valgono oro, anzi come dice lui sono il pilastro della sua arte.  
Al termine dell'intervista Raffaele ricorda suo nonno del quale porta il nome e che a sua volta si dilettava con la pittura, facile pensare a come qualcosa sia passato attraverso il DNA.
Di lui scrivono i suoi ammiratori: “Molto aggraziato... ho trovato finalmente un significativo di desolato. molto intuito e con una speciale grafica... bello veramente”; “lo guardo e penso Mass Effect mi piace!”; “Grazie a te che ci fai uscire gli occhi dalle orbite con questi disegni spettacolari”; “È sfacciatamente stupendo!! mi son fermata un buon quarto d'ora a fissare i dettagli!”; “Molto suggestivo, mi ricorda gli scenari di certi giochi di simulazione!”; “Wow its beautiful! I wish i could draw landscapes like you! The colosheme is awesome... so nice! I love the whole picture and its a inspiration for me!”; “Ma wow. Sembra preso da Atlantis *^* che bello”; “Mi piace un sacco! trovo tu abbia fatto in particolare un buon lavoro con la composizione, la resa dell'atmosfera coi colori, e a dare l'impressione di varietà nella vegetazione.”

Quando ti sei accorto di voler essere un artista?
Penso che l'intento della domanda sia quello di chiedere "quando ti sei accorto di voler fare dell'arte il tuo lavoro?" A questa domanda risponderò velocemente con "recentemente ho deciso di far della mia passione, il mio lavoro", perché artisti si nasce, non è una questione di tecnica, quella è raggiungibile da chiunque abbia la tenacia, la motivazione e la testardaggine di volerla acquisire. Essere artisti, invece, è avere un pensiero creativo, una caratteristica che coinvolge ben oltre la pittura, la musica o qualsiasi altro campo di interesse. Essere artista è una questione di sensibilità, di percezione del reale e del sogno; ovviamente questo ha conseguenze positive e negative e aggiungo parecchie da entrambi i lati.

Quali sono i passaggi fondamentali della tua evoluzione artistica?
Sono nel pieno della mia evoluzione artistica, non si smette mai di imparare e di migliorare è risaputo, ma mi sento come se avessi iniziato ieri, cerco di migliorarmi costantemente e guardo lavori di mesi prima con una maturità artistica diversa tanto da considerarli quasi vecchi di anni, pieni di errori e cose che non rifarei; finché sarà così penso di essere sulla giusta strada, no?

Qual è l'opera tua o di altri a cui sei più legato e perché?
Shaalia streets ha sicuramente più importanza rispetto ad altri pubblicati in quel periodo, è stato il primo environment che io abbia apprezzato tra i miei lavori, sono molto autocritico e sono tanti quelli che non pubblico non ritenendoli all’altezza, nonostante i feedback positivi da amici artisti.
Questo environment, Shaalia streets, è stato il primo ad avermi dato gratificazione e ad avermi fatto capire che questa era la mia strada. In quel periodo molti miei lavori rappresentavano città cyberpunk tossiche, gelide, prive di natura e di colori come se rigettassi una tossicità interiore in quelle ambientazioni. Vedi, non importa cosa io disegni, una parte di me sarà sempre presente nei miei lavori e forse anche per questo molti non sono pubblici e altri non sono stati neppure terminati.

Secondo te si può vivere di arte in Italia?
È difficile vivere bene in Italia a prescindere dal lavoro, soprattutto in questo periodo. Nel mio campo, mi servirà molto tempo prima che il sogno possa avverarsi. Credo che dovrò maturare la mia esperienza anche all’estero magari passando da varie aziende come altri artisti fanno. Se mai mi farò un nome, potrei lavorare per loro anche dall’Italia e magari aprirmi uno studio come altri prima di me hanno fatto. Comunque guardare troppo al futuro mi distrae dal presente, e tieni presente che potrei cambiare idea tra un mese dopo tutto ho ventitré anni!

Nel processo di crescita e nel tentativo di affermazione e diffusione del proprio lavoro quali sono le difficoltà che, più spesso, incontra un artista?
Difficoltà interiori senz’ombra di dubbio, dover combattere costantemente con la forte autocritica, con l’ansia, con l’autostima, con le paure di ogni genere. Pubblicare un lavoro quando non è per un singolo cliente è come dichiararsi ad una ragazza, anzi, a migliaia di ragazze: prova ad immaginare la condizione psicologica. Intendiamoci, non è per forza traumatico anzi, spesso sento l’adrenalina e l’impazienza di poter pubblicare, ma è come aprire il proprio cuore soprattutto quando un’opera ha un significato maggiore rispetto un'altra. Per questo ci si sente appagati se il lavoro è apprezzato, perchè è come un amore ricambiato! In secondo luogo, è presente un enorme problema esterno (oltre a strumentazioni, tempistiche ed ignoranza generale) c’è da fare i conti con la visibilità; infatti a prescindere che il lavoro possa piacere o meno, a prescindere dalla qualità: se non raggiunge il target, muore. Questo penalizza chi non può permettersi sponsorizzazioni o simili ed arricchisce sempre gli stessi. Purtroppo si ha anche bisogno di un bel po’ di fortuna e non sempre gira per tutti, ma sono convinto che la costanza paghi, e solo il fatto di poter seguire la propria passione è già una grande fortuna.

Cosa vorresti che i lettori conoscessero di te e della tua arte?
Innanzitutto che sono uno di loro, un nerd amante di cinema, fumetti e videogame con una passione grande e la voglia di lottare per farne la mia vita. Vorrei inoltre che chi non conosce niente del mio campo, sapesse che non sono un pittore tradizionale ed il mio obiettivo non è creare paesaggi, ma storie, mondi, sensazioni e sempre con una strizzatina d’occhio verso videogame e film. Non mi interessa il particolare, ma cosa scaturisce dall’insieme di essi, posso dare molta attenzione in un lavoro ad una strada che apparentemente non avrebbe motivo di essere enfatizzata, il motivo è che su quella strada potrebbero accadere degli eventi o semplicemente ci si potrebbe muovere all’interno di un eventuale videogame.
Ho scritto anche un racconto, senza l’interesse di renderlo pubblico, ma per il puro e semplice bisogno di farlo, una sorta di sfogo creativo. Per me a prescindere dallo strumento, che sia una penna, una Reflex o uno strumento musicale, l’obiettivo dovrebbe essere sempre quello di promuovere emozioni e sensazioni negli interlocutori, e la mia sfida consiste nel farlo con un solo sguardo, come riassumere un film credibile ed emozionante in un singolo frame.

Quali lavori ti vengono offerti più frequentemente?
 Le proposte più frequenti sono per gruppi musicali o illustrazioni singole. Spesso sono costretto a rifiutare perché gli artisti, ma in generale molti professionisti di alcuni settori, sono visti come hobbisti, non gli viene riconosciuta la professionalità e, di conseguenza, non viene corrisposto un giusto compenso al lavoro svolto, all’impegno profuso ed alle risorse utilizzate che siano esse tempo o corrente elettrica. Per fortuna, in Italia, le cose stanno migliorando anche se molto lentamente. All’estero la situazione nel mio settore è nettamente migliore ma prima di decidere un eventuale trasferta, voglio migliorare e prepararmi a dovere.

Qual è il complimento più bello che hai ricevuto?
Ogni complimento, ogni persona in più che apprezza il mio lavoro mi dà la spinta per continuare su questa strada, come ho già detto in un’altra occasione: è un incoraggiamento a non smettere mai.

Qual è la difficoltà maggiore che hai affrontato?
Le sto affrontando tutt’ora e sono appena all’inizio, preferisco rispondere tra qualche anno. Intanto posso dirti che ho sempre disegnato per i fatti miei, inizialmente volevo fare il fumettista, mi è servito tutto quello che ho studiato, frequentando scuole differenti, imparando le prospettive dall’architettura che all’epoca invece consideravo una condanna e che adesso sono le basi del mio lavoro. Come grafico pubblicitario invece è stato importante conoscere la comunicazione visiva, la gestalt. Amo imparare, ogni cosa mi procura nuovi stimoli e sono felice di aver avuto questo percorso nonostante alcune esperienze non fossero strettamente pertinenti al mio campo professionale.

Qual è un sogno nel cassetto?
Vorrei poter vivere bene della mia passione a tutto tondo, senza dover fare altri lavori. Vorrei partecipare allo sviluppo di titoli Tripla A ovvero i titoli dei videogame più famosi a livello globale come ad esempio Skyrim, Deus Ex, Halo o titoli meno conosciuti ma che io reputo vere e proprie opere d’arte come Ori and the Blind Forest.

La rete per il tuo lavoro è importante?
Tutto è basato sulla rete, ormai non si entra più attraverso gli amici di amici o attraverso i parenti; il lato positivo di Facebook o di qualsiasi social è il fatto di essere potenzialmente visibili a livello globale: ti presenti al mondo intero. Non è detto che tu riesca a bucare il social, ma non sei più confinato nel tuo paese soltanto, puoi trovare e seguire artisti di grosso calibro quotidianamente ed è straordinario e sorprende pensare che fino a qualche anno fa tutto questo non era possibile.

Quale social permette maggior visibilità per la tua attività lavorativa?
Dipende, attualmente Linkedin a parte, direi Facebook per i motivi citati poco fa e aggiungo la possibilità che offre di essere contattati da persone con un interesse specifico. A livello più artistico e mirato ce ne sono altri, come ad esempio ArtStation, lì infatti puoi seguire gli artisti con maggior continuità, puoi avere reference continue, puoi trovare anche offerte di lavoro, ma purtroppo vengono richieste quasi esclusivamente persone con esperienze ventennali.

 

 

ART 3.0 − AutoRiTratti
Raffaele Teti
in collaborazione con Accademia dei Sensi
website pagina FB dell'artista

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