
Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
"Sicuramente nacqui in quel giorno, come artista; attraverso lo scacco supremo che è l'arte, l'uomo, eterno ingannatore di se stesso, cerca di contrabbandare come una risposta ciò che è destinato invece a restare un tragico interrogativo". (La promessa dell'alba di Romain Gary)
Art 3.0: AutoRiTratto di Luca Mattana Design
Scritto da Catia GiaccheriniAncora una volta è Francesco Andoli a farmi scoprire realtà artistiche di grande vitalità nascoste nel cuore di Napoli, è la volta di Luca, creatore di Mattana Design. Luca non vuole parlare di sé, ma della squadra che lavora a queste creazioni. Scrivono di lui da Preziosa Magazine: “La sua gioielleria nelle vicinanze di Piazza Amedeo a Napoli ha l’aspetto serio del luogo del prezioso, ma a un secondo sguardo attira proprio l’informalità di materiali meno costosi (argento, ma tanto bronzo). Cosa è prezioso per Luca? Gli austeri diamanti sono incastonati in oro (ma anche in argento) con un effetto straniante di understatement. Sono nascosti nella montatura, devi cercarteli. Evocano una dimensione di ricerca del pregio che va a nascondersi in una sfera intima e più personale.
Art 3.0: AutoRiTratto di Liliana Fumagalli
Scritto da Catia GiaccheriniLiliana Fumagalli, inizia il suo percorso artistico utilizzando matita e acrilici su pietra. L’incontro con Magdalena Grandi, avviene dopo la maternità e, da quel momento, sviluppa la passione per la pittura ad olio. Attratta dalle persone di altre etnie, decide di focalizzarsi sui volti perché esprimono emozioni, stati d’animo, desideri. Ha una particolare attenzione per il dettaglio quindi si cimenta con fiori, oggetti e nature morte. Non si è ancora confrontata con i paesaggi, ma sente che questo incontro-confronto non può essere rimandato.
Marco Amore è un uomo pragmatico. Il 2015 è stato un anno importate, ha compiuto quarant'anni ed ha compreso che era il momento di fare tutte le cose che non si potevano più rimandare. Così su tela ha dipinto Questo non sono io pensando che la giovinezza era conclusa e iniziava inesorabilmente la seconda fase della vita.
I Neri su neve e brume,
Presso il grande sfiatatoio illuminato
I culi in circolo,
In ginocchio cinque piccoli – diamine! –
Guardano il fornai fare
Il pane grande e biondo.
(da Attoniti di Arthur Rimbaud)
Un uomo di cartapesta con un ombrello capovolto.
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Elena Calabresi è nata a Cagliari. Nutre una grande passione per tutto ciò che è creativo e, in particolar modo, per il disegno e la pittura. Fin da piccola amava disegnare prima con i pastelli e gli acquerelli, immersa in un mondo tutto suo senza percepire altre sensazioni se non una grande serenità ed un grande benessere: emozioni che mi confida provare ancora oggi, ogni volta che usa i colori.
Se il teatro è un sacco vuoto (da riempire)
Scritto da Francesca SaturninoHo un vivido ricordo della prima volta che vidi uno spettacolo di Spiro Scimone e Francesco Sframeli. Dai primi cinque minuti ero – eravamo tutti – completamente immersi, calati in una bolla spazio/temporale, sospesi in una dimensione surreale e magnetica in cui ogni parola, ogni piccolo gesto, pausa, sguardo, piegatura nella voce era carica di senso e, allo stesso tempo, di una leggerezza soave, quasi eterea.
Due parti di sangue fiammingo − preferibilmente quello di Bosch ma va benissimo anche quello di Gijsbrechts − una parte di sangue austriaco nel senso di austroungarico e una parte di sangue italiano, del genere Marco Polo: agitare bene, al di là dell’Atlantico ed ecco Paul Rooms euro-americano trapiantato poi giovanissimo a Firenze dove compie tutti gli studi.
ART 3.0: AutoRiTratto di Cristina Seravalli
Scritto da Catia GiaccheriniDal 1996 Cristina Seravalli ha lavorato come animatrice, sceneggiatrice e direttore artistico. Nel 1998 ha fondato, insieme ad altri soci, la casa di produzione Stranemani, da cui è uscita nel 2007. Dal 2008 si è dedicata alla produzione artistica personale. Nel 2009 ha iniziato a studiare affresco con il maestro Vico Calabrò. Per vivere gestisce un Art Hotel nel centro di Firenze.
Paolo Balboni, fotografo autodidatta, da qualche anno entra timidamente nel panorama della giovane arte contemporanea, grazie ad una serie di esposizioni in Italia e nel mondo.
La sua attività artistica inizia per gioco. Macchina fotografica in spalla e tanta voglia di conoscenza lo spingono a superare i confini della sua amatissima “Bassa Emiliana”. Dopo i primi scatti, fatti di nebbia, paesaggi in trasparenza e colori rossastri di un’architettura tipica del bolognese, viaggia, infatti, in tutto il mondo, in Africa, a Cuba, in Sudamerica, in India, in Palestina e in tutta Europa. Per lui, ciascuno di questi luoghi ha qualcosa da raccontare. Lo sguardo di un passante, uno squarcio di porta dalla vernice grattata, un angolo di luce, un muro che parla di storie politiche o di intrighi amorosi.