
Cinema La sala delle immagini
«Nel buio un fascio di pulviscolo bianco si diresse al telo dinnanzi: si generarono immagini. Apparvero donne e uomini in strade mai viste e guglie, ciminiere, ponti, campanili tra case. Apparvero mondi, apparvero storie».
Cinema narrativo e coinvolgimento emozionale
Scritto da Gioacchino ToniIl cinema ha il potere di immergere lo spettatore nelle storie che racconta, riesce per certi versi ad eliminare la distanza fisica tra chi è seduto in poltrona e chi abita lo schermo, è capace di commuovere come se le vicende narrate riguardassero in prima persona lo spettatore che, addirittura, per alcuni intervalli di tempo si annulla dimenticandosi di sé. Insomma il cinema, sin dalle origini, ha un sorprendente potere di coinvolgimento e di questo potere nel corso del tempo si sono interrogati non pochi cineasti e studiosi a partire dalle conoscenze in loro possesso all’epoca circa il funzionamento della mente umana.
- Il sistema schermo mente
- Enrico Carocci
- Cinema narrativo e coinvolgimento emozionale
- Teorie dell'immagine
- Istituzioni di storia e critica del cinema
- neuroscienze
- suspense
- relazione interaffettiva
- modelli enattivi e incarnati
- modulazione del sé spettatoriale
- saggistica cinematografica
- Bulzoni Editore
- cinema
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
La televisione – e non solo quella generalista, ormai – offre sempre più di rado possibilità di visione di cinema di qualità; anche i palinsesti delle pay-tv sono sempre più invasi da tritume commerciale e da filmografie di livello sostanzialmente mediocre. Pur senza entrare nel merito di dinamiche produttive e distributive e nelle ragioni specifiche sottese, mi pare un chiaro dato di fatto che oggi maggiore appeal distributivo sul piccolo schermo ce l’abbiano soprattutto le serie tv, prodotte con dovizia di mezzi e molte volte anche di pregevole fattura, pure perché affidate a registi, attori e sceneggiatori anche di alto profilo.
- Captain Fantastic
- Matt Ross
- Viggo Mortensen
- George MacKay
- Samantha Isler
- Annalise Basso
- Nicholas Hamilton
- Shree Crooks
- Charlie Shotwell
- Trin Miller
- Steve Zahn
- Kathryn Hahn
- Frank Langella
- Ann Dowd
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- Erin Moriarty
- Stéphane Fontaine
- Joseph Krings
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- Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
- Sweet Child o' Mine
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- favola hippie
- Retrovisioni
- cinema
- Michele Di Donato
- Il Pickwick
“Quella del cinema del reale è la tendenza che più di ogni altra nel cinema contemporaneo produce nuove immagini del mondo, nuovi sguardi e nuovi interrogativi sul reale e le sue conseguenze”.
(Daniele Dottorini)
Un longevo quanto ingenuo luogo comune vuole che il cinema si sia trovato sin dalle sue origini a dover scegliere tra un indirizzo volto alla “presa del reale” e uno votato alla sua “reinvenzione fantastica”. Insomma, la solita storia che vuole da una parte i fratelli Lumière e il loro sguardo documentario sulla realtà e dall’altra Méliès con la sua idea di cinema come creazione di mondi fantastici e immaginari. Sappiamo quanto in realtà queste due linee si siano intersecate lungo tutta la storia del cinema e, soprattutto, continuino a farlo ai nostri giorni.
- La passione del reale
- Il documentario o la passione del mondo
- Daniele Dottorini
- Fratelli Lumière
- Georges Méliès
- documentario
- ambiente mediale
- cinema del reale
- Robert Flaherty
- John Grierson
- Dziga Vertov
- cinéma vérité
- Direct Cinema
- Free cinema
- cinema sperimentale
- saggistica cinematografica
- cinema
- Mimesis edizioni
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
Andrea Mariani, docente di Teoria dei media e dei nuovi media presso l’Università degli Studi di Udine, nel suo Gli anni del Cineguf (Mimesis, 2017) analizza il materiale cinematografico realizzato in Italia dai Gruppi Universitari Fascisti durante il Ventennio, una particolare produzione in cui si intrecciano indistricabilmente cinema sperimentale d’avanguardia e cinema amatoriale.
- Gli anni del Cineguf
- Andrea Mariani
- Gruppi Universitari Fascisti
- cinema e fascismo
- cinema e propaganda
- fascismo
- cinema sperimentale d'avanguardia
- neorealismo
- 16 mm
- Opera Nazionale Balilla
- cineclub
- cinedilettantismo
- Guf
- Cineguf
- Il cinema sperimentale italiano dai cineclub al Neorealismo
- cinema
- saggistica cinematografica
- Mimesis edizioni
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
Viste come qualcosa di più vicino al giornalismo o alla saggistica, a lungo le produzioni audiovisive documentarie non sono state considerate vero e proprio cinema. Contro questa convinzione, diffusa ancora oggi fuori dagli ambienti specialistici, Maurizio Fantoni Minnella ha steso il suo imponete volume Film documentario d’autore (Odoya, 2017) palesando sin dal sottotitolo, Una storia parallela, come questo luogo comune sia, una volta per tutte, da sfatare.
- Film documentario d'autore Una storia parallela
- Maurizio Fantoni Minnella
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- linguaggio filmico
- Vero Cinema
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- scuola canadese
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- Dziga Vertov
- Robert Flaherty
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- Vittorio De Seta
- Ermanno Olmi
- Matti da slegare
- Silvano Agosti
- Marco Bellocchio
- Sandro Petraglia
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- Anna
- Alberto Grifi
- Massimo Sarchielli
- Ansano Giannarelli
- Ugo Gregoretti
- Louis Malle
- Jean Rouch
- Jean Luc Godard
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- Kevin MacDonald
- Graz Michael Glawogger
- Wim Wenders
- Michel Khleifi
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- Francesco Maselli
- Mimmo Calopresti
- Paolo Pisanelli
- Michele Mellara
- Alessandro Mellara
- Erik Gandini
- Yervant Gianikian
- Angela Ricci Lucchi
- Davide Ferrario
- Daniele Vicari
- Joris Ivens
- stile documentaristico
- saggistica cinematografica
- cinema
- recensioni
- Odoya Edizioni
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
Visages, villages è un documentario di Agnès Varda, regista e sceneggiatrice belga presto trasferitasi con la famiglia in Francia, e di JR, fotografo e artista visuale dell’Île de France di origine maghrebina. La Varda fa parte dei miti cinematografici del Novecento, avendo stretto rapporti professionali e amicali con diversi esponenti della Nouvelle Vague ed essendo pioniera del genere forse più noto, e certo più mitizzato, dagli intellettuali, del Novecento.
- Visages, villages
- Agnès Varda
- JR
- cinema francese
- documentario
- Claire Duguet
- Nicolas Guicheteau
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- Maxime Pozzi Garcia
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- Jean Luc Godard
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Il lavoro di Albert Serra, artista e regista catalano, è al centro di un recente libro curato da Vincenzo Estremo e Francesco Federici in cui ad alcuni saggi scritti, oltre che dai due curatori, da Chus Martínez e Andrea Mariani, si aggiunge una lunga intervista rilasciata da Serra a Udine in occasione dei lavori del Filmforum Festival del 2015.
L’opera di Serra si inserisce in “quelle spinte centrifughe di crescita del cinema contemporaneo verso aree liminali della cultura dell’immagine, sperimentazioni che hanno in molti casi preso il posto di un certo cinema underground del passato e che oggi vivono nell’intersezione e nell’ibridazione con le pratiche dell’arte contemporanea”.
- Albert Serra Cinema, arte e performance
- Vincenzo Estremo
- Francesco Federici
- Albert Serra
- Chus Martinez
- Andrea Mariani
- Filmforum Festival
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- Arthur Rimbaud
- Singularity
- Biennale di Venezia
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- arte visiva
- immagine in movimento
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Una pecora vagante nel giardino di una villa immensa, un traffico di corpi nudi e ingarbugliati tra loro, una donna apparentemente estranea a tutto questo che legge Saramago e che ricorda con nostalgia il passato, un uomo, un mito, ovvero Toni Servillo nei panni di colui che ha ingannato, deriso e umiliato il popolo italiano e prima di tutto se stesso, Silvio Berlusconi.
Loro 1 non è sicuramente il miglior film di Paolo Sorrentino, più vicino a La grande bellezza piuttosto che a L’uomo in più o L’amico di famiglia, ma è comunque una pellicola di serie A, con una grande fotografia, una sceneggiatura essenziale e piena di silenzi, una scenografia di livelli altissimi.
- Loro 1
- Paolo Sorrentino
- Umberto Contarello
- Toni Servillo
- Elena Sofia Ricci
- Riccardo Scamarcio
- Kasia Smutniak
- Euridice Axen
- Fabrizio Bentivoglio
- Roberto De Francesco
- Dario Cantarelli
- Anna Bonaiuto
- giovanni esposito
- Ugo Pagliai
- Ricky Memphis
- Lorenzo Gioielli
- Alice Pagani
- Caroline Tilette
- Gigi Savoia
- Benedetta Mazza
- Elena Cotta
- Iaia Forte
- Duccio Camerini
- Yann Gael
- Mattia Sbragia
- Max Tortora
- Milvia Marigliano
- Michela Cescon
- Roberto Herlitzka
- Alessia Fabiani
- Chiara Iezzi
- Luca Bigazzi
- Cristiano Travaglioli
- Indigo Film
- Pathé
- France 2 Cinéma
- Silvio Berlusconi
- Fabio Concato
- Gianpaolo Tarantini
- Noemi Letizia
- Veronica Lario
- La grande bellezza
- Il Divo
- L'amico di famiglia
- L'uomo in più
- cinema italiano
- recensioni
- cinema
- Sara Lotta
- Il Pickwick
Un recente volume di Lorenzo Marmo, Roma e il cinema del dopoguerra. Neorealismo, melodramma, noir (Bulzoni Editore, 2018), indaga le modalità con cui il grande schermo ha dato immagine alla città di Roma in un momento in cui, negli anni dell’immediato dopoguerra, il Paese è alle prese con la difficile, quanto necessaria, ridefinizione dello spazio collettivo e dell’identità nazionale dopo essere finalmente uscito dalla dittatura nazifascista.
- Roma e il cinema del dopoguerra
- Neorealismo, melodramma, noir
- Lorenzo Marmo
- dopoguerra
- neorealismo
- Giorni di gloria
- Mario Serandrei
- Luchino Visconti
- Giuseppe De Santis
- melodramma
- noir
- modernizzazione
- spazio urbano
- Marcello Pagliero
- Ladri di biciclette
- vittorio de sica
- Pietro Germi
- Gioventù perduta
- Il testimone
- La città si difende
- spazializzazione dell'ansia
- Le ragazze di piazza di Spagna
- Luciano Emmer
- saggistica cinematografica
- cinema
- Bulzoni Editore
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
La vicenda di Tonya Harding è di per sé storia aggressiva, senza sconti, aspra ma genuina, spiattellata ed “eviscerata” senza remore e senza diritto di replica, pur continuando a rimanere un enigma, perché al di là di ogni dichiarazione rilasciata da ciascun personaggio di questo impasto relazionale e professionale, e del giudizio della legge, molte delle oggettive responsabilità resteranno sempre sfuggenti. Ma ciò non costituisce l’unico fondamento della trama esistenziale della ragazza nata a Portland, campionessa in uno sport feroce, il quale in modo più esplicito di altri si compone di danza e di creatività, dentro le acrobazie e le figure impeccabili che una dura ed ininterrotta esercitazione porta a compimento, alla ricerca dell’istante perfetto. Un campo nel quale, come avviene in tante altre discipline, più sofferto e sacrificato è il lavoro alla base dell’attività, più leggiadra e spettacolare appare l’esibizione.
- Tonya
- Craig Gillespie
- Margot Robbie
- Sebastian Stan
- Allison Janney
- Julianne Nicholson
- Paul Walter Hauser
- Bobby Cannavale
- Caitlin Carver
- Bojana Novakovic
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- Tonya Harding
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- Roberta Andolfo
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Un’indagine wellesiana sul film fantasma di Welles
Scritto da Gioacchino ToniMassimiliano Studer, a proposito del suo recente saggio Alle origini di Quarto potere. Too Much Johnson: il film perduto di Orson Welles (Mimesis, 2018), prospetta un calzante parallelismo “wellesiano”: così come Quarto potere (Citizen Kane, 1941) mette in scena un’indagine sulle motivazioni che conducono il personaggio a pronunciare in punto di morte la parola rosebud, altrettanto la sua ricerca è costruita sull’indagine circa i motivi che hanno obbligato al “silenzio visivo” Too Much Johnson (1938) per oltre settant’anni.
- Alle origini di Quarto potere
- Too Much Johnson: il film perduto di Orson Welles
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“La forma dell’acqua”, un fondale di messaggi
Scritto da Valentina MarianiLa forma dell’acqua di Guillermo del Toro è prima di tutto un film romantico ed un omaggio. È un film romantico perché narra di amore e amori, perché i protagonisti sono persone considerate fuori dalla norma (una donna muta, un uomo-anfibio semi-divino, un anziano disegnatore talentuoso ma escluso dal mondo del lavoro, e dal mondo di tutti i giorni, perché omosessuale). I tre personaggi potrebbero costituire tre cliché, invece del Toro unisce ad arte i fili di questa fiaba a metà tra la spy-story, il racconto fantastico, la commedia anni ’30-’40.
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Corpo e anima, candidato all’Oscar 2018 come migliore film straniero, dell’ungherese Ildikó Enyedi, è un film dal substrato psicanalitico, ma dallo svolgimento realista (e minimalista). La regista, il cui film è stato premiato a Berlino con l’Orso d’Oro, riesce con delicatezza ed eleganza ad unire i due territori, chiari fin dal titolo: l’esteriorità e l’interiorità, l’aspetto e il comportamento da un lato, l’inconscio e l’emotività dall’altro.
Viaggio al termine dell'ideologia: “La grande bellezza”
Scritto da Gioacchino Toni“La valenza politica di un film come La grande bellezza risiede in questa sua capacità di costruire un’identificazione dello spettatore con lo scenario immaginario della fantasia ideologica dominante, e di condurlo così verso un’esperienza destabilizzante della sua inconsistenza e del vuoto su cui si articola tutta la struttura significante del potere”.
Guido Mori
Sin dalla sua uscita La grande bellezza (2013) di Paolo Sorrentino ha suscitato giudizi netti oscillanti tra una dichiarata ostilità ed una ricezione entusiastica. Secondo Guido Mori, autore del recente saggio Del desiderio e del godimento. Viaggio al termine dell’ideologia ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino (Mimesis, 2018) in molti casi è mancata un’approfondita riflessione sui contenuti e sugli interrogativi proposti dal film.
- Del desiderio e del godimento
- Viaggio al termine dell'ideologia ne La grande bellezza
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- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
Tre manifesti a Ebbing, Missouri è un film strano, difficile. Può sembrare un tentativo imitativo del pulp grottesco dei fratelli Cohen, ma non è così. Questo film, frutto del lavoro dell’inglese (di origine irlandese) Martin McDonagh, è un film drammatico, ma anche una dark comedy. Una certa influenza europea, e più precisamente britannica, si vede, nello humour potente che resta sempre sospeso tra possibilità di redenzione, normale accadimento e tragedia.
- Tre manifesti a Ebbing, Missouri
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