Letteratura La bottega dei libri
«Narravano che la più misteriosa tra le botteghe fosse la bottega dei libri: da essa pare venisse un diabolico miscuglio di trame e vicende che contagiava i passanti più frettolosi tramutandoli in lettori accaniti».
Non capita molto spesso di associare la parola “suicidio” a “risate”, per ragioni su cui parrebbe un insulto dilungarsi. Siamo abituati a vedere questo atto estremo contro la vita sempre intarsiato in cornici di dolore e sofferenza, tra drôlerie di tragici eroi spasimanti d’amore. Può un tema del genere, da sempre guardato con un timore e un rispetto quasi reverenziale – come tutto ciò che riguarda la Morte, d’altronde – essere esaminato in modo ironico e allo stesso tempo serio? Può una risata accompagnare quella cornice, senza assumere il tono di una profanazione?
Nel volumetto Lontano, apparso postumo nel 2009, fanno la loro comparsa articoli usciti in precedenza su Il Corriere della Sera, vergati dalla mano di Goffredo Parise. Ho già parlato di quanto il suo lavoro di reporter sia stato importante non solo come testimonianza diretta di alcuni degli scontri più significativi del secondo Novecento, ma anche di un particolare rapporto del giornalista col paesaggio.
- lontano
- goffredo parise
- Il Corriere della Sera
- reportage
- narrazione intimistica
- memoria
- nostalgia
- decadenza
- Truman Capote
- Marilyn Monroe
- De Pisis
- Giangiacomo Feltrinelli
- Valerio Riva
- Cuba
- Fidel Castro
- Ernest Hemingway
- afrocubans
- New Orleans
- cronaca
- Caribe
- luoghi della memoria
- silvio perrella
- Eleonora Cesaretti
- Il Pickwick
Si scrive per vivere molte vite. La tua non ti basta,
già decisa com’è dal principio alla fine. Si scrive
perché ti senti stretto. Perché vuoi essere un altro.
Perché vuoi essere considerato e stimato. Perché
hai bisogno di qualcuno che ti dica bravo. Perché
sei povero. Perché ti vergogni della casa dove stai.
Perché non vuoi fare il mestiere che fa tuo padre.
Perché non hai i soldi per viaggiare. Per pagarti le
donne che vuoi, quelle che vorresti portare al
ristorante o all’opera. Perché vuoi fargliela vedere a
qualcuno, ai prepotenti, agli invidiosi.
(Ernesto Ferrero, Disegnare il vento)
- Emilio Salgari
- Verona
- Torino
- Genova
- suicidio
- Ernesto Ferrero
- Claudio Gallo
- Giuseppe Bonomi
- Felice Pozzo
- Silvino Gonzato
- realtà e fantasia
- disperazione
- sfruttamento editoriale
- Radio Accademia dei Sensi
- Genio e Follia
- Il re del mare
- Sandokan
- Il corsaro nero
- Il vascello maledetto
- I pirati della Malesia
- Il Pickwick
- letteratura
Dieci motivi per cui "Il trono di spade" piace così tanto a tutti
Written by Eleonora CesarettiNon sto parlando della serie televisiva. Una serie TV non richiede particolare attenzione, è più diretta e meno impegnativa di un libro, che richiede uno sforzo immaginativo e una costanza non indifferenti. Mi riferisco alla saga letteraria, il cui vero titolo è Le cronache del ghiaccio e del fuoco, scaturita dalla penna dell’americano George R.R. Martin.
Intervista ad Alberto Moravia: il teatro è un romanzo
Written by Alessandro Toppi"E i teatri non mi sembrarono mai così belli, a Segeste, a Ostia, a Epidauro, a Delfo, come quando li vidi vuoti e morti; caldi di sole, con le lucertole guizzanti per le pietre e le erbe fervide d'insetti; deserti di spettatori per tutto il fitto sgretolio dei gradini rovinati; con la campagna distesa e silenziosa là dove, oltre il proscenio, un tempo si erano agitati con visi coperti da maschere i piccoli uomini dalle voci cavernose" e...
“Cosa sta facendo?”
La citavo.
“Lasci stare. Cominciamo”
Mezzogiorno pieno. E scrivo responsabilmente.
Tutto bene. Simbolo con simbolo, un gradino dopo l’altro. Instancabilmente, tutto procede. E poi eccola lì. La mezzanotte che mi sballa. Suona in testa e mi rende suonata. Mi solletica con un atto di irresponsabilità. Infischiarsene degli ismi, dice. Cosa?! Come infischiarmene? Fuggire dal sovrappiù intellettualoide della luce, mi ripete. La mia personalità di Mezzogiorno vorrebbe dirmi che non “dovrei” essere del tutto in accordo con me stessa su questo atteggiamento, poi però sono tentata. Dunque che si fa? Dunque si va. Ho deciso, allora. Abbasso i gomiti? Me ne infischio dei tuoi gomiti, ascolta.
Potevo fermarmi allo spettacolo. Alla suggestione di luce, parole, gesti messa in opera da Eric Bergeonneaud e Marie-Hélène Garnier di cui ho raccontato qualche tempo fa (http://www.ilpickwick.it/index.php/teatro/item/1095-crescere-prendere-forma). E invece quel folletto curioso e anarchico che tanto spesso guida le mie scelte mi ha spinta a chiedere del testo da cui erano partiti, il romanzo di Marie-Sabine Roger et tu te soumettras à la loi de ton père. Sono contenta di averlo fatto.
Ingredienti di una grande letteratura: Algebra, e Fuoco
Written by Grazia LaderchiL’algebra e il fuoco. Saggi sulla scrittura sono titolo e sottotitolo della raccolta di saggi di John Barth, curata da Martina Testa e pubblicata in Italia da Minimum Fax. Attenzione però, questa può essere considerata una mera raccolta di saggi così come La casa dell’allegria può essere considerata solo una raccolta di racconti.
- Ingredienti di una grande letteratura
- Algebra, e Fuoco
- letteratura
- letteratura americana
- postmoderno
- L'algebra e il fuoco
- John Barth
- Minimum Fax Editore
- La casa dell'Allegria
- La letteratura dell'esaurimento
- La letteratura della pienezza
- Tom Wolfe
- New Journalism
- Caccia alla bestia con un miliardo di zampe
- Grazia Laderchi
- Il Pickwick
È cosa ardua e piena di responsabilità parlare degnamente di Dostoevskij, anche soltanto della sua mania per il gioco, perché la grandezza e la potenza di quest’uomo richiedono una capacità di racconto che non mi appartiene.
- Fëdor Michailovič Dostoevskij
- Vasilij Perov
- Stefan Zweig
- Leonid Grossman
- Pierre Pascal
- Anna Grigorev'na Dostoevskaja
- Dostoevskij mio marito
- Il giocatore
- La figura del giocatore in Dostoevskij
- letteratura russa
- ludopatia
- dipendenza dal gioco
- Mauro Fornaro
- Povera gente
- Genio e Follia
- Accademia dei Sensi
- Pietroburgo
- L'adolescente
- roulette
- Vladimir Majakovskij
- Pompeo Mariani
- Andrej Patkowski
- Paolo Soggiu
- Edvard Munch
- Il Pickwick
- alessandro toppi
“La parola regista appartiene anche alla nostra generazione, non è una parola di cui mi privo, mi piace l’idea che qualcuno mi abbia invitato qui come regista; in quanto colui che – o colei che – dà delle indicazioni a degli attori, inventa delle soluzioni, inventa uno spazio, fa dei ragionamenti attorno a delle parole che un autore scrive per lui o che stanno già là”.
- Annalisa Sacchi
- Il posto del Re
- Estetiche della regia teatrale nel modernismo e nel contemporaneo
- Bulzoni Editore
- regia teatrale
- Festival della Regia
- Dalla regia critica alla critica della Regia
- Licia Lanera
- Fibre Parallele
- Renato Palazzi
- Marco De Marinis
- Franco Cordelli
- Declino del teatro di regia
- Il declino della regia
- Thomas Ostemeier
- Romeo Castellucci
- Jan Fabre
- critica teatrale
- Analisi dello spettacolo teatrale
- teatro contemporaneo
- editoria teatrale
- Mirella Caldarone
- alessandro toppi
- Il Pickwick
C’è quel momento in cui la favola inizia, “c’era una volta”, e tutti lo viviamo con trepidazione perché cosa possa esserci stato, quella volta, non lo sappiamo, la fantasia del narratore è uguale a infinito, e una tale illimitatezza non può che generare un misto tra attesa e timore.
Col pretesto di affrontare quell’oggetto letterario sconosciuto e sconcertante che è il Pedro Páramo di Juan Rulfo, voglio dare sfogo a una serie di pensieri, che da qualche tempo mi ossessionano, nella forma di ipotesi narratologiche.
Prima di tutto, devo affermare che non rivendico l’opposizione realtà-finzione, opposizione che persino i più fini critici di Borges utilizzano incessantemente. In un certo senso, infatti, uno potrebbe considerare la realtà realizzata dall’occhio umano come la più sofisticata delle finzioni. Al contrario, per parlare qui di Pedro Páramo, voglio usare un modello oppositivo diverso (modello, dico: sia chiaro fin dall’inizio il carattere non definitivo, ipotetico, tendente all’unione più che al disaccordo, di ogni opposizione).
- Pedro Páramo
- Juan Rulfo
- Messico
- fisica quantistica
- Jorge Luis Borges
- realtà e finzione
- verismo
- Riccardo Piglia
- finzione speculativa
- realismo
- Juan Preciado
- sintassi maniacale
- Comala
- Erik Satie
- Rayuela
- Julio Cortázar
- Tesis sombre el cuento
- I delitti della Rue Morgue
- Edgar Allan Poe
- David Lynch
- Inland Empire
- Lost Highways
- Mulholland Drive
- inverosimiglianza
- franz kafka
- Il castello
- Gabriel Garcìa Marquez
- realismo magico
- letteratura sudamericana
- Friedrich Nietzsche
- Al di là del bene e del male
- Alfredo Zucchi
- Crapula
- O Metis
- Il Pickwick
Potrei apparire sconveniente a recensire il libro di un concittadino ma, insomma, dovrete perdonarmi. Non è che da Arezzo spuntino spesso protagonisti delle patrie lettere, per cui quando circola la notizia che uno sta raggiungendo meritata fama, la curiosità è tanta. Sentimento incrementato dalla menzione speciale al Premio Calvino e dalla inclusione nella “sporca dozzina” del Premio Strega. Dove sporca sta soltanto a dimostrare che mi ricordo del film dove in dodici vincono la seconda guerra mondiale e non è certo aggettivo usato con intento denigratorio.
- Marco Magini
- Come fossi solo
- Giunti Editore
- Premio Calvino
- premio strega
- Srebrenica
- ex Jugoslavia
- Repubblica Serba di Bosnia
- Hannah Arendt
- La banalità del male
- Adolf Eichmann
- Dražen Erdemović
- Dirk
- Romeo Gonzalez
- letteratura italiana
- ONU
- Nazioni Unite
- guerra
- conflitto etnico
- Tribunale dell'Aja
- solitudine
- Marco Caneschi
- Il Pickwick
Bisogna avere orecchio: il senso di Moore per il dialogo
Written by Grazia LaderchiBrian Moore è stato uno scrittore cattolico nordirlandese. Non si tratta di informazioni biografiche, o almeno non solo; intendo dire che nonostante il suo corpo l’abbia portato in giro in un continuo emigrare, prima in Canada e poi negli Stati Uniti, i romanzi non hanno mai smarrito le origini: la sua voce, ovunque si trovasse, giungeva sempre dall’Irlanda.
Moore ha scritto molte sceneggiature: il film di Hitchcock Il sipario strappato è suo, per intenderci. Questo spiega molte cose del suo modo di scrivere in generale, e del romanzo di cui sto per parlarvi: Cattolici.
Una scontrosa grazia. La poesia di Umberto Saba
Written by Davide Di FalcoUn cantuccio pensoso e schivo, solitario come una casupola su un’erta, è riservato nella nostra popolosa storia letteraria all’originalissima esperienza di Umberto Saba. Leggendo il grande triestino si ha più che mai la sensazione di spogliarsi dei propri abiti e di infilarsi nei suoi, logori e sofferti, per poi comprendere che, in fin dei conti, gli abiti di tutti gli uomini sono irrimediabilmente resi stinti e lisi dagli affanni della vita e dal peso della storia.
- Umberto Saba
- Vittorio Sereni
- Il Canzoniere
- Peppa Sabaz
- Sigmund Freud
- psicanalisi
- poesia
- Edoardo Weiss
- Gabriele D'Annunzio
- Quel che resta da fare ai poeti
- alessandro manzoni
- Bendetto Croce
- Scorciatoie e raccontini
- Pier Paolo Pasolini
- Passione e ideologia
- divina Indifferenza
- Eugenio Montale
- giacomo leopardi
- La ginestra
- A mia moglie
- Dico al mio cuore intanto che t'aspetto
- Trieste
- letteratura mitteleuropea
- Ulisse
- Konstantinos Kavafis
- Città vecchia
- Il Borgo
- Italo Svevo
- giuseppe verdi
- scontrosa grazia
- Giuseèèe Ungaretti
- Arrigo Stara
- silvio perrella
- Davide Rossi
- Davide Di Falco
- Il Pickwick