“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Letteratura

Letteratura La bottega dei libri

«Narravano che la più misteriosa tra le botteghe fosse la bottega dei libri: da essa pare venisse un diabolico miscuglio di trame e vicende che contagiava i passanti più frettolosi tramutandoli in lettori accaniti».

“Il singhiozzo è la melodia del bisbiglio walseriano. Ci rivela la provenienza dei suoi soggetti preferiti. La follia e nessun altro luogo. Sono personaggi che hanno attraversato la follia e per questo rimangono di una superficialità straziante, completamente disumana, imperturbabile. Se volessimo definire in una parola quello che hanno di divertente e terribile, potremmo dire: sono tutti guariti. Chiaramente non sapremo mai quale sia stato il procedimento della cura, a meno che ci si avventuri nella sua Biancaneve”.
(Walter Benjamin, Ombre corte. Scritti 1928-1929)

Friday, 15 November 2013 01:00

Nino Benvenuti e "L'isola che non c'è"

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Di Nino Benvenuti si parla spesso, il suo nome è inesorabilmente legato alla storia del pugilato così come i suoi successi. Nino il campione. Sua è la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Roma del 1960, suo è il titolo mondiale nella categoria dei pesi superwelter e pesi medi. È storia, ormai, la trilogia d’incontri contro l’americano Emile Griffith così come le tutte le altre vittorie dell’icona italiana della boxe.

Sunday, 17 November 2013 01:00

La creazione di un Golem

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Quando il Golem fu creato da Rabbi Löw, gli mancava soltanto la parola, cosa che però più tardi si sarebbe dimostrata un vantaggio, poi arrivò Roth, che creò Portnoy e il suo lamento.
In generale tra i vincitori e coloro che si son visti passare la vittoria sotto il naso a braccetto con un altro mentre gli fa ciao ciao con la manina, preferisco i secondi, è una cosa che probabilmente risale ai tempi in cui guardavo carrellate di Will il coyote e che forse sarebbe anche arrivato il momento di superare, ma nell’attesa funziona così. Quindi, se avesse vinto Roth, ora starei qui a parlavi della Munro, ma dato che così non è andata, eccomi qui a parlarvi di questo straordinario e prolifico scrittore e di uno dei suoi libri a cui sono più affezionata: Lamento di Portnoy.

Thursday, 21 November 2013 01:00

Attenzione a giocare con gli specchi

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In un precedente articolo dedicato al Premio Strega, Walter Siti, mi ero concentrato non tanto sulla trama quanto sulle categorie letterarie. La tesi era che con Resistere non serve a niente emergono due verosimili intenti a specchiarsi l’uno sull’altro. Mentre è reale-verosimile la tradizionale dicotomia che ha retto le sorti di questo prodotto specifico della cultura occidentale: appunto, il romanzo. Possiamo porci il problema di quando cominciare a parlarne, chiederci se bastino Gargantua e Don Chisciotte a determinare l’anno zero oppure se occorra risalire al ciclo bretone o addirittura alle Metamorfosi, quelle di Ovidio non quelle di Kafka. L’ambito geografico mi pare lambisca latitudini a noi prossime.

Gli alunni del sole di Giuseppe Marotta vede la luce – ossia il sole della realtà immanente – nel 1952, quando l’autore ha cinquant’anni ed è ormai un affermato giornalista (per il Corriere della sera), sceneggiatore (con Vittorio de Sica scrive la sceneggiatura de L’oro di Napoli, tratto da un libro dello stesso Marotta; con Eduardo De Filippo e Mario Soldati adatta al cinema Questi fantasmi) e narratore (svariate sono le sue opere: romanzi, raccolte di racconti, saggi, opere teatrali).

Tuesday, 12 November 2013 01:00

Ho fiducia nella letteratura

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E voi? Accettereste scommesse per questo mezzo di contatto fra spazi e tempi lontani che comincia a sentire il peso dell’età? Ricordate Calvino, le sue Lezioni Americane? Scriveva nel 1985 – e purtroppo lo ha solo scritto, o meglio appuntato, visto che la morte improvvisa gli impedì di tenere le conferenze programmate negli Stati Uniti – che quello che stava per concludersi era stato il millennio del libro. Un oggetto capace di sedimentare, nell’arco di dieci secoli, valori estetico-artistici che stavano a cuore allo scrittore sanremese nato a Cuba, che avrebbe fatto di tutto per salvaguardarli e proiettarli oltre le soglie del 2000.

Sunday, 10 November 2013 01:00

In cerca di vecchi libri

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Ad Antonio, per “Lezioni di letteratura” di Nabokov
A Fabio, per  “Vita grottesca e tragica di Victor Hugo” di Ionesco

 

Premessa
“I libri, in un certo senso, non stanno mai fermi. Se ne vanno in giro per la città, entrano nelle case, stanno bloccati magari per anni, per decenni, poi ripartono perché nessuno li può possedere per sempre, nessuno può bloccarne il migrare, a meno di usare le maniere forti. Ma se un libro non lo annienti, prima o poi riparte, riprende il suo giro”.

Thursday, 07 November 2013 01:00

"L’artista" di Gabriele Romagnoli

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Incipit.
“Avevo sedici anni e stavano per fucilarmi, ma la cosa peggiore era che sarei morto senza neanche avere addosso un paio di mutande vere. Sotto i pantaloni portavo la stoffa di un ombrello rotto, cucita alla meno peggio: non c’era neppure un elastico. Non avevo paura, avevo vergogna”.
Cominciava così la storia più bella che mio padre avesse da raccontare. (p. 9)

Un figlio racconta la storia di un padre, Remo Gualandi, e la presenta subito come la più bella.

Se addentate un tramezzino e poi vi concedete (magro lusso, lo riconosco) un Oro Saiwa; se andate con la automobile (attenzione, sostantivo di genere femminile) a fare compere alla Rinascente; se tutto va in fumo e siete costretti a chiamare i vigili del fuoco; se la ragazza di cui amate tutto – specie il nome – si chiama Ornella, non sarà fuori luogo, tanto più perché quest’anno ricorre il centocinquantenario della nascita, rivolgere un pensiero al coniatore di queste parole, espressioni, nomi propri: Gabriele d’Annunzio.

Friday, 01 November 2013 01:00

I "Bambini bonsai" di Paolo Zanotti

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È un romanzo indefinibile, Bambini bonsai.
Se provassi a raccontare la trama, potrebbe sembrare un libro per criaturelli.
Ma non è un libro per bambini, è un libro sui bambini, è un libro sulla presa di coscienza che “l’infanzia finisce, e che una bambina bonsai non la si può sradicare”.
Sono le ultime parole del libro.
La bambina bonsai è Sofia.

Tuesday, 29 October 2013 01:00

L’ultima crapula

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“Si è ciò che si ama. No?”, certo anche quello che mangiamo, ma a livello di midollo emotivo e materia cerebrale siamo ciò che amiamo, siamo le nostre passioni, per questo è importante scegliere con cura le proprie passioni, e per questo il più grande favore che ci offre la cultura è proprio la libertà di scelta: “riuscire a decidere consapevolmente che cosa importa e che cosa no. Riuscire a decidere che cosa venerare”. Dato che l’ateismo non esiste, è importantissimo saper decidere e imparare a pensare; l’alternativa è l’inconsapevolezza, la modalità predefinita, la corsa sfrenata al successo. Questo, in buona sostanza, diceva David Foster Wallace in Questa è l’acqua rivelando una grande verità, con la V maiuscola, che riguarda la vita prima della morte e il reale valore della cultura.

Sunday, 27 October 2013 02:00

Poche pesate parole per Gozzano

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Una poco appariscente, appartata parentesi, appena da appuntare, fu la permanenza del poeta su questo piccolo pianeta politico, questo periclitante patrimonio, questo pittoresco palcoscenico pieno di persecutori e repleto di pittime.

Wednesday, 23 October 2013 02:00

"I distruttori" di Graham Greene

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"La distruzione è parte del processo creativo". Così afferma Donnie Darko nel film omonimo a proposito del significato del racconto di Graham Greene, I distruttori, e così recita il motto del mio blog.
Non ho mai letto Greene, ve lo dico come premessa, per cui molto difficilmente in questa mia piccola riflessione sul racconto vi parlerò del suo stile e della sua opera a me sconosciuta, mi limiterò a parlare di questo racconto, tralasciando l’ombra del suo creatore, relegandolo sullo sfondo, seduto in una poltrona mentre fuma la pipa (lo immagino così).

Il 3 gennaio del 1889 Friedrich Nietszche risiedeva a Torino e uscendo dalla sua camera ammobiliata di via Carlo Alberto 6 rimase così scosso dalla crudeltà con cui un cocchiere frustava il suo cavallo da gettare le braccia al collo dell’animale e perdere da quel momento in modo definitivo l’uso della ragione. In lacrime, non sopportando più la vista di quello spettacolo, disse una frase: “Madre, sono uno stupido”. Cadde al suolo e collassò. L’ultimo episodio conosciuto della vita del filosofo diviene l’inizio della sua Fine. Nietzsche ne aveva sentito il respiro tra le frustate, l’aveva riconosciuta. Il cavallo ne respirava il marcio fetore ormai da tempo. Gli uomini invece non si accorsero di nulla.

Friday, 18 October 2013 02:00

Il tempo degli assassini

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Oggi il tempo è plumbeo ma senza fuoco e piombo. Sembra che la vita faccia male a molti. Le tragedie ci colgono preparati, i nostri occhi e le nostre orecchie sono pronti a tutto, purché vi sia un filtro − uno schermo, una radio, un giornale −: noi non sentiamo sulla pelle questo tempo, il tempo degli assassini.

il Pickwick

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