Cinema La sala delle immagini
«Nel buio un fascio di pulviscolo bianco si diresse al telo dinnanzi: si generarono immagini. Apparvero donne e uomini in strade mai viste e guglie, ciminiere, ponti, campanili tra case. Apparvero mondi, apparvero storie».
"Anomalisa", la vacuità di una vita in stop motion
Written by Zaira MagroPuò una pellicola del tutto priva di esseri umani spiegare cosa significhi esserlo e cosa voglia dire “sentirsi vivi”?
Michael Stone vive in un mondo di persone che non hanno caratteristiche che ne contraddistinguano l’unicità, né il volto né la voce, prestata da Tom Noonan a tutti i personaggi del film, bambini e donne comprese.
- Anomalisa
- Charlie Kaufman
- Duke Johnson
- David Thewlis
- Jennifer Jason Leigh
- Tom Noonan
- Pat Keegan
- David D Au
- Lee Roy Lahey
- Joe Passarelli
- Tucker Barrie
- Mostra del Cinema di Venezia
- Cincinnati
- Hotel Fregoli
- Se mi lasci ti cancello
- Essere John Malkovich
- stop motion
- figure in silicone
- Fregoli
- fregolismo
- Zaira Magro
- Il Pickwick
Dell'importante rapporto tra cinema ed arti visive si parla spesso seppure in maniera un po' scontata se non superficiale. Su tale tematica è stato pubblicato un importante studio di Marco Senaldi, Rapporto confidenziale. Percorsi tra cinema ed arti visive (Mimesis, 2012) ed il “rapporto confidenziale” a cui si riferisce il titolo del saggio è proprio quello che intercorre tra il cinema e le arti visive, rapporto che l'autore evita di cercare nei semplici rimandi reciproci tra le due pratiche proponendo, piuttosto, uno studio trasversale del cinema in rapporto alle arti visive, evidenziando come il cinema non sia pensabile al di fuori del sistema delle arti. La tesi sostenuta dallo studioso è che arti contemporanee e cinema costituiscano un sistema complesso di cui fanno parte tanto pratiche tradizionali come pittura e scultura, quanto video, installazioni e cinema. Tale sistema complesso necessita pertanto, secondo Senaldi, di essere studiato attraverso un adeguato approccio onnicomprensivo.
- Rapporto confidenziale Percorsi tra cinema ed arti visive
- Marco Senaldi
- arte e cinema
- Thomas Alva Edison
- Jacques Aumont
- L'occhio interminabile
- trompe l'oeil
- Georges Méliès
- Bruce Nauman
- Bill Viola
- Douglas Gordon
- Andy Warhol
- Entr'acte
- Francis Picabia
- Le Retour à la Raisòn
- Man ray
- Anémic Cinéma
- Marcel Duchamp
- L’âge d’or
- Salvador Dalì
- Luis Buñuel
- Ballét mécanique
- Ferdinand Leger
- Dudley Murphy
- Il gabinetto del dottor Caligari
- Robert Wiene
- Nosferatu
- Friedrich Wilhelm Murnau
- Oskar Fischinger
- Len Lye
- impressionismo
- surrealismo
- dadaismo
- pop art
- 2001 Odissea nello spazio
- Un uomo da marciapiede
- Stanley Kubrick
- John Schlesinger
- Heat
- Taxi Driver
- Martin Scorsese
- Through a Looking Glass
- Philippe Alain Michaud
- Jean Luc Godard
- Il disprezzo
- Federico Fellini
- 8 e ½
- Anthony Balch
- Towers Open Fire
- cut up
- Mimesis edizioni
- cinema
- Gioacchino Toni
- Il Pickwick
Yorgos Lanthimos è un regista, produttore e sceneggiatore cinematografico greco che solo nello scorso 2015 è passato alla produzione in lingua inglese. È perciò comprensibile non averne sentito parlare, visto l’americacentrismo che vige nella produzione cinematografica mainstream. Il suo debutto anglofono ha come protagonisti Colin Farrell e Rachel Weisz: The Lobster, ha un sapore strano e spesso straniante, dal momento che fa della distopia la sua matrice creativa.
Recentemente mi è capitato di vedere un film dal titolo poco attraente, uno di quelli pubblicizzati nelle multisale cinematografiche prima di quello per cui hai pagato. Una produzione che, durante i brevi minuti del trailer, sentivo il dovere morale di vedere: non solo per la storia raccontata, ma anche perché i protagonisti erano dei giornalisti.
I Cantieri Culturali alla Zisa, sede di manifestazioni di un certo interesse artistico – ricordiamo l’appena conclusa esposizione colossale del repertorio fotografico di Letizia Battaglia – non sono mai in fermento come in questo periodo dell’anno che vede non solo l’arrivo della calda estate palermitana – imparagonabile a qualsiasi altra estate! – ma, soprattutto, ospita dal 29 maggio al 5 giugno il Sicilia Queer FilmFest giunto quest’anno alla sesta edizione.
- Sicilia Queer FilmFest 2016
- Cantieri Culturali alla Zisa
- Cinema De Seta
- Novecento
- Bernardo Bertolucci
- Vittorio Storaro
- Dominique Sanda
- Ennio Morricone
- Something Queer Corpo territorio di relazioni
- Antonio Leone
- Andrea Ruggieri
- Al di là dello specchio
- Cecilia Grasso
- Kinging
- Drag King
- Umberto Cantone
- Nino Gennaro
- palermo
- Silvia Maiuri
- Il Pickwick
Roberto Andò ha dedicato la prima alla sua città, Palermo, pronto alle reazioni di una stampa locale che conosce bene e accolto dalla fiducia dei conterranei. All'anteprima di Le confessioni, che è nelle sale italiane da giovedì 21 aprile, era presente tutto questo. Dopo la visione del film Andò ha risposto alle domande della stampa con grande sincerità dicendosi ispirato, al momento della creazione, da una suggestione che, trasmessaci, permette ora di scrivere con più coraggio.
- Le confessioni
- Roberto Andò
- Toni Servillo
- Daniel Auteuil
- Connie Nilsen
- Pierfrancesco Favino
- Marie Josée Croze
- Morlitz Bleibreut
- Lambert Wilson
- Maurizio Calvesi
- Clelio Benevento
- Nicola Piovani
- Bibi Film TV
- Rai Cinema
- Barbary Film
- 01 Distribution
- palermo
- Germania
- G8
- Daniel Roché
- Roberto Salus
- manovra economica
- finanza europea
- dramma etico
- giallo etico
- cinema italiano
- Silvia Maiuri
- Il Pickwick
Tre storie. Tre racconti di solitudine e di vita vissuta ai margini della società che conta. Lo scenario, la periferia di Parigi. Il film, Il condominio dei cuori infranti di Samuel Benchetrit. Charly è un adolescente all’apparenza apatico che vive con una madre che non c’è mai; Jeanne Meyer è un’attrice disoccupata un po’ su con l’età, dal carattere scontroso e respingente, e Sternkowitz è un uomo solitario, un po’ squallido, che fugge dai rapporti umani ed evita i suoi stessi condomini, ma che in realtà, ha bisogno di una metà che lo completi.
Io ci ho provato a tenere gli occhi aperti e ci sono riuscita, ma non potrei giurate che sia stato lo stesso per tutti quelli che erano in sala con me. Ave, Cesare!, il nuovo film di Ethan e Joel Coen potrebbe vantare, se si considerano i primi trenta minuti almeno, le proprietà di una camomilla. Il resto della pellicola, almeno per me, è poco chiaro.
Deadpool. Se non avete ancora visto il nuovo film targato Marvel dovete andarci di corsa. Il supereroe in tuta di spandex rossa non è il solito "buono" creato a immagine e somiglianza dei valori migliori che l'umanità dovrebbe possedere. È semplicemente Deadpool, the merch with a mouth, l'uomo con più parlantina che armi (e di "giocattoli" ne possiede tanti).
Interpretato da Ryan Reynolds, Wade Wilson è ex mercenario, ora assassino su commissione per chiunque abbia abbastanza soldi, che come nelle migliori fiabe veste i panni del cavaliere senza macchia e senza paura per andare a salvare la donna che ama.
"Lo chiamavano Jeeg Robot": supereroi alla romana
Written by Federica PessotUn buono, un cattivo e l’eterno scontro tra il bene e il male, una donna da difendere e una timida storia d’amore condita dal dramma che, però, si rivela catartico. Insomma, tutti gli ingredienti necessari per una storia di supereroi in piena regola, come quelle raccontate dai cartoni giapponesi che hanno accompagnato l’infanzia della generazione nata negli anni Settanta. Il film è Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti, uscito nelle sale cinematografiche lo scorso 25 febbraio e già diventato un grande successo di pubblico.
- Lo chiamavano Jeeg Robot
- Claudio Santamaria
- Luca Marinelli
- Francesco Formichetti
- Salvatore Esposito
- Ilenia Pastorelli
- Antonia Truppo
- Nicola Guaglianone
- Menotti
- Goon Films
- Rai Cinema
- Lucky Red
- cinema italiano
- cartoni animati giapponesi
- Buona Domenica
- Un'emozione da poco
- Anna Oxa
- Romanzo criminale
- Gabriele Mainetti
- Hiroshi Shiba
- Jeeg Robot
- Federica Pessot
- Il Pickwick
Il nome del regista Quentin Tarantino è ormai diventato sicurezza, sigla di azione e piacevolezza, sigillo di un microcosmo dai tratti peculiari.
Anche nel caso del suo ottavo film, The Hateful Eight, il regista non si smentisce: affiorano tutte quelle caratteristiche che ne costituiscono l’inconfondibile firma. Si parte con il solito omaggio alla cinematografia italiana degli anni Settanta, quella degli intransigenti tutori della legge degli spaghetti-western di Sergio Leone.
- The Hateful Height
- Quentin Tarantino
- Samuel L Jackson
- Kurt Russell
- Jennifer Jason Leigh
- Walton Goggins
- Tim Roth
- Michael Madsen
- Zoe Bell
- Bruce Dern
- James Parks
- Robert Richardson
- Ennio Morricone
- The Winstein Company
- cinema western
- spaghetti western
- pulp
- storytelling
- cinema
- Eleonora Cesaretti
- Il Pickwick
"Come diventare se stessi": metavisione che assolve dal peccato
Written by Grazia LaderchiDall'11 febbraio è nelle sale italiane The End of the Tour – Un viaggio con David Foster Wallace, uno dei film più attesi (e temuti) dell'anno. Diretto da James Ponsoldt, consiste nella trasposizione cinematografica del libro di David Lipsky (Come diventare se stessi. David Foster Wallace si racconta), uscito nel 2010, in cui lo scrittore – che all’epoca scriveva per Rolling Stone – trascrive fedelmente il materiale delle interviste a David Foster Wallace, registrate nel 1996, alla fine del tour promozionale di Infinite Jest.
Allan Karlsson è un centenario che vive in una casa di riposo dalla quale, il giorno del suo centesimo compleanno, decide di fuggire saltando dalla finestra. Ovviamente Allan non salta letteralmente dalla finestra. Vi immaginate un centenario che salta dalla finestra? Come minimo si sarebbe rotto un femore e il film si sarebbe concluso in un letto d’ospedale al decimo minuto.
Una piccola idea di Revenant il pubblico più dolcemente ingenuo alla Amélie Poulain se la riesce a fare già girando gli occhi in sala: un manto folto composto prevalentemente da più o meno giovani maschi in attesa di vedere un film virile, e in effetti, Revenat – Redivivo, ultimo film di Alejandro González Iñárritu, è anche un film molto “maschio”, ma non nel senso più comune del termine.
Avete mai visto un film alla fine del quale non riuscivate a far altro che dire “che bello!”? Io si. E quel film è Source Code di Duncan Jones. Devo ammetterlo, all’inizio ho un po’ arrancato a capire cosa stesse succedendo. Ero confusa quasi quanto il protagonista che crede di essere in Afghanistan, ma si trova legato in una capsula in collegamento con una base governativa anche se qualche minuto prima era seduto su un treno.