“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 19 February 2013 01:41

Ciascuno sta solo nel cuor della fabbrica

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“C’era una volta una città dove si producevano le nuvole: rosa, bianche, nere”; l’incipit da favola introduce quel che rivela ben presto favola non essere. Metti una scena vuota; metti su quella scena vuota un corpo e uno scheletro metallico e quel che prende forma, attraverso quel corpo, attraverso il suo contorcersi, piegarsi, flettersi attorno a quella struttura metallica, non è una favola, ma un triste regesto di cronaca di inizio millennio. Che replica tristi regesti di cronaca già abbondantemente reiterati in una fine millennio non ancora del tutto archiviata.

Monday, 18 February 2013 08:30

La fuga, la luna e la tempesta

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La XXIV Rassegna del Cinema d’Autore Visioni a cura del "Centrodonna" di Avellino in collaborazione con "I Quaderni di Cinemasud" è cominciata mercoledì 13 febbraio al Cinema Partenio e proseguirà per altre 10 settimane. Come sempre la scelta dei film è improntata alla presentazione di opere d’autore – quasi sempre provenienti dai festival più importanti – che non sono state distribuite nel capoluogo irpino. Film d’apertura è stato Moonrise Kingdoom. una fuga d’amore, settimo lungometraggio di Wes Anderson (che ha inaugurato la scorsa edizione del Festival di Cannes).

Sunday, 17 February 2013 17:08

La vita è proprio una brutta bestia (parte I)

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Comincia oggi la pubblicazione a cadenza settimanale di un nuovo racconto. L’esperimento demodé di “Ucciderò Roger Federer” ci ha divertito e così riproponiamo la stessa modalità. Ancora una volta si tratta di gettare uno sguardo sul nostro tempo e sul nostro mondo, questa volta da una prospettiva un po’ particolare. Il titolo è stato scelto un po’ a caso e va da sé che potrebbe essere adeguato a qualsiasi narrazione che descriva il nostro tempo, in questo senso il titolo è “universale” almeno quanto questa piccola storia risulta essere “particolare”. La storia ha la dolorosa intensità di una storia vera (e ovviamente dedichiamo questa scrittura a colui che l’ha ispirata e che ora non c’è più). Ma ci saranno anche delle sorprese, le quali non permetteranno comunque che i nostri “venticinque” lettori non si annoino nuovamente. Venticinque lettori. Sì, sempre se, almeno loro, lo vogliano.  

Mi chiamo… (Skira, 2013) Mia Martini. Mia Martini è il nome d’arte di Domenica Berté.
La sventurata vita è nota. Cantante di innato talento, presto raggiunge il meritato successo, poi cade, e si rialza, più volte, finché si toglie la vita.
“Mi hanno uccisa lentamente. Loro. Tutti voi.” (p. 7).

Sunday, 17 February 2013 06:01

La forza di volontà della commedia

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Potrebbe valere per il teatro quello che si dice sulle facoltà del nostro cervello e cioè che non utilizziamo che una piccolissima parte di tutte le sue capacità. Per il teatro però non si tratta di spostare oggetti col pensiero, praticare autoguarigione o prevedere il futuro, cosa che a qualche personaggio potrebbe anche riuscire. Dalla sua nascita e per tutti gli anni che ha ancora da vivere c’è sempre qualcuno che con il teatro sa giocarci, sperimentare, spingere su un elemento piuttosto che sull’altro. C’è chi il teatro sa usarlo a suo piacimento e sceglie quali delle sue capacità vuole utilizzare.

Saturday, 16 February 2013 11:22

Libroidi e snobismi

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Momento di stasi in libreria, cosa più unica che rara. Ne approfitto per guardare gl’incassi.
Lo so, non è una bella immagine. La gente si aspetta che un libraio, lasciato solo nella sua libreria, si goda la magia del luogo; magari, approfittando dell’assenza dei clienti, passi in rassegna gli scaffali di letteratura; con le mani dietro la schiena – che fa tanto uomo buono e giusto – accarezzi orgoglioso la costa bianca degli Einaudi, si avvicini con deferenza ai colori pastello degli Adelphi e, di fronte a nomi come Calvino, Canetti, Carver e Čechov – evidentemente il libraio è alla C – senta un brivido corrergli lungo la schiena. Questa del brivido è la cosa più vera, di certo la più frequente. Lo conosco bene quel brivido: è il bonifico bancario da pagare allo scadere dei fatali centoventi giorni.

Friday, 15 February 2013 22:03

L'amico "americano"

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Jonas David ritorna al Godot Art Bistrot di Avellino dopo circa otto mesi per riproporre quel sound che lo rende, a ragione, il più americano dei nuovi cantautori europei. Nativo di Wuppertal, il venticinquenne musicista tedesco si avvale anche stavolta delle percussioni di Davide Iacono (apprezzato frontman dei VeiveCura) e delle chitarre più glockenspiel e tastiere di Johannes Dietsch.

Friday, 15 February 2013 11:27

Sognando di bruciare Mahagonny

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Come se Mahagonny bruciasse. Come se – davvero – la città immaginata da Brecht (“trappola tesa al passaggio dell’oro”, luogo in cui “tutto è permesso”, “gin e whisky, uomini e donne”, “sette giorni di vacanza” ed “ogni tre giorni un incontro di boxe”) prendesse fuoco, facesse fiamma, si riducesse in cenere.
“Brucia Mahagonny!”. Brucia “la grande giostra”, “il tempio del desiderio”, “il genio della lampada nascosto sotto la sabbia”. Brucia “l’oasi seducente di ogni miraggio”, “lo specchio delle tue brame”, “il diamante incastonato nella terra”. Brucia questa “città” che “è un centro commerciale”, “il più grande centro commerciale”. Brucia “questo paese dei balocchi” in cui “non arrivi da solo: ti ci portano”.

Friday, 15 February 2013 02:51

Cinque secoli di volti

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Volti meravigliosi, intriganti, drammatici attraversano cinque secoli di storia, lasciano segni immensi del genio pittorico di maestri senza pari. Volti che guardano complici, che cercano giudizio e mostrano sofferenza; figure introspettive e pensanti, sacre e consuete che dopo aver conquistato la Basilica Palladiana vicentina, ora si offrono alla città di Giulietta e Romeo.
Da Botticelli a Matisse, Volti e Figure nel Palazzo veronese della Gran Guardia, si muove e si evolve senza soluzione di continuità, pregiandosi di nuove accezioni e consolidate emozioni.

Nessuna emissione di fiato, ma una comunione di musica, movimenti, gesti e sensazioni tra risa e pianto.
Le maschere dei Familie Flöz, in scena al Teatro Bellini di Napoli, con lo spettacolo Infinita si distinguono subito tra il pubblico napoletano, accorso numeroso per il grande evento, grazie alla loro genialità ed al sapore tragico-comico che si respira in tutto lo spettacolo.

il Pickwick

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