“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 26 January 2013 13:01

L'ondina Rusalka

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Rusalka, opera in tre atti, su libretto di Jaroslav Kvapil, del compositore boemo Antonin Dvořák (1841-1904) debutta al Teatro di San Carlo di Napoli. Un debutto tardivo (la prima rappresentazione data 31 marzo del 1901 a Praga), potrà obiettarsi, ma con un’ottima e raffinata produzione: comunque meglio tardi - e bene! - che mai.

Friday, 25 January 2013 15:14

Guardare, la vita

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Beckett si dedicò al teatro a partire dal 1947, la sua prima commedia fu Eleutheria, che rappresentò un momento di rottura nel panorama della produzione teatrale, poiché, applicando il rasoio di Ockham, si lasciava alle spalle gli elementi tipici della teatralità come quello dell’importanza del dialogo, entrando di diritto fra i più importanti esponenti del “teatro dell’assurdo”, il cui iniziatore fu considerato Ionesco con La Cantatrice calva.

Friday, 25 January 2013 07:20

Il Pirata e la (ver)gogna

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Immagini sbiadite di un ragazzo che corre in bici si ripropongono in loop nell’attesa che la scena si animi; e s’anima quasi cogliendo di sorpresa: una donna appassionata, come il rosso dell’abito che la fascia, dà voce senza consolazione a Tonina, la mamma di Marco Pantani: “Avevo un figlio, forse ne avete sentito parlare…”.

Thursday, 24 January 2013 21:14

L'elegante comicità de Il Vantone

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Tutto si gioca sul verbo.
La parola, declinata nella forma dialettale di un romanesco d’avanspettacolo, si snoda in rime baciate nell’atto unico de Il Vantone per la regia di Arturo Cirillo, ripreso dalla versione di Pier Paolo Pasolini del Miles Gloriosus di Plauto.
La rappresentazione, di scena al Mercadante di Napoli, poggia su un cast di soli uomini che, nella migliore tradizione dell’En travesti,  si sdoppiano in ruoli maschili e femminili con innegabile professionalità e trascinante istrionismo.
Il testo in scena si rifà alla rielaborazione in chiave moderna che Pasolini diede al testo di Plauto nel 1963.

Wednesday, 23 January 2013 01:00

Al posto del teatro

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Probabilmente Cronache da North B-East, almeno nella versione veduta da noi ieri sera, ha come obbiettivo non la rappresentazione ma l’evocazione: immagini scorrono (prima sfocate, poi via via rese più chiare alla vista) sulla parete nuda mentre, su un tappeto sonoro, frammenti di narrazioni da desolazione post-urbana raccontano di pezzettini reali: scorci di peccati veniali, piccole vergogne personali, vaghi e vari motivi d’abbandono moderno. Evocazione, abbiamo scritto, e non rappresentazione giacché gli spettatori fissano le immagini innanzi, si lasciano carezzare dalla musica, prestano ascolto a una voce. La domanda che sorge è la seguente: è davvero teatro?

Tuesday, 22 January 2013 01:00

Go-dot. Oggi, no. Domani, chissà

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Chiara e leggera è la luce del giorno, in fondo la notte è ancora lontana. Il pubblico attende, così come Vladimiro ed Estragone: in un velo sottile, il filtro dell’eterna incomunicabilità tra finzione e realtà. Mondi che si sfiorano, l’uno con l’illusione di inglobare l’altro. Illusione non metafisica ma tutta, dolorosamente, umana.

Wednesday, 23 January 2013 10:10

Crimp, non Pinter

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“Ogni scrittore appartiene, in definitiva e con ogni evidenza, a una società segreta, a una cospirazione formata da un solo membro: lui stesso”. Dovrebbe bastare questa frase di Pinter perché registi, critici e pubblico smettessero di cercare Pinter in autori che non sono Pinter. Ed invece...

Tuesday, 22 January 2013 18:17

Di luogo in luogo, di memoria in memoria

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Tra “i ventricoli rossi” di Napoli, in treno a Firenze dopo essere stato a Genova, a Roma, Bologna. A Comasina, Bovisasca, Novate Milanese per sentir dire di Quarto Oggiaro, piazzale Corvetto, porta Vigentina, Sesto San Giovanni. Ancora a Napoli, quartiere Montesanto, rione Traiano, periferia di Gianturco poi nella Calabria più scura e omertosa, dove il cemento avanza a chilometri fino a toccare, con il proprio grigio, anche il mare. Di nuovo a Napoli, di nuovo a Firenze, coi ricordi anche a Palermo e Torino mentre è a piedi, passo dopo passo, che da Soccavo giunge a Pianura, da Pianura a Quarto, da Quarto a Pozzuoli.

Tuesday, 22 January 2013 09:58

Ucciderò Roger Federer (la conclusione)

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Si conclude oggi la pubblicazione di questo strano racconto a puntate. Si è riusciti, in questi due mesi e mezzo, a portarne avanti la pubblicazione a cadenza settimanale, cosa che, in tempi come questi in cui tutto si consuma rapidamente, non può che procurarci una (seppur minima) gioia. Sperando (ovviamente e soprattutto) che i nostri "venticinque lettori" (non ce ne voglia il grande Alessandro per questa importuna citazione) si siano comunque almeno un po' divertiti e abbiano avuto almeno un po' la possibilità di inquadrare da un'altra prospettiva (che poi è già sempre la nostra) questa epoca che nella sua miseria, nella miseria del suo risentimento e della sua solitudine, si trova ad essere decisiva. Viviamo a cavalcioni di una soglia anzi, forse più correttamente, lungo lo scorrimento di una faglia epocale. E la viviamo a cavallo di un secchio. Il mondo, poi (quando giungerà questo "poi"), sarà realmente differente. Probabilmente peggiore. E per questo allora abbiamo sentito la necessità di un "lieto fine" (ce lo si conceda, almeno nella fictio!). Sull'ironica malinconia che porta con sè ogni "lieto fine" il lettore potrà farsi, qualora proprio lo voglia, una propria personalissima idea.

Monday, 21 January 2013 20:21

Amleto o della nostra storia

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All’Out Off Teatro Stabile e di Innovazione va in scena l’Amleto di William Shakespeare. Lorenzo Loris ne è regista ed interprete. Rappresentare l’Amleto è sempre cimento impegnativo e la conoscenza di una delle drammaturgie del Bardo maggiormente messe in scena fa sì che chi va a vederlo difficilmente possa trovarsi impreparato, ma anzi vi si assiste desiderando di assorbire come una spugna la riproposizionedelle parole del drammaturgo di Stratford.

il Pickwick

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