“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Extra

Extra La locanda delle chiacchiere

«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».

Wednesday, 25 December 2013 00:00

Auguri!

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Il riso con cui lo disse, e il riso con cui pagò il tacchino, e il riso con cui noleggiò la carriola, e il riso con cui diede la mancia al ragazzo, furono superati soltanto dal riso che lo prese mentre si lasciava andare senza fiato alla sua poltrona, dove rise e rise e rise fino a farsi venire le lacrime.
Radersi non fu facile, perché la mano gli tremava ancora e farsi la barba richiede sempre un po’ di attenzione, anche quando non ballate. Ma se anche si fosse mozzato la punta del naso, Scrooge ci avrebbe appiccicato un pezzetto di carta e sarebbe stato comunque contento come una pasqua.
Si vestì con il meglio che aveva e poi uscì per strada, dove la gente si riversava all’aperto come nella visione dello Spirito del Natale presente. Camminando con le mani dietro la schiena, Scrooge guardava tutti con un sorriso soddisfatto. Era così allegro, e così irresistibile nella sua allegria, che tre o quattro anime belle lo salutarono: “Buongiorno, signore! Buon Natale!”
Scrooge, in seguito, affermò spesso che di tutti i suoni lieti che aveva sentito in vita sua, i più lieti, senza alcun dubbio, erano stati quelli.
                                                                                                                                                    (Charles Dickens, Canto di Natale)

 

 

A tutti i lettori de Il Pickwick che, una volta o cento, hanno deciso di prestare attenzione ai nostri ritagli di chiacchiera, ai nostri tentativi di racconto o rammento, auguriamo un felice Natale! Il primo trascorso assieme…

 

Auguri dall’intera redazione e... da Mr. Samuel

Monday, 23 December 2013 00:00

Il cigno di Utrecht

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Il buon Marco giunse in Italia in sordina. Era il calciomercato 1987-’88, l’anno prima il Napoli aveva vinto scudetto e coppa italia. Nel Napoli c’era Diego, il più forte di tutti, ma c’erano anche altri che quasi quasi potevano vincere senza di Lui, e dico quasi, perché si sa che dopo Diego il Napoli non ha vinto più nulla per oltre vent’anni. Ma questa è un’altra storia.

Quando si immagina la vita come una occasione continua di scambio, e il cinema come il riflesso di questa occasione che non finisce mai e continua fuori dalla sala, nelle nostre case, nelle strade, nelle storie, nelle nostre domande, si può incappare in questa domanda: cosa chiediamo il più delle volte al cinema? Quando si spengono le luci sulle nostre vite e comincia "la notte cinematografica" che dura poco più di una proiezione, cosa speriamo accada in quell'unico appiglio che ci rimane, quel fascio di luci di fronte a noi? Chiediamo forse l'impossibile, la sorpresa, l'inatteso, il sogno, il mistero, il miracolo, la possibilità di godere emozioni estreme senza rischi o sacrificando una parte inconsapevole di noi in cambio di un'ossessione, di una liberazione o di una redenzione.

Saturday, 21 December 2013 00:00

Twitter-intervista con Elena Bibolotti

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Justine 2.0 è il libro di esordio di Elena Bibolotti, pugliese diplomata all'Accademia di Arte Drammatica "Silvio d’Amico", impegnata nel teatro di ricerca fino alla metà degli anni Novanta, poi nella comunicazione on line per i primi Provider italiani e infine nella direzione di alcune tra le più importanti scuole di musica moderna della capitale, ora è consulente editoriale per lo più disoccupata. Non è che abbia scelto un argomento qualsiasi e se uno è attento al titolo e con un po’ di conoscenza di letteratura ha come un baleno di agnizione.

Friday, 20 December 2013 00:00

La Bellezza per la Ricerca

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Tramutare i colori, le forme, il tratto, il gesto nel compiere il tratto ed il tocco del pennello, la linea rigata da una mano, la sfumatura e la sagoma, una curvatura e una linea in un atto del sapere medico, in una possibilità di approfondimento e di verifica mirata all’indagine, alla conoscenza, alla cura.
Fare della punta del pennello o della prima scheggia di una statua il punto di partenza di un viaggio verso la scoperta. Fare dell’Arte – economia della purezza – un’occasione di Scienza; fare della Scienza il risultato vero dell’Arte. Generare bellezza per rendere viva la Ricerca, ricercare valorizzando implicitamenente la Bellezza da cui si è partiti. Generare un legame solidale, un intreccio, un connubio capace di ricevere il rosso, il blu, il giallo o il marrone, l’oro o l’argento messo in cornice tanto quanto il piombo, il bronzo, l'acciaio o il legno forgiato in una sagoma per renderlo silenzio fattivo da laboratorio; attenzione al microscopio; strumentazione nuova e nuova ricerca di dati, possibilità, risultati.

Monday, 16 December 2013 00:00

Ultras

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Mi chiamo Sergio, ai fini del racconto il cognome non è un fatto rilevante.
Sono uno studente di giurisprudenza all’ultimo anno e nemmeno questo è un fatto rilevante.
Mio padre è primario di cardiologia in un noto ospedale napoletano, mia madre insegna lettere e filosofia in un importante liceo classico napoletano, ma questi pure sono dettagli del tutto irrilevanti.
Sono fidanzato con Silvia da tre anni; una volta abbiamo creduto che lei aspettasse un figlio, ma l’allarme è rientrato, acqua passata.
No, non c’entra niente con quello di cui vi voglio parlare neanche questo, e non vi voglio parlare neanche della mia mini cooper, della moto, del mio cavallo, dei locali che frequento, degli aperitivi, della cena di Natale, di casa mia.
Niente di tutto questo.

Sunday, 15 December 2013 00:00

L’enigma della vita

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L’industria dello spettacolo è un’infallibile macchina da guerra, generatrice di audience e di denaro. Si sa. Ma il più grande orgoglio di quella scatoletta magica chiamata Televisione resta l’inaspettata trasformazione di programmi nati come riempitivi in programmi improvvisamente di successo, che per qualche opera di straordinario ingegno giungono a divenire vere e proprie icone sociali. Sarà a causa del perenne bisogno dell’uomo di ampliare la propria struttura, non solo mentale ma persino corporea, che alcune Serie Televisive finiscono per divenire dei grandi contenitori di Risposte nelle quali rifugiarsi per trovare conforto, per giustificare il proprio operato, per sentirsi meno soli.

Friday, 13 December 2013 00:00

Il miracolo

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Era una domenica di primavera.
I miracoli, si sa, accadono tanto nei giorni di sole quanto nei giorni di pioggia; e tanto nei giorni di sole, quanto in quelli di pioggia, la musica si spandeva nel parco, incurante di stagioni e perturbazioni, commentata dal vento e dal canto degli uccelli, dalle urla di gioco dei bambini, col bel tempo; sciogliendosi invece sommessamente nella pioggia, posata solo tra le foglie degli alberi, che la lasciavano scivolare via tristi, dopo aver tentato invano di trattenerla.

Sono sul balcone di casa, è passata mezzanotte, fa freddo e in questa notte di inizio dicembre ho il naso all’insù. Se volete, alla stessa ora affacciatevi alla finestra e rivolgete lo sguardo a Sud-Est. Quando il cielo sarà sgombro da nuvole, potrete scorgervi un corpo grande e luminoso, il più luminoso dopo Venere: Giove.1 Questo gigante gassoso aiuta a mantenere l’equilibrio del sistema solare.

Tuesday, 10 December 2013 01:00

Tenerezza

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Sono morta.
Agito le gambe ritmicamente: sono un corridore prima dei cento metri. Le braccia invece le lascio pendere lungo il corpo, le mani fredde, sempre di più, con il gelo che parte dalla punta delle dita a salire su, sempre più su, fino ad arrivare ai polsi, e oltre ancora.
Chiamano il mio nome, scuoto il capo lieve: sono un cavallo da corsa dietro al cancelletto. Con gli occhi fissi, scendo dalla gradinata sorridendo, il passo elegante sulla moquette blu scuro. Attendo pacifica l’effetto sorpresa: come previsto non tarda ad arrivare.

Monday, 09 December 2013 00:00

Fitzwilliam Darcy

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Quando, dopo tanti anni, incontrai quello che oramai chiamavo Fitzwilliam Darcy, il tempo era discreto, era una di quelle giornate di fine estate in cui l’umidità non sa più se appartenere all’estate o all’autunno. Via Toledo era affollata come al solito, nugoli di persone come strambe nuvole di passaggio. C’era confusione intorno a me, ma io ero immerso nel silenzio delle mie considerazioni. Il sudore mi bagnava lievemente la fronte mentre l’umidità divenuta fredda come una vecchia lama arrugginita aveva deciso di scavarmi le ossa. Camminavo a testa alta (perché sono abituato così) e con le mani conficcate in profondità nelle tasche del pantalone di lino. E pensavo. Pensavo, poi. Diciamo che contavo i soldi.

Seconda serata della rassegna cinematografica organizzata dallo Zia Lidia Social Club. C'è ancora più gente della prima, ancora più energia. Altri volti, altre voci oltre a quelle di sempre. Fa bene Michela a chiedere i nomi delle persone che danno il loro contributo alla discussione, perché per noi è un motivo di felicità arricchire la piccola comunità dello ZLSC con nuovi nomi, nuove vite.

Lo Zia Lidia Social Club è una "fondazione umana, più che umana" nata grazie alla generosità trasformativa di un'ultraottantenne, Zia Lidia, che nel novembre del 2003, senza riserve e pretese, decide di aprire le porte di casa sua ai giovani avellinesi. Quella casa per anni è stata un laboratorio inesauribile di idee, iniziative, progetti. Cinque anni dopo l'inizio ci siamo costituiti associazione socio-"psico"-culturale, associazione che ha tra i suoi intenti la promozione del cinema di qualità come occasione sociale di stimolo al confronto e alla condivisione. In ogni nostra iniziativa, infatti, diamo ampio spazio al dibattito, alla chiacchierata collettiva dopo il film, convinti che condividere visioni, emozioni, riflessioni, costruendo relazioni significative, sia un atto socio-politico ben più risonante del piacere privato di vedere un film in solitudine.

Monday, 25 November 2013 01:00

Il fischio d’inizio

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Domenica 23 maggio 2010 ore 14:45

Nello spogliatoio l’attività è frenetica. Stefano, il tuo compagno di reparto, non se ne cura, è seduto e guarda dritto davanti a sé. Sua moglie sta per partorire, lui vorrebbe essere con lei. Tu lo odi, sua moglie è bellissima, la tua ti ha lasciato per un portiere e vorresti segnare, daresti qualsiasi cosa, baratteresti anche tua madre per un gol nel derby. Il massaggiatore ti dà una pacca sulla spalla, il Presidente dice che porti fortuna, tu speri, lo speri con tutto te stesso. Durante il riscaldamento, una donna, forse una ragazzina, ti ha lanciato un peluche tascabile e lo tieni ancora stretto tra le mani. È un cagnolino bianco con un occhio nero e l’unica cosa che riesci a pensare è che tu odi la Juve. Lo spogliatoio puzza di sudore, eppure ti sembra piacevole mentre l’allenatore ti ripete per l’ennesima volta che quando gli esterni salgono tu ti dovrai inserire centralmente: hai un ottimo tempo di inserimento, lo sanno tutti, lo sai anche tu. In lontananza si sentono già i tifosi intonare i cori, gridano il tuo nome. Guardi il cane e sorridi. Segnerò.

Tuesday, 26 November 2013 01:00

Can I have your attention please?

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Can I have your attention please?           
Eravamo in molti ad imitare quel suono britannico e meraviglioso, seppur stridulo, dell’insegnante di inglese. Come dimenticare quello splendido e ricorrente Can I have your attention please?, una formula che riassume tutte le ore di inglese di qualunque istituto scolastico, annunciando la tragedia a cui siamo destinati: soccombere di fronte alle pretese di attenzione.
Ogni studente ha avuto il suo Can I have your attention please?, per diventare poi un lavoratore, pardon, volevo dire un disoccupato, di oggi, sottoposto ad ulteriori ed interminabili Can I have your attention please?

il Pickwick

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