Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
Sebbene si sappia, grazie a studi scientifici recenti, che l’autismo sia un disturbo evolutivo, la sua diagnosi resta – in molti casi − controversa, a causa della particolarità di ogni caso analizzato. Questo disturbo si presenta infatti fin dalla tarda infanzia, ma segue un decorso specifico che fa sì che i sintomi appaiano differenti nelle diverse età.
Se dovessimo tracciare il profilo del finto intellettuale medio-borghese contemporaneo potremmo dire questo: non prova vergogna nel blaterare sull’importanza del teatro greco e prova invece molto pudore nel parlare della pornografia che consuma. Con l’atteggiamento ironico tipico di chi disprezza la massa, egli non ha intenzione di ricredersi in niente, e conquista oscenamente le proprie scopate nei milieu con cento pensieri altrui (capiti male) e mai uno proprio: un misto fra necrofilia e Gangbang.
Se tuttavia esiste ancora oggi un luogo sacro di catarsi, uno spettacolo di massa capace di educare e di portare alla riflessione sui valori profondi della società, questo sta proprio nella pornografia.
Direi di più: essa è l’unica speranza, l’ultima, per chi (e non è certamente il soggetto sopracitato) ancora crede nella rivoluzione.
- Elogio della pornografia
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Avete mai visto un bulldog francese sulla copertina di un libro a fumetti? Beh, lui è Cliff, ed è il simbolo della BAO Publishing, una casa editrice milanese che da cinque anni dedica anima e corpo e staff al mondo dei fumetti. Al timone ci sono Caterina Marietti e Michele Foschini, e proprio con quest'ultimo al Napoli Comicon di quest'anno abbiamo fatto due chiacchiere sul fumetto, l'editoria, la professione e tutto quanto.
Ricordo la prima volta come fosse ieri, come fosse ora, come non sarà mai più, e so bene che di nostalgia si patisce come girasoli all’ombra morituri no, ma vivi e immobili e stanchi e tristi accanto ai salici piangenti non più senza motivo ma per loro, i girasoli dall’ombra funestati come me, rosi dalla nostalgia.
Soggetto & Sceneggiatura: Domenico Di Francia / Keneru
Matita & China: Domenico Di Francia / Keneru
Colorazione digitale: Simone Pretelli
Anche questa domenica, come ogni domenica, Rachele si sarà svegliata d’umore malmostoso. Nel dopopranzo, avrò udito i suoi primi “non ho mai tempo per me” levarsi e crescere fino ad allagare il pomeriggio d’umide reprimenda sulla mia incomprensione, il mio egoismo, la mia pigrizia.
Il teatro necessario: intervista a Eduardo Zampella
Written by Michele Di DonatoTorre Annunziata. Non solo Fortapàsc. O meglio, oltre Fortapàsc. Sì, perché oltre Fortapàsc c’è un’isola, una enclave di autentica resistenza socio-teatrale che tiene botta da più di un trentennio: diffusioneteatro, scritto tutt’attaccato, tutto minuscolo, ovvero uno spazio ‘integralista’ in cui ci si ostina ad offrire formazione a chiunque voglia accostarsi al teatro. Sul perché abbiamo usato quell’’integralista’ compreso fra due apici torneremo più avanti, allorquando lasceremo la parola al padre di diffusioneteatro, dalle cui parole verrà fuori un’accezione tutt’altro che deteriore di quel termine.
- Intervista ad Eduardo Zampella
- Eduardo Zampella
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- formazione teatrale
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- Core Oplonti
- Politeama
- Chiesa Evangelica Luterana
- Gaetano Marullo
- Cesira Izzo
- Annibale Ruccello
- Isa Danieli
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- Giorgio Barberio Corsetti
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- Massimo Andrei
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- ex asilo filangieri
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- teatri uniti
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- Marco De Marinis
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- Teatro Nuovo
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- Notting Hill
- Antonio Latella
- La Gatta Cenerentola
- Roberto De Simone
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- Francesco Silvestri
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- Torre Annunziata
- Michele Di Donato
- Il Pickwick
Potrei decidere di morire di fame, sarebbe coerente e simbolicamente suggestivo del mio attuale stato di totale mancanza di desideri, di entusiasmi, di appetiti.
Beh, proprio morire no: qualche anno fa lessi il diario degli ultimi giorni di agonia di una nobildonna francese, chiusa nel suo appartamento pluri-pignorato e quindi invendibile, rimasta, letteralmente, senza più un soldo per comprarsi un tozzo di pane. Fino a che fu lucida, descrisse minuziosamente ogni dettaglio dei sintomi della morte per fame, comprese le sue sanguinolente escrezioni. Un raccapricciante osceno esibizionismo sado-maso. Masochista nel compiacimento di osservarsi morire, sadico nel volerlo mostrare agli altri, lasciando in bell’evidenza quelle pagine scritte.
C'era gente che entrava e usciva. Usciva, perlopiù ed era bellissimo guardarli attraversare la vecchia porta sovrastata di edere a foglia larga e, benchè lei avesse sempre preferito la minuta vite vergine, provava ammirazione per quelle grandi foglie verde brillante e profondo. Gli stipiti erano stati mantenuti come in origine. Solo che ora erano lindi e levigati. Chissà, forse lo erano anche allora, ma come potremo mai saperlo?
Riuscire a dare forma alla bellezza della materia, riplasmando ogni volta i canoni dell’eleganza. Levigare con lo sguardo, prima che con il gesto, per offrire evidenza concreta a un’idea, a una suggestione, a un’immagine artistica. Giocare con l’armonia e la disarmonia delle linee o dei colori, intarsiando dettagli improvvisi all’interno di scomposte progettualità d’invenzione. Fare di un metallo, di una stoffa o di una pietra, la tela tattile dalla quale eliminare il superfluo perché l’essenziale diventi opera d’arte offrendo – dell’opera d’arte – tutto il piacere.
- FiorGen Arte Lucca
- Preziosa 2014
- Mirella Cisotto
- Eva Müller
- Barbara Santoro
- Alda Fratello
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- Renzo Pasquale
- Annamaria Zanella
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- Ricerca scientifica
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- Comune di Lucca
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- Opera delle Mura di Lucca
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Se pensavate che il mondo dei fumetti degli ultimi tempi fosse tutto supereroi americani tormentati e in calzamaglia, beh, mettete in garage la Batmobile: il fumetto è qualcosa di più "sporco", e segue una linea rosso sangue. Così è per Walton Zed, uno che non si nasconde e affronta l'arte in tutte le sue forme: è pittore, musicista, ha alle spalle anche diversi videoclip come regista e ora... un fumetto. Con tanto di "parental advisory".
Abbiamo fatto due chiacchiere con lui durante l'edizione 2014 del Napoli Comicon, il salone internazionale del fumetto, e allo stand de La Carestia Edizioni abbiamo scoperto una piccola perla: Desmond – Il macellaio di Sleepy Valley, una serie dal sapore americano che ha come protagonista l'antieroe per eccellenza: un assassino, anzi meglio, un serial killer, tormentato da un passato di torture e sofferenza, che in una cittadina di periferia porta via le vite di sbandati e drogati, guidato da un motivo oscuro come il suono della sua voce.
- Intervista a Walton Zed
- Walton Zed
- Napoli Comicon 2014
- La Carestia Edizioni
- fumetti
- disegnatore
- Desmond Il macellaio di Sleepy Valley
- serial killer
- Quentin Tarantino
- Robert Rodriguez
- Sergio Leone
- splatter
- Grunge
- Il silenzio degli innocenti
- Jonathan Demme
- Jeffrey Dhamer
- mostro di Milwaukee
- provincia americana
- anni 90
- Pit Bottom
- I Get Around
- Beach Boys
- Alessandro Auriemma
- Il Pickwick
“Se si usa la vita che continua, la tradizione, nel modo
giusto, essa ci può dare le ali. Certo, se ci si ferma al
passato diventa un fatto negativo, ma se ce ne serviamo
come di un trampolino, salteremo molto più in alto che
se partissimo da terra".
(Eduardo De Filippo)
- Eduardo: luoghi, vita, opere
- Chiesa di San Giovanni Maggiore
- Bruno Garofalo
- Giulio Baffi
- Paolo De Luca
- Franco Carmelo Greco
- camerino di Eduardo
- Teatro San Ferdinando
- I Giorni e le Notti: l'Arte di Eduardo
- Roberto De Gaetano
- Bruno Roberti
- Eduardo con gli attori: forme della messinscena
- Fisciano
- Università degli Studi di Salerno
- Teatro d'Ateneo
- Anna Barsotti
- Dario Tommasello
- Maria Procino
- Stefano De Matteis
- Suite per Eduardo
- Natale in casa Cupiello
- Fausto Russo Alesi
- Antonia Lezza
- tradizione eduardiana
- convegno di studi
- MasiarPasquali
- alessandro toppi
- Il Pickwick
Percorrevano una strada di campagna perduta tra distese di girasoli, Silvia più avanti, ritta sui pedali a far mangiare la polvere a Grazia che poco più dietro arrancava sudata e impolverata, gli occhi spesso rivolti alla strada percorsa che svaniva dietro le impercettibili curve di quella strada infinita bruciata dal sole, correvano tra il mare sterminato dei fiori, curvati da una leggere brezza che spirava da un mare remoto, come fosse solo un ricordo, la polvere si alzava e come una bruma color ocra cancellava l’orizzonte alle loro spalle.
Lo scudetto 1986. Follia e cabala allo stato puro
Written by Marco CaneschiLa Roma negli anni di Platini è stata degna avversaria. Meritò senza dubbio lo scudetto del 1983, poi dovette inchinarsi a Le Roi nel 1984 mentre nel 1985 si verificò una singolarità astrale, tipo il passaggio della cometa di Halley. Il Verona si laureò campione d’Italia. Tre lustri prima era toccato al Cagliari. Non voglio apparire snob, Cagliari è pur sempre un capoluogo di regione, faccio ancora i complimenti al Verona di Osvaldo Bagnoli, ma suona un po’ strano che lo scudetto esca dall’asse Torino-Milano-Roma. E suona strano che Verona sia arrivata prima di Napoli.
Perché tutto ciò
Lo sproloquio che vi accingete a leggere potrebbe essere considerato infantile e cattivo, ed è scritto per un motivo preciso: ho preso a partecipare al poco remunerativo circo dei call for papers indetti da università e associazioni culturali varie; avendo passato la gran parte dell’ultimo anno sepolto a leggere testi critici e tecnici, spesso nemmeno in lingua italiana, credo di essermi un po’ arrugginito, oltre che parecchio intristito. Quale migliore occasione, dunque, per “sgranchirmi”, se non quella di riprendere in mano il vecchio discorso – costituente, grossomodo, lo zoccolo concettuale del mio vecchio blog – della liceità, ossia: se un soggetto x compie un gesto e lo rende pubblico di sua spontanea volontà, il soggetto y può essere a sua volta legittimato a evidenziare il suddetto gesto, eventualmente decontestualizzandolo e/o facendoci su dell’ironia? Altro motivo per cui propongo qui la presente riflessione è la consapevolezza che almeno uno o due frequentatori del sito si dilettano con la scorrettezza e le meschinità di sorta e a suo tempo hanno trovato divertenti le mie disavventure sociovirtuali.