“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tonino Porzio

Ultras

Mi chiamo Sergio, ai fini del racconto il cognome non è un fatto rilevante.
Sono uno studente di giurisprudenza all’ultimo anno e nemmeno questo è un fatto rilevante.
Mio padre è primario di cardiologia in un noto ospedale napoletano, mia madre insegna lettere e filosofia in un importante liceo classico napoletano, ma questi pure sono dettagli del tutto irrilevanti.
Sono fidanzato con Silvia da tre anni; una volta abbiamo creduto che lei aspettasse un figlio, ma l’allarme è rientrato, acqua passata.
No, non c’entra niente con quello di cui vi voglio parlare neanche questo, e non vi voglio parlare neanche della mia mini cooper, della moto, del mio cavallo, dei locali che frequento, degli aperitivi, della cena di Natale, di casa mia.
Niente di tutto questo.

il Pickwick

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