Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
Residenze Digitali: intervista a Mara Oscar Cassiani
Written by Il PickwickSi svolge dal 22 al 28 novembre la Settimana delle Residenze Digitali, un festival online dedicato alle contaminazioni tra le performing arts e l’ambiente digitale. Sette progetti, selezionati su centosettantotto partecipanti al bando, si susseguiranno per sette giorni, consentendo l’esplorazione e la sperimentazione di nuove forme di fruizione attraverso la Rete: progettualità legate a linguaggi artistici diversificati, che trovano nel web il loro spazio espressivo ideale.
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Residenze Digitali: intervista a Giacomo Lilliù e Napo
Written by Il PickwickSi svolge dal 22 al 28 novembre la Settimana delle Residenze Digitali, un festival online dedicato alle contaminazioni tra le performing arts e l’ambiente digitale. Sette progetti, selezionati su centosettantotto partecipanti al bando, si susseguiranno per sette giorni, consentendo l’esplorazione e la sperimentazione di nuove forme di fruizione attraverso la Rete: progettualità legate a linguaggi artistici diversificati, che trovano nel web il loro spazio espressivo ideale.
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Si svolge dal 22 al 28 novembre la Settimana delle Residenze Digitali, un festival online dedicato alle contaminazioni tra le performing arts e l’ambiente digitale. Sette progetti, selezionati su centosettantotto partecipanti al bando, si susseguiranno per sette giorni, consentendo l’esplorazione e la sperimentazione di nuove forme di fruizione attraverso la Rete: progettualità legate a linguaggi artistici diversificati, che trovano nel web il loro spazio espressivo ideale.
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Residenze Digitali: intervista a M. Landi e A. Lanza
Written by Il PickwickSi svolge dal 22 al 28 novembre la Settimana delle Residenze Digitali, un festival online dedicato alle contaminazioni tra le performing arts e l’ambiente digitale. Sette progetti, selezionati su centosettantotto partecipanti al bando, si susseguiranno per sette giorni, consentendo l’esplorazione e la sperimentazione di nuove forme di fruizione attraverso la Rete: progettualità legate a linguaggi artistici diversificati, che trovano nel web il loro spazio espressivo ideale.
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I
Intorno a noi, addosso a noi,
la nebbia milanese
copriva i baci
bagnava le carezze.
Ci nascondeva,
ed era tutto grigio, erba
e sera.
Tu c’eri, mia fantasia
cattiva? Davvero ci sei stato
(quell’anno su quel prato, in quella
appena nata e fredda primavera)?
Se c’eri, tornami indietro,
così trascorso ieri: portami via.
II
Ho visto tutto e non so niente,
a malapena ricordo il mio nome
(il tuo non l’ho dimenticato. Mai).
Tra tanta gente sparviera
‒ uccelli di rapina –
mi chiedo come ho potuto
resistere, assediata con te
da questa sporca, vecchia
borghesia.
Non ci sono riusciti, anima mia,
ad annientarmi, anche se
il freddo della sera
gela più di uno sputo.
Dai, che sta per finire
questa porca cancrena,
e manca poco
alla mattina.
Queste due poesie sono un omaggio a Roberto Vecchioni, e citano versi tratti da Luci a San Siro, Arthur Rimbaud.
(In Rime e varianti per i miei musicanti, Marco Saya Edizioni, Milano 2020)
È cominciata così. Io e il mio amico Davide, due poco più che ventenni scapoli, lavoriamo come impiegati nello stesso ufficio di una banca alla periferia est di Milano.
Davide è un carrierista, punta alla dirigenza il più presto possibile. Ma il percorso è complicato perché altri colleghi, vuoi in quanto disposti a tutto pur di entrare nelle grazie dei loro superiori vuoi per maldicenza, lo hanno superato.
E scarse, se non nulle, sono ormai le possibilità di Davide per recuperare il tempo perduto.
Sono sempre più convinta che essere adulti voglia dire controllare gli eccessi biliari e dare il giusto peso alle cose. Io, crescendo, ho imparato, a disinnescare, sorvolare e ignorare. In altre parole, a fottermene.
Lungo il fiume, attraverso gli alberi. Camminiamo con calcolata lentezza. Ho Lisa a braccetto. I suoi occhi sono nei miei, sembrano cercarmi. Sta canticchiando Walk of Life. Le piacciono, come piacciono a me, i Dire Straits. E in realtà è una passeggiata di vita, la nostra. Viviamo a Milano.
Pensami mezzora almeno. Così Antonio, rigirandosi nel letto, si rivolge idealmente a Gaia, la donna con la quale ha convissuto per tre anni.
Ora Gaia vive sola. Ha lasciato Antonio. Il loro rapporto si era ormai deteriorato, al punto che Gaia non riteneva ormai più sopportabile l’ingenuità, se non peggio, del suo compagno.
Sta arrivando? Quante volte affacciandomi dal balcone, quando lo invitavo a casa mia per pranzare insieme e scambiare quattro chiacchiere, ho visto la sua figura slanciata prendere forma sulla strada che lo portava da Desio, dove abitava in un monolocale, per venire qui da me a Vimercate. Il solo fatto di vivere in Brianza, i cui abitanti, in generale, hanno un forte senso di appartenenza lo faceva sentire sicuro di sé. Su questo lui non aveva dubbi.
Lunedì erano le 7:40 quando ho preso il treno per Napoli. A bordo faccio un rapido check nello zainetto. Non manca nulla: carta d’identità, vecchia scheda elettorale da sostituire e Green Pass. Non manca neppure la vagonata di pazienza necessaria al cittadino, in procinto di interloquire con un addetto allo sportello.
Le pareti
Di quale altro colore,
che non si perda l’essenziale che sono
– lisce, senza bisogno di niente?
Sono stato al festival “Ceci n’est pas un blasphème", che si conclude il 30 settembre al Palazzo delle Arti di Napoli. L’ho fatto dopo la bufera che alcuni manifesti affissi in strada, prodotti da artisti che esponevano alla mostra collegata alla rassegna, avevano causato. Bestemmie. Loghi di famosi brand venivano declinati in modo dissacrante: “Porcodio” al posto di Topolino, “Dio cane” invece di Disney, e così via.