“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 21 February 2015 00:00

Fatti, controfatti e un parere

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I fatti (la versione del Teatro Stabile di Napoli)
“Il Teatro Stabile di Napoli ha come obiettivo – con la domanda 2015 da presentare entro il 31 gennaio 2015 – il riconoscimento di Teatro Nazionale” e, per ottemperare al “requisito indispensabile” (almeno il 50% del personale amministrativo e tecnico deve essere assunto con contratto a tempo indeterminato) procede “a un adeguamento della struttura organizzativa”. In data 12 novembre 2014 – ottenuta nella settimana precedente l’assegnazione di sei milioni di euro “di fondi finanziamento PAC” – il CdA dello Stabile prende atto “del fabbisogno di personale” e fissa “i criteri di reclutamento”: “procedura ad evidenza pubblica al fine di garantire trasparenza e correttezza”; “affidamento ad agenzia specifica per la preselezione delle domande”; “presenza di un garante in seno alla commissione” per la valutazione finale (che avviene per colloquio). Una settimana ancora e – nella riunione del CdA del 18 novembre 2014 – viene stabilito in quindici il numero di nuove unità da contrattualizzare, dotando dunque lo Stabile di un “personale fisso” che “passa da 15 a 30”. L’agenzia che si occupa della “preselezione” è l’Adecco Italia Spa: l’unica in grado di garantire “l’erogazione del servizio nei tempi richiesti” e secondo il preventivo effettuato.

Lo Stabile consegna all’Adecco una griglia di parametri, in base alla quale l’agenzia può valutare “i titoli” dei candidati; inoltre – “in considerazione del carattere di urgenza” – lo Stabile “chiede all’Adecco” di considerare valide le autocertificazioni presentate nelle domande. L’Adecco istituisce una mail dedicata e inizia a ricevere le domande, impegnandosi con lo Stabile a “consegnare i CV, la documentazione allegata e i report dei candidati che hanno ottenuto miglior punteggio e che potranno accedere al colloquio finale”.
Sulla base della griglia realizzata appositamente dallo Stabile, l’Adecco consegna – “il giorno 9 gennaio 2015 e il giorno 10 gennaio 2015” – i profili: si tratta di “12 report contenenti ognuno un minimo di 5 candidati meglio posizionati, in ordine decrescente sulla base del punteggio ottenuto, per ciascun profilo oggetto di selezione”. I riscontrati casi di “ex-aequo” sono inseriti nella reportistica. Successivamente lo Stabile si occupa “di nominare una commissione esaminatrice per la valutazione dei candidati”. Va specificato che nessun membro di Adecco – che ha svolto la preselezione – fa parte di tale commissione né, ad Adecco, “è stato chiesto di nominare un proprio responsabile da inserire” nella commissione medesima.
I candidati con il miglior punteggio sono avvisati tramite mail dallo Stabile. Dal giorno 12 al giorno 15 gennaio 2015 si svolgono i colloqui con i candidati preselezionati da Adecco: la commissione esaminatrice verifica “la conoscenza in generale, sia sotto l’aspetto artistico che amministrativo, del settore teatrale” e, in particolare “quello dei teatri pubblici”. Si accertano poi le competenze specifiche richieste dal ruolo e, al termine dei colloqui, “sulla base dei criteri determinati formula la valutazione delle candidature pervenute e nomina il vincitore”.
Lo Stabile specifica inoltre che: per PEC “ha inviato le convocazioni”, che “sono stati 75 i candidati contattati” e che “solo in un caso si contesta la mancata ricezione”. Nel caso in questione – una mail certificata non giunta in tempo – la “commissione ha indicato senza indugi di procedere, senza la possibilità di poter esaminare la candidata in altra data”.
Inoltre. Il ritardo della pubblicazione dell’elenco dei candidati ammessi al colloquio è dovuto solo ai dubbi espressi dai “membri esterni della commissione”: “viste le polemiche, la Direzione ha insistito e il giorno dopo ottenuto il consenso alla pubblicazione”. Infine: “non si è data alcuna premialità particolare allo Stabile rispetto ad altri teatri pubblici, di prosa o lirici, né si è data alcuna premialità particolare al Napoli Teatro Festival rispetto ad altri grandi festival pubblici. Ciò è facilmente dimostrabile dalla circostanza che sono entrate in cinquina persone provenienti dal Petruzzelli di Bari, dal Teatro San Carlo di Napoli, dalla Fondazione INDA di Siracusa, dalla Fondazione Due di Parma”.
A margine, a concorso teminato: “È a disposizione, previo appuntamento – di ciascun candidato non selezionato – la verifica del proprio punteggio e la posizione in graduatoria di preselezione” e, per i candidati che hanno sostenuto il colloquio, “il giudizio attribuito dalla commissione”.
(fonte: relazione sulle procedure di selezione ed allegati pubblicati dal sito del Teatro Stabile di Napoli)

I controfatti (la versione degli esclusi)
L’avviso dello Stabile viene reso pubblico il 16 dicembre e scade il 27 dello stesso mese, alle ore 12:00. Undici giorni, comprese le festività natalizie. Vi sono, dunque, solo sei giorni lavorativi per inviare la propria candidatura; in questi sei giorni l'Adecco riceve 1471 domande di partecipazione; queste domande devono essere valutate nei dodici giorni seguenti (festivi inclusi). Troppo pochi. La griglia formata dal CdA dello Stabile e fornita all’Adecco non è mai stata resa pubblica, né prima né dopo la chiusura del bando. In data 23 dicembre l’avviso pubblico viene modificato, in seguito a un accordo stipulato tra il Sindacato dei Giornalisti della Campania e il Teatro Stabile di Napoli, in base al quale è da considerarsi premiante l’iscrizione all’Ordine per il ruolo di Adetto Ufficio Stampa. Di questo accordo si ha conferma pubblica solo il 14 gennaio 2015. Coloro che, nelle settimane precedenti, hanno concorso per tale qualifica pur essendo privi dell'iscrizione all'Ordine sono automaticamente esclusi.
Ancora.
Le mail inviate ai candidati che possono accedere ai colloqui sono datate sabato 10 e domenica 11 gennaio (gli esclusi lamentano che siano giunte anche in orario notturno) mentre i colloqui hanno inizio lunedì 12 gennaio. Non sono pubblicati né gli esiti della preselezione né le liste dei 75 ammessi ai colloqui finali. Solo il 13 gennaio – a colloqui già iniziati e in seguito alle richieste di alcuni esclusi – il Teatro Stabile pubblica l’elenco degli ammessi mentre ritiene ancora di non dover pubblicare l’intero elenco dei candidati valutati dall’Adecco e il punteggio da loro ottenuto nella preselezione.
La commissione – formata da un garante e da membri esterni ed interni al Teatro Stabile – ha condotto i colloqui lasciando soltanto ai membri interni la valutazione dei candidati. I colloqui si sono tenuti a porte chiuse. Dalle testimonianze ottenute si evince che colloqui e prove tecniche (per macchinisti ed elettricisti) hanno previsto non uniformità ma eterogeneità d’esame, con gradi di difficoltà differenti da candidato a candidato, influenzandone così gli esiti effettivi. A differenza di quanto previsto dall’avviso, non è stata costituita alcuna graduatoria dei candidati idonei, a cui fare riferimento in caso di mancata copertura della posizione offerta. Infine: l’accesso agli atti – a concorso terminato – può avvenire solo individualmente, rendendo pertanto impossibile la comparazione tra la propria posizione e quelle altrui.
(fonte: documento redatto dal "Comitato per la trasparenza al Teatro Stabile di Napoli" e pubblicato su Il Pickwick il 19 febbraio 2015)

(Un parere)
Il Teatro Stabile di Napoli ha contrattualizzato quindici dipendenti a tempo indeterminato. Di questi – per sua stessa ammissione – “quattro provengono da una recente esperienza al Napoli Teatro Festival 2014” mentre “sei provengono da recente esperienza o [sono] addirittura in servizio presso lo Stabile”. Ovvero: i due terzi dei contrattualizzati ha già lavorato per/con/al fianco di membri che hanno fatto parte della commissione esaminatrice. Si tralascia la vicinanza o il grado di parentela di parte di essi a soggetti politici che hanno assunto rilevanti incarichi amministrativi e di gestione presso la Fondazione Campania dei Festival e/o il Napoli Teatro Festival Italia (leggi: Caterina Miraglia) e – piuttosto – si sottolinea che la mancanza di premialità cui fa riferimento lo Stabile è smentita dal risultato finale dei colloqui: parte consistente del nuovo personale dello Stabile proviene della Stabile stesso o dal Napoli Teatro Festival Italia: d’entrambi è direttore Luca De Fusco, membro interno della commissione.
In aggiunta: sarebbe il caso di pubblicare la griglia valutativa che lo Stabile ha fornito all’Adecco; sarebbe il caso di pubblicare l’intero elenco dei partecipanti all’avviso pubblico e il punteggio da ognuno ottenuto concedendo così – agli esclusi – la possibilità di confrontare posizioni e requisiti.
Il carattere di urgenza rilevato dallo stesso Stabile – e motivato con i sei milioni di euro giunti dal PAC soltanto a novembre, in seguito ai quali si sarebbe finalmente potuto adeguare l’organico – aggrava correttezza e trasparenza dell’avviso pubblico, riducendo drasticamente la facoltà di partecipazione e, di fatto, annullando ogni possibilità di ricorso eventuale da parte degli esclusi. S’avanzano dubbi, inoltre, sulla scelta di affidare la comunicazione degli esiti solo e soltanto a un sistema di mail, per quanto certificata, senza alcuna pubblicazione ulteriore da parte dello Stabile e di Adecco tramite i propri siti web e organi di stampa terzi.
Ad un tempo richiedere in queste ore e in questi giorni la revoca delle assunzioni e la pubblicazione di un nuovo bando è di difficile attuazione per due motivi: sono ancora in corso le indagini – coordinate dal pm Celestina Carrano e dagli ufficiali della Guardia di Finanza, al servizio del comandante della Polizia Tributaria Giovanni Salerno – e, inoltre, la cancellazione dei quindici contratti inciderebbe drasticamente sulla richiesta di riconoscimento dello Stabile come Teatro Nazionale, facendone venire meno uno dei presupposti.  

Infine.
Abbiamo bisogno di uno Stabile che funzioni. Abbiamo bisogno di uno Stabile che sia degno della sua storia e della storia teatrale di questa città. Abbiamo bisogno di uno Stabile che faccia davvero di Napoli una delle capitali del teatro europeo. Abbiamo bisogno di uno Stabile in grado di far coabitare la grande regia europea con le esperienze del territorio, la nuova drammaturgia con la tradizione, la ricerca di scena con il passato che prende forma nuova e parla ancora al presente. Abbiamo bisogno di uno Stabile che sia casa artistica per chi non abita a Napoli, che sia avamposto di un Sud teatrale che, in questo momento e con l'esclusione della Puglia, è in dissesto e abbiamo bisogno di uno Stabile che sappia accogliere ciò che giunge fino a Roma per poi ritornare verso il Nord. Abbiamo bisogno di uno Stabile che sia dei napoletani ma non solo per i napoletani, che sia espressione della cultura partenopea senza essere autoreferenziale, che sappia dialogare e intessere rapporti di cooperazione con altre realtà medio-piccole del territorio. Abbiamo bisogno di uno Stabile che produca senza che, la produzione più ampia e costosa, sia puntualmente firmata dal suo direttore. Abbiamo bisogno di uno Stabile che – a differenza di tutti gli altri Stabili, anch’essi dediti al medesimo vizio – si svincoli dal gioco dello scambio di ospitalità, che determina stagioni teatrali motivate non secondo parametri qualitativi ma personalistici o di relazione. Abbiamo bisogno di uno Stabile che abbia un comitato artistico composto da uomini e donne dalla competenza specificatamente teatrale, che siano in grado di monitorare la produzione nazionale e di svolgere un continuo e approfondito lavoro di scouting. Abbiamo bisogno di uno Stabile che sia presente ai maggiori Festival italiani del teatro Under: per capire, conoscere, eventualmente per invitare e produrre. Abbiamo bisogno di uno Stabile che valorizzi la professionalità di chi già vi fa parte e che selezioni chi vi farà parte con metodi di trasparenza assoluta. Abbiamo bisogno di uno Stabile che non subisca le indebite pressioni del Comune di Napoli, del suo Sindaco o dei suoi Assessori (distratti quando si tratta di valutare la maniera in cui vengono impiegati artisticamente i fondi istituzionali, attentissimi al rispetto degli equilibri partitici in seno al Consiglio di Amministrazione) e che non sia influenzato in alcun modo dalla Regione Campania, dal suo governatore o da uno qualsiasi dei suoi esponenti politici. Abbiamo bisogno di uno Stabile la cui Direzione non coincida con la Direzione del Napoli Teatro Festival Italia. Abbiamo bisogno di uno Stabile che sia puntuale nei pagamenti, alieno da ogni pur minimo conflitto di interessi, che sia capace di riconoscere e valorizzare il talento locale e d’oltre regione, che sia scuola di formazione accademica per gli attori e luogo accogliente per un pubblico socialmente, economicamente e anagraficamente eterogeneo.
Abbiamo bisogno di uno Stabile che possa diventare Teatro Nazionale a patto, tuttavia, che abbia davvero meritato tale qualifica.

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