Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
Attenzione. Se mi esprimo in prima persona il lettore non si sforzi di capire chi sta parlando. Sappia di essere in presenza di una duplicazione di personaggi. Per niente facile da spiegare in certe circostanze di cui sto scrivendo. Ma forse il lato interessante della faccenda (virtuale) sta tutto lì. Ecco cosa voglio dire: sono uscito da me stesso per cercare di osservarmi come fossi un’altra persona. Succede così che quando noi due ci guardiamo è come una finzione. Solo uno se ne rende conto, l’altro no. Lui, l’Altro non sa nemmeno che esisto. O non lo dà a vedere.
Floriana Vitale, giovane autrice di Grottaminarda, ha di recente pubblicato La Viola dei venti, il suo primo romanzo, con la casa editrice L’Erudita.
Qual è il tuo rapporto con il presente, con l’epoca che stiamo vivendo?
Con il presente? Aspiro a vivere nel “qui ed ora”. Ritengo che sia la maniera più saggia per vivere. Per godere di tutto ed evitare di farsi risucchiare da un tempo che non c’è più e angosciarsi per qualcosa che verrà. Non sempre è possibile, non sempre ci riesco. Ma mi piace credere di poterlo fare. Quanto all’epoca che stiamo vivendo, invece, avverto un grande disagio. Un radicato e profondo senso di smarrimento: un mondo che manca di giustizia, di equità, di condivisione, fatto a uso e consumo di pochi e di cui i più fanno le spese, unito al diffuso costume per cui “sto bene io, perciò stanno bene tutti”, è motivo di grande scoramento.
Percoto Introspettiva
Ministorie adolescenziali e non solo: introspettive, noir e surrealiste.
Ambientate nel cortile della Percoto e non solo e con i soliti protagonisti: Dario, Ale, Seo, Qualli ed altri...
I
Eran fissi come al solito, gli uomini: guardavano solleciti lo schermo casalingo, che in cambio (a mo’ di ricompensa) mostrava in diretta plenaria, e a reti congiunte, la ripresa ravvicinata d’un robusto pietrone, intento da sé – ovviamente per miracolo o volontà divina (senza cioè che nessuno lo spingesse) – a rotolare pian piano di lato e dischiudere lentamente l’imbocco d’una caverna angusta, rannicchiata nella roccia. Intanto la voce fuori campo di uno speaker, postillava il prolungato, flemmatico scivolamento, pronunciando un discorsetto: “E figuriamoci: c’è pure Quello che non riesce a trattenere la vita per più di tre giorni. Magari si sforza, si impegna allo spasimo. Ma niente da fare...
Cairano, la voce dello spopolamento
Written by Domenico Carrara - Carmine SantoroAngelo gestisce di un bar a Cairano, borgo di trecento anime nell'alta Irpinia. Abbiamo parlato con lui dello spopolamento dopo il terremoto, di com'era la vita prima, di quale sarà il futuro dei paesi.
Il rapporto con la nostra epoca, il presente. Con quello che stiamo vivendo, i cambiamenti politici.
Eh, purtroppo è una cosa che, secondo i miei tempi di gioventù, coi tempi attuali c’è come uno sbalordimento. Perché purtroppo se avviene un cambiamento, io, che faccio parte della vecchia squadra, la media squadra, non è che mi trovo un granché. Però purtroppo mi sto adeguando man mano che vanno avanti i tempi. Con i miei tempi giovanili era tutta un’altra vita. C’era più familiarità, più... solidarietà. Più comprensione.
Si trasformava il dolore di molti nel ricordo di uno solo. Si trasformava il dolore, che è lungo e naturale e vince sempre, nel ricordo personale, che è umano e breve e sfugge sempre.
(Roberto Bolaño, 2666)
Per poco una mareggiata non mi investì in pieno. Camminavo sul mare e guardavo lontano, all’orizzonte, dove le ondate parevano animalesche schiene irsute che danzavano contro la luce squillante, tenebrosa, elettrica, che spaccava le nuvole ad ovest e si insinuava verso i golfi cittadini, striati di luci. Le ultime da Cape Canaveral non lasciavano dubbi: era una questione di mesi, ormai – e quindi di giorni – e il meteorite ‘D-Alpha-Nag’ avrebbe impattato contro la Terra. Tennyson era stato perentorio: “Succederà un gran caos”. “Cavolo, Tennyson” – avevo ribattuto – “altro che caos... vi sarà ben più di un caos!”. Ed era un gran caos già in quel pomeriggio sul lungomare, lucidato dal vento e dalle mareggiate, infilato in quella luce giallastra da tropici intristiti, come se qualcosa di freddo e di crudele dovesse accadere da un momento all’altro.
Il 21 aprile di quest’anno il linguista svizzero Max Pfister ha compiuto ottantacinque anni: un bel traguardo, per l'uomo premiato per i suoi studi di italianistica e romanistica con dottorati honoris causa dalle università di Bari, Lecce, Torino, Roma e Palermo, ed stato insignito dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi del Diploma di Prima Classe con Medaglia d'Oro ai Benemeriti della Cultura e dell'Arte, nel 2006.
A lui ed ad una sua fortunata idea datata 1968, si deve il celeberrimo Lessico etimologico italiano (LEI), il più completo dizionario etimologico di base della lingua italiana scritta e dei dialetti italiani.
- Max Pfister
- Lessico Etimologico Italiano
- LEI
- dizionario etimologico
- Wolfgang Schweickard
- lingua italiana
- lingua inglese
- radici linguistiche
- Ministero degli Esteri
- lingua latina
- Spanglish
- esterofilia
- anglofonia
- Itanglese
- Jobs Act
- Accademia della Crusca
- CLIC
- Centro di Consulenza della Lingua Italiana Contemporanea
- Associazione Italiana per la Terminologia
- Ass I Term
- Arrigo Castellani
- Morbus anglicus
- Studi Linguistici Italiani
- Espressioni
- Zaira Magro
- Il Pickwick
Gruppo 9 e dintorni: Gianluca Calvino si racconta
Written by Domenico CarraraGianluca Calvino è uno scrittore e docente di scrittura creativa presso il laboratorio di Homo Scrivens a Pompei, nonché insegnante. Collabora col suo Gruppo 9, di cui sono usciti vari titoli fra cui il Premio Carver Party per non tornare, Non sono stato io e il più recente Gli affamati.
Qual è il tuo rapporto con il presente, con l'epoca che stiamo vivendo?
Mah, tutto sommato positivo. Nel senso che l’epoca che viviamo non è molto peggiore di quelle che l’hanno preceduta. Guerre, sterminii, genocidi, purtroppo fanno parte della natura barbara dell’individuo. Forse a livello culturale c’è stato un certo declino, ma anche questo credo che lo si dica da sempre. In tutte le epoche avremmo trovato quello che diceva “ai miei tempi era diverso”. La verità è che l’uomo è questo qui, poco da fare. L’importante è vivere con ironia, è l’unica cosa che ti può salvare dalla follia della vita.
L’estate era appena iniziata e nell’orto gli odori stavano cambiando. Le piante da fiore e le verdure assecondavano la stagione e le colture si susseguivano secondo le leggi della natura. Mino il contadino si trovava sulla porta di casa, assorto in questi pensieri e nella contemplazione del suo piccolo appezzamento, quando un rumore piuttosto sgradevole lo costrinse a tornare con i piedi per terra. “Zio Mino! Zio Mino! Dove sei? Siamo arrivate!”. Le sue orribili nipoti, le gemelle figlie di sua sorella Amilda erano venute a trascorrere qualche giorno in campagna. E sua figlia Claretta aveva deciso di non farsi trovare, dal momento che non sopportava le cugine. Era andata nella piccola casa al mare con i figli.
La realtà di Melito Irpino nelle parole di Carmine Santoro
Written by Domenico CarraraMelito è un piccolo centro della Bassa Irpinia. Poche anime, la parte storica abbandonata a se stessa. Alcuni ragazzi, guidati da Carmine Santoro, attivista politico da una vita, hanno deciso di attivarsi per riportare alla luce la bellezza del posto. A loro va un grande in bocca al lupo, abbiamo trascorso insieme uno splendido venticinque aprile.
No, la vena esausta della tradizione non fa per me. Della tradizionale narratologia e relativi contenuti, intendevo dire. Quel tanto di caotico anarchismo (mi si perdoni la ridondanza, ma talvolta ci vuole) − facendo salva l’essenza mimetica delle storie – mi sarebbe bastato per non farmi catturare da un percorso di piatto realismo tipo facciamoci un aperitivo al bar e intanto vediamo come sta venendo il lavoro.
Tra gli anni Cinquanta e Sessanta, l’allora corrente letteraria americana stava lasciando il passo alla ricerca di diversi piani di lettura. E io seguivo con interesse il graduale avvento del nuovo.
C’era poi la mia l’età. Vent’anni. Dovevo cercarmi prima di tutto la strada da percorrere, un lavoro. Perché l’idea di mettermi a scrivere, che mi era venuta quand’ero ancora più giovane, di fatto la coltivavo come un sogno, volutamente ignorando le difficoltà da superare. Sono fatto così. Sebbene non integralista nelle mie convinzioni. In generale.
- Via dalla strada maestra
- racconto
- metaletteratura
- narrativa
- Thomas Pynchon
- Don DeLillo
- Philip Roth
- Cormac McCarthy
- Harold Bloom
- passione per la scrittura
- Waterloo
- aborto
- Ludwig Wittgenstein
- filosofia del linguaggio
- letteratura
- concorsi letterari
- David Foster Wallace
- La Fucina delle Scritture
- Enrico Brega
- Il Pickwick
Il Pickwick dedicherà alla questione-Eliseo un articolo giacché pare chiara la condizione di favore di cui ha usufruito questo teatro sin dal decreto di riforma del FUS (giova ricordare che l'Eliseo è diventato un Teatro di Rilevante Interesse Culturale da chiuso; senza aver potuto presentare in sede ministeriale la propria storicità recente ma solo una progettualità autocertificata). Oggi invece Il Pickwick riceve e pubblica il comunicato redatto da C.Re.S.Co (Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea) che avanza primi dubbi di metodo e di merito sul "salvataggio straordinario" dell'Eliseo, finalizzato a "garantire la continuità delle attività in occasione del centenario" del teatro.
Segue dunque il documento:
Il Pickwick riceve e − come altri organi di stampa (vedi repubblica.it) − pubblica la lettera aperta, firmata da Donatella Furino ed Emma Campili. In tempi nei quali le istituzioni pubbliche teatrali sono gestite con modi privatistici, in cui le politiche culturali sono spesso ridotte alla nomina rappresentativa e in cui è il silenzio la strategia adottata per (non) rispondere a negligenze, mancanze, eventuali responsabilità personali Il Pickwick ritiene invece necessario alimentare il dibattito, la discussione e il confronto tra le parti in causa giacché il mutismo è, sovente in Campania, strategia perdente, deresponsabilizzante quando non collusiva.
Per questo Il Pickwick rimane a disposizione di tutti gli interessati, per la pubblicazione di eventuali ulteriori testimonianze, chiarimenti e/o documenti di merito.
Di seguito la lettera aperta di Stasera c'è spettacolo?
L'ex Opg sa di aria pulita, sa di musica, ritmo istintivo, vino. Ci sono le parole degli ex carcerati, toccanti testimonianze, residui del set di Gomorra, l'antico e il nuovo. Il futuro negli occhi dei ragazzi che gestiscono lo spazio. E noi spaesati, quasi commossi, dissetati dall'ossigeno.
Qual è la vostra visione del presente, dell'epoca che stiamo vivendo?
Crediamo che stiamo vivendo una fase molto particolare, in cui nulla può essere dato per scontato e in cui l’iniziativa popolare, dal basso e bene organizzata, può trovare lo spazio di esistenza che merita.
Buon Gesù, autore dell’umanità squinternata che abita il mondo, ascolta il mio inchiostro e la mia voce: San Bifolco Primigenio era il tuo antico tempio, nonché luogo di culto, in cui noi contadini di Sant’Arello ci riunivamo per celebrare il mistero della morte e resurrezione.
Seduti sulle panche, prestavamo orecchio e attenzione alle omelie del parroco, Don Giovanni Naiolo. Il quale “Diletti figlioli” – soleva annunciare ogni domenica dall’altare – “è il momento dell’Eucaristia: rendiamo grazie perciò a Dio... e un bell’applauso all’ostia consacrata”. E mentre noi fedeli battevamo le mani a scroscio, il prete sollevava con gesto intenso la pisside rilucente.