Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
(racconto liberamente ispirato al Conte di Montecristo di Alexandre Dumas)
“Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare”.
(Samuel Bellamy, Pirata alle Antille nel XVIII secolo)
a Gérard Genette
Edmond Dantès, dopo essere sbarcato a Livorno, imboccò la via San Ferdinando: qui, vicino al porto, si trovava il barbiere dove era stato diverse volte, ormai tanti anni prima. Era un tiepido pomeriggio di maggio e un dolce venticello spirava dal mare incanalandosi nella strada. Edmond camminava e, voltandosi, poteva vedere in fondo alla via gli alberi delle navi, con le vele ammainate, solcati da argentei gabbiani avvolti dalla luce del sole. Riconobbe subito la bottega, nulla sembrava essere cambiato. Dopo una breve attesa, si sottopose alla paziente opera del barbiere e, finalmente, rivide se stesso nel volto che, adesso, si rifletteva nell’ampio specchio di fronte a lui.
In bilico, nell'ombra. Dialogando con Enrique Vila-Matas
Written by Marcello SaccoAutore di libri di culto come Suicidi esemplari (Nottetempo, traduzione di Lucrezia Panunzio Cipriani) o Bartleby e compagnia (Feltrinelli, traduzione di Danilo Manera), Enrique Vila-Matas è muy barcelonés (lo dirà pure in questa nostra chiacchierata), ma è anche il tipico intellettuale apolide, praticante una letteratura che si alimenta di altra letteratura, surreale, citazionistica e leggera. Da quando la politica catalana ha conquistato le prime pagine della stampa internazionale lui esita a farsi intervistare, forse perché non ha tanta voglia di rispondere a certe domande né di avvolgersi in questa o quella bandiera.
- Enrique Vila Matas
- Suicidi esemplari
- Bartleby e compagnia
- Bastian Schneider
- Marienbad elettrico
- Humboldt
- Dominique Gonzalez Foerster
- Storia abbreviata della letteratura portatile
- John Ashbery
- Elena Ferrante
- Dottor Pasavento
- Roberto Bolaño
- Il viaggio verticale
- José Mallorquí
- Dalla città nevosa
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- letteratura
- Marcello Sacco
- Il Pickwick
C’è più di un modo per parlarne
L’orientamento resta quello che abbiamo deciso sin dall’inizio della nostra ricerca. Il club si attiva mosso talvolta dal caso, in altre occasioni realizzando un piano prestabilito. Ma sempre stando attenti a non spingerci oltre il naturale campo di un’osservazione che non vuole essere una sorta di studio meramente astratto dell’essere umano.
Percoto Introspettiva
Ministorie adolescenziali e non solo: introspettive, noir e surrealiste.
Ambientate nel cortile della Percoto e non solo e con i soliti protagonisti: Dario, Ale, Seo, Qualli ed altri...
Colloquio di lavoro. Parte Ottava
I
Da lontano stava ad osservare
loro che innalzavano capestri:
abili nel condannare,
e delle esecuzioni sommarie
maestri.
Si grattò la testa, pensò
che era meglio andare.
Quale versione
Da parte sua, non usa incoraggiare né l’una né l’altra interpretazione. Sto parlando di Luca, il più giovane del nostro gruppo, che a fine anno conta di ottenere con il massimo dei voti la laurea in Informatica Umanistica presso l’Università di Pisa.
Il nostro club non si dà una struttura, né rigidi programmi di incontri. Elasticità di intenti trattati con il dovuto approfondimento.
È un sabato mattina, siamo al bar in Piazza Fontana a farci un aperitivo io, Lorenzo e Luca. Gli altri due, Marco e Daniele, staranno probabilmente cazzeggiando da qualche parte della città.
Ho visto una cosa eccellente in tivvù, e il fatto che non fosse scontato è così banale che vorrei non scriverlo. Però lo scrivo. Per dirvi l’impasse.
L’impasse di pensare di assistere a una puntata di un programma documentaristico, Lungo il fiume e sull’acqua, in onda la domenica mattina su Rai 3 dalle 10:15, e invece godere di un capolavoro. Letterario, musicale, architettonico. E soprattutto cinematografico.
- Lungo il fiume e sull'acqua
- Brenta
- Giuseppe Sansonna
- Gianfranco Anzini
- Francesco Zippel
- documentario
- Massimo Carlotto
- Cecilia La Monaca
- Gualtiero Bertelli
- Antonio Foscari
- Piero Mantoan
- Felice Maniero
- Carlo Goldoni
- Hugo Pratt
- Zemanlandia
- Tracce di Bene
- burchiello
- Veneto
- Serenissima
- Tiziano Scarpa
- Nord Est
- Venezia
- Mauro Covacich
- RAI 3
- Espressioni
- Giovanni Chianelli
- Il Pickwick
Alla fine dovetti cedere alle circostanze, quando le iridi sbarrate, grigie ed immobili fecero luce sulla tragedia che si era appena compiuta nello studio situato al civico duecentonovantanove. Stavolta non si trattava di una situazione in cui ci si poteva ritrovare per puro caso, assistendo all’altrui delitto per mano di una fredda, irruenta, spietata essenza maligna fattasi persona. Stavolta io ero al centro. IO ERO quella malignità personificata, non più la creatura che ora si era dissolta per restituire la vera forma a quel corpo umano giacente sul pavimento.
Nato a Cartigliano l’8/12/1949, si è laureato in storia della filosofia alla Statale di Milano con una tesi su Hegel, uscita poi da Feltrinelli. Dopo anni di precariato (correttore di bozze e giornalista a L’Unità, insegnante 150 ore, bibliotecario a Crema, coordinatore delle attività seminariali per Fondazione Feltrinelli), nel 1981 diviene ricercatore confermato e si conferma tale sino a fine carriera (senza partecipare più a un concorso ma tenendo per anni una cattedra di estetica a contratto al Politecnico). Appassionato di traduzione, si prova inizialmente con Hegel, Bloch e Diderot, finché l’interesse per Kierkegaard lo assorbe negli anni 90 come curatore di numerose sue opere.
- Intervista a Dario Borso
- Il Ragazzo Innocuo
- Ubiquo
- l'Unità
- Cartigliano
- Georg Wilhelm Friedrich Hegel
- Fondazione Feltrinelli
- Politecnico di Milano
- denis diderot
- Søren Kierkegaard
- Premio Baghetta
- Baruch Spinoza
- Andrea B della Mano Nera
- Democrito
- Lettera a una professoressa
- Don Milani
- PCI
- Paul Celan
- Arno Schmidt
- Storia della uerra partigiana in Italia
- Raffaele Cadorna
- Istituto della Resistenza
- Sasha Dugdale
- Lev Isaakovič Šestov
- Aleksandr Aleksandrovič Blok
- Nadine Celotti
- Vivetta Vivarelli
- Michelle Mafille
- Giulia Ciniselli
- Prossima fermata via Padova
- Disegnology
- Pietro Spica
- Valerio Magrelli
- Chandra Candiani
- Piccolo diario indiano
- Fondazione Empatia
- Coop Lotta contro l'Emarginazione
- L'Internazionale
- Dario Borso
- Interviste
- Alida Airaghi
- Il Pickwick
Ossessioni in forma di romanzo
È un tentativo forse spinto da una visione deformata e a tratti persino patetico, questo mio voler cercare di cogliere se non l’essenza assoluta ma almeno quanto appare in superficie dell’essere umano. Qualcosa che fa pensare al Fiction’s about what is to be fucking human being di David Foster Wallace.
− Dai, Simone, facci capire una volta per tutte dove vuoi arrivare − mi dice Lorenzo. − Quanti di noi, come te poco più che ventenni, vorrebbero essere nei tuoi panni: sei già manager di due radio locali che stanno riscuotendo successo. E il tuo approdo in televisione appare a tutti noi a portata di mano, sebbene tu cerchi − ed è palese − di non darlo a vedere. Non ti basta?
Il sole mi inonda, ma per puro caso, perché non può evitarlo. La mano di mia moglie penzola nell’incoscienza del riposo, ed io contemplo da sveglio, perché questo caldo non mi fa dormire. Nella storia passata la vita è un attimo; ricordo quando studiai la guerra dei trent’anni. Ci sono stati conflitti che hanno rubato decenni alle persone, tutta una vita, se ci rifletti. Battiato cantava “se penso a come ho speso male il mio tempo, che non tonerà, non ritornerà, mai...” e qui invece la musica impazza come se tutte le persone, non solo gli anziani, fossero sordi. Nulla è suggerito, basilare è diventato altro nelle canzoni: sbatterti tutto in faccia, dirti le cose nel modo più semplice tanto da farlo capire anche ad un cane e nel frattempo vedersi bene dal darti un’emozione, una qualsiasi emozione.
Capitolo 4
In una Parigi ancora scossa dal feroce attacco islamico fondamentalista a Charlie Hebdo, Rolando Fraschini e sua figlia Giovanna, ormai rientrata nell’organico come direttrice dell’ufficio del personale, si stanno dirigendo in taxi al distretto La Défense dove in uno dei grattacieli che svettano da quelle parti ha sede la rappresentanza francese dell’azienda.
“Chi è senza speranza non solo non scrive romanzi ma, quel che più conta, non ne legge. Non ferma a lungo lo sguardo su nulla, perché gliene manca il coraggio. La via per la disperazione è rifiutare ogni tipo di esperienza, e il romanzo è sen’altro un modo di fare esperienza”.
(Flannery O'Connor)
Non poteva che essere Jonathan Franzen con la vivezza della sua raccolta di saggi Come stare soli a farci apprezzare l’intensità delle parole con le quali la scrittrice statunitense ci parla di letteratura.
Avevo poco più di dodici anni e già l’idea di leggere e poi scrivere mi affascinava. Dopo tanti libri letti, per lo più adatti alla mia giovane età, mi sono imbattuto in Martin Eden di Jack London. Una folgorazione: sarei diventato uno scrittore, come l’autore... e il protagonista del romanzo.
Ma la vita ha un suo percorso, tracciato dal caso.
- Sopravvivere alla solitudine
- racconto
- Flannery O'Connor
- Jonathan Franzen
- vita e letteratura
- Come stare soli
- Martin Eden
- Jack London
- MoneyArt
- Jacques Attali
- The Sense of Beauty
- Bali
- fiume Ajung
- Milano Marittima
- Druogno
- Valle Vigezzo
- Barzio
- Valsassina
- Lecco
- Valbelluna
- Trichiana
- Dolomiti Bellunesi
- Don DeLillo
- Van Morrison
- When the Leaves Come Falling Down
- La Fucina delle Scritture
- Enrico Brega
- Il Pickwick