“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 04 December 2018 00:00

Ricordando Eduardo Scarpetta

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Nei giorni scorsi ricorreva l’anniversario di morte di Eduardo Scarpetta (Napoli, 13 marzo 1853 − Napoli, 29 novembre 1925), il più importante attore e autore del teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Fondatore del teatro dialettale moderno, ancora attualmente in uso, maestro nell’adattare la lingua napoletana alle pochade francesi, Scarpetta compone, durante la sua lunghissima carriera di commediografo, lavori teatrali destinati a diventare celeberrimi come Miseria e nobiltà, Il medico dei pazzi e ‘O scarfalietto.

Si ritira dalle scene nei primi mesi del 1911. Eduardo Scarpetta sposa nel 1876 Rosa De Filippo, figlia di un modesto carbonaio napoletano. Da questo matrimonio nascono Domenico (probabilmente concepito da una relazione che Rosa ha avuto con Vittorio Emanuele II) e Vincenzo, che erediterà la passione ma anche il compito di portare avanti il discorso teatrale del padre. A questi si aggiunge Maria Scarpetta, figlia di Eduardo e di una maestra di musica che viene accolta dalla moglie di Scarpetta come figlia legittima. Maria ottiene il suo maggior successo come autrice di numerosissime commedie e riviste. La paternità più famosa di Scarpetta è quella di Titina, Eduardo e Peppino De Filippo. I tre prendono il cognome della madre Luisa, nipote di Rosa in quanto figlia di suo fratello Luca. Oltre a questi tre De Filippo ve ne sono altri due: un altro Eduardo, che in arte si farà chiamare Eduardo Passarelli, e Pasquale, figli di una sorellastra di Rosa, Anna, nata dal secondo matrimonio del padre di Rosa, appunto Pasquale De Filippo.
Istrione, uomo dalla personalità complessa, figura ingombrante, Eduardo Scarpetta, volutamente o meno, condiziona la carriera dei suoi figli, legittimi e naturali, eccezion fatta per il primogenito Domenico (l’unico in famiglia che non seguirà la strada paterna). Don Eduardo viene così ricordato da Peppino De Filippo nella sua autobiografia Una famiglia difficile: “Eduardo Scarpetta fu per mia madre una corda messale al collo dal destino e pronta a strozzarla al minimo segno di fuga. Di temperamento calmo, quieto e di sentimenti semplici, mia madre fu facilissima preda di quell'uomo fatto davvero di pochi scrupoli e ammetterà che, in rispetto a certe leggi del suo paese e a dispetto delle buone regole di umana pietà, dovette sempre vergognarsi del suo stato civile”. Da questa dichiarazione si intuisce che il minore dei De Filippo, che descrive lo Scarpetta privato, lascia al lettore, del proprio padre, un’immagine negativa, quella di un uomo anaffettivo, vizioso e cinico.
L’opinione che Peppino mostra di avere del padre naturale viene completamente smentita dalle dichiarazioni di Maria Scarpetta, sorellastra di lui da parte paterna. Dal suo libro Felice Sciosciammocca mio padre, pubblicato nel 1950, emerge tutta la nostalgia per i tempi in cui presso Villa Santarella, in un clima di festa e di allegria, si riuniscono parenti e amici per assistere a spettacoli di fuochi d’artificio. Maria Scarpetta racconta di un uomo affettuoso e premuroso con un fare molto protettivo e rassicurante: “Si avviava con il cuore in tumulto per l’angoscia di lasciare la sua Maria, la sua bambina ammalata, per correre alla luce della ribalta e portarvi la gaiezza”.
In una posizione intermedia si pone Titina De Filippo la quale, pur evidenziando il carattere difficile del padre, gli riconosce l’indole affettuosa e il merito di aver fortemente creduto in lei come attrice: “Autorevole, nervoso, gesticolante, severo, autoritario con tutti. Avevo terrore persino del suo sguardo. Sarà sempre lui a decidere le cose della mia vita. Il mio cervello era ossessionato da garofani rossi”.
Eduardo De Filippo, invece, si mostra reticente nel lasciare dichiarazioni su Scarpetta “uomo”. Nelle sue interviste egli si limita a manifestare la sua stima e la sua ammirazione per il padre dal punto di vista squisitamente professionale, tant’è vero che quando il giornalista Compagnoni, del settimanale Oggi, gli chiede informazioni private su Eduardo Scarpetta, lui risponde: “Era un grande attore”.

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