“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Monday, 24 June 2013 02:00

In viaggio su una voce

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Basta il ritmo della musica, la voce di Leyla e non siamo più dove credevamo di essere. Lo sfondo è un arazzo blu notte con mille pietre d’oro e d’argento. Partono da un lato con una decorazione sottile poi crescono, aumentano di numero e il disegno diventa più spesso, come il disegno che potrebbe fare il suono di una voce che parte da una piccola bocca e si sparge nello spazio. Davanti una struttura alta, sembra lo scheletro di una piramide con in cima il sole e sotto una montagna di sale. Il nord Africa è evocato da un uomo che suona un tamburo e canta e da un’anziana signora che apre la sua piccola bocca e ci regala la sua voce piena di vita trascorsa.

Monday, 24 June 2013 02:00

Napoli Loves Vertigo

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Il corpo sulla scena: veicolo di trasmissione, strumento di costruzione, oggetto di sperimentazione a favore della contemporaneità, è capace di disegnare astrazioni o di suggerire rimandi alla realtà.
Vorticoso ed “impalpabile” lo spettacolo della Vertigo Dance Company proposto in questa sesta edizione del Napoli Teatro Festival Italia, per festeggiare i vent’anni d’attività della compagnia israeliana.
Vertigo 20 conferma il grande successo partenopeo delle scelte coreografiche di Noa Wertheim, che il pubblico ha avuto modo di apprezzare nel 2012, con lavori sincroni e di forte impatto visivo come Null e Birth of the Phoenix.

Monday, 24 June 2013 02:00

In processione lungo il Tunnel

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La suggestione illustre di una messinscena favolistica che già nel titolo evoca una gatta, facilmente fa ripensare a La Gatta Cenerentola, la favola in musica di Roberto De Simone, che riaffiora assistendo a La Iatta Mammona del Collettivo Internoenki.

Monday, 01 July 2013 00:00

Il gioco dell'essere

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Gli attori del terzo quadro del Trittico dello spaesamento. L’infanzia di un capo, di Roberta Nicolai sono già sul fondo del palco quando il pubblico entra in platea. Sono tre uomini ed una donna, manca l’altra attrice presente in cartellone. L’inizio dell’opera è segnato da un secondo sipario che si trova sul palco che calerà a coprire gli attori, invece che a svelarli.

Saturday, 22 June 2013 02:00

The Dark Side of The White

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Si spengono le luci in sala, si accendono le lampadine sul palco. Qualche schermo di telefonino continua a brillare azzurrognolo, continuerà così per tutto lo spettacolo, siamo così assuefatti alla tecnologia e alla schiavitù della connessione totale e continua, che pare non sia possibile separarsi da quello schermo, nemmeno per le due ore di una (pur lunga) rappresentazione.

Saturday, 22 June 2013 02:00

La bugia del Pinocchio "aumentato"

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Augmented Pinocchio motiva il suo valore teatrale con la novità della coesistenza, sul palco, di un attore in carne e ossa tra immagini dalla definizione fittizia. Cominciamo, dunque, cercando di comprendere se tale scelta richiami, o meno, il Pinocchio di Collodi.

Friday, 21 June 2013 02:00

Per un Amleto

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Macelleria Ettore mette in scena Amleto?
Si nota subito: la parte d’inchiostro più importante della frase scritta qui sopra è il punto interrogativo. Appartiene al titolo ma sembra curvare l’intera preposizione, tramutando, l’affermativa, in un’interrogativa. Scrivere “Macelleria Ettore mette in scena Amleto” avrebbe significato qualcosa mentre scrivere – come abbiamo fatto – “Macelleria Ettore mette in scena Amleto?” significa tutt’altro: il punto interrogativo è la differenza.
È questo punto interrogativo (primo indizio) a suggerirci che, Amleto?, non è Amleto.
Quando sediamo, scegliendo il nostro angolo di percezione, riceviamo un dono dalla sorte: abbiamo di fronte il piedistallo con le luci che serviranno allo spettacolo. Le luci sono il secondo indizio. Il terzo è dato dalla foggia degli interpreti: maglia nera, pantalone nero, scarpe nere: non vi è alcun costume e, dunque, non vi è alcun inganno apparente.
Il punto interrogativo, le luci, la mancanza d’inganno apparente: i tre indizi che ci permettono di ripensare ad Amleto? di Macelleria Ettore, scrivendone.

Thursday, 20 June 2013 03:17

Le solitarie conversazioni di un comico

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L’ironico monologo di Andrea Cosentino non lascia molto all’immaginazione. L’attore sale al centro della pedana (la scena) e, in dialetto romanesco, inizia a inveire sul pubblico e sulla stupidità della gente, che è intervenuta per assistere al suo "teatrino". Al di là dei giochi di parole Cosentino schernisce il teatro tradizionale, quello fatto in calzamaglia, per darci un nuova idea dell’arte, dell’artista, e dell’espressione artistica.
L’hic et nunc che professa senza mai citare la radice latina che è alla base (concettualmente e storicamente) del coevo e anglosassone Not here. Not now, dà la cifra esatta del capovolgimento impresso dall’arte contemporanea alla scena teatrale e all’arte tout-court.

Thursday, 20 June 2013 02:00

Tra due fuochi

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Si prende posto in Sala Assoli e la scena, illuminata fiocamente, è già apparecchiata. La stessa, per tutta la rappresentazione, l’uso sapiente delle luci farà apparire ai nostri occhi l’una o l’altra cosa, facendola esistere al nostro sguardo, dandole consistenza di realtà, una parte da giocare nella rappresentazione. Ogni dettaglio è curato, ogni dettaglio evoca un’atmosfera, un personaggio, una situazione. Al centro un altare, solo più tardi ci renderemo conto che la mensa poggia su dei grossi bidoni blu, a giudicare dal simbolo si tratta di rifiuti speciali. Sull’altare, in piedi, una statua vivente della Madonna, scopriremo più tardi che è la Madonna di Lourdes (anzi della piccola Lourdes, a Pianura). Ai lati due labari, con Cristo e Padre Pio. Un banco con le candele e l’offertorio.

Thursday, 20 June 2013 02:00

Il "gioco" itinerante di EgriBianco Danza

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Il 2013 è per l’E45 Napoli Fringe Festival un anno di cambiamenti.
Diventato appuntamento biennale, presenta un programma più ricco di creazioni site-specific delle compagnie giovani ed emergenti. Si aprono all’utenza i luoghi culturali della città, ambienti perfetti dove poter respirare drammaturgie in un melange di arte e storia. Ampio spazio per Tersicore nel cartellone (mai abbastanza, considerando che a Napoli nel corso dell’intera stagione coreutica scarseggiano spettacoli di buon livello culturale e performativo) ove mi ha colpito la presenza di un gruppo che non è poi tanto emergente se si conosce la storia della danza contemporanea italiana.
Mi riferisco alla Compagnia EgriBianco Danza, ex Balletti di Susanna Egri, fondata nel 1999 da una delle coreografe di spicco della danza teatrale e televisiva degli anni ’60 e ‘90, la quale porta in scena Itinerario − Per una possibile salvezza.

Come fa a danzare un corpo in una condizione di limite? Quando è costretto ad uno spazio limitato ed è incarnato in un animale?
Nella Sala polifunzionale del Museo MADRE di Napoli è andato in scena, nell’ambito dell’E45 Fringe Festival, l’assolo di Fabrizio Varriale (Cie Danza Flux), dal titolo Horse Boy in apnea, un lavoro di sperimentazione fisica, tra danza ed atto performativo.

Tuesday, 18 June 2013 06:30

In missione per conto di Mister Samuel

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Allorquando si programmano eventi capaci di suscitare la curiosità pickwickiana, i membri del Circolo, armati di taccuino e facondia, si dirigono alla volta dell’evento per darne regesto ed assolvere alla missione statutaria del loro benemerito sodalizio. La curiosità connaturata all’animo pickwickiano risulta vieppiù titillata quando ad emettere richiamo sono faccende eminentemente correlate a quel tale scrittore che nelle sinuose, pingui membra di Mister Samuel Pickwick seppe insufflare inchiostro vitale, consegnando sé e quel bonario signore ad imperitura esistenza: Charles Dickens.

Tuesday, 18 June 2013 02:00

La vita è una partita a scacchi

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Spettatori in Sala dei 500
Non c’è il sipario nella sala dei 500 del Museo Ferroviario di Pietrarsa, dove va in scena Il gioco dei re di Marco Scaccaluga. Il pubblico si accomoda in modo ordinato mentre lo sguardo è attirato da un telo nero che nasconde la scenografia. Sopra c’è disegnata una scacchiera con l’indicazione dell’ultima mossa eseguita dai giocatori, sotto una frase di Goethe: “Quanti dolori, ahimè, potremmo evitare, se solo potessimo ritirare le mosse sbagliate e giocare di nuovo”. Il tempo di leggere, di pensarci su, di porsi domande sulle regole del gioco ed ecco che lo spettacolo comincia.

Wednesday, 19 June 2013 02:00

Qui e Altrove

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Il Teatro tende, in quanto Teatro, a realizzare qui ciò che è altrove. Arte il cui tempo è coniugato al presente, trascina dagli stretti anfratti del tempo tutto l’armamentario in ribalta: una piazza d’epoca greca, un carro barocco e spagnolo; un castello danese ma d’invenzione vittoriana, l’albero nudo ed unico di un deserto che appartiene al futuro. L’altrove è altrove, già trascorso o non ancora mai nato, ma questo altrove diventa il qui del Teatro, l’immediato evidente, il veduto e vissuto calcolabile col tempo e col battito dei nostri respiri. Il prima e il dopo diventano “adesso”, l’allora e il sarà si travestono in “ora”, quel ch’è successo e quello che forse accadrà avviene in questo luogo, in questo momento. Avviene qui.

Mentre prendiamo posto sulle panche del Ridotto del Mercadante la classe è già seduta nei suoi banchi. Noi i sani, (i maestri?), loro i malati (gli allievi?). Ma il presupposto è sbagliato, lo capiremo nel corso di questo lungo percorso, di questo incubo al rallentatore in cui niente succede davvero e tutto si ripete, vorticosamente, sulle note ricorrenti di un valzer di Karacinski.

il Pickwick

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