“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Teatro

Teatro La ribalta di legno

«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».

Tuesday, 07 May 2013 20:07

"Sono così giovani! Che possono fare?"

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Esiste un luogo, sospeso tra la terra e il cielo, in cui vanno coloro ai quali è stata spezzata con violenza la vita. È un luogo attaccato con un filo alla mente di chi resta sulla terra. Esiste perché si nutre delle nostre riflessioni, delle nostre emozioni nell’apprendere certe notizie, della nostra immaginazione, di tutto ciò che conosciamo delle persone uccise.

Si è svolto a Napoli dal 2 al 5 maggio il festival La scrittura della/e differenza/e, biennale internazionale di drammaturgia femminile giunto alla VI edizione, un festival che vede la sua sede a Cuba ed oltre all’Italia, come Paese partecipante, compaiono anche Argentina, Brasile, Ecuador e Spagna.
In questi giorni a Napoli, presso la Caffetteria del Teatro Mercadante, sono state presentate le opere teatrali vincitrici, tra cui La Audiencia de los confines (primo studio sulla memoria) proveniente da El Salvador, intensa drammaturgia teatrale andata in scena allo Stabile dal 3 al 5 maggio.

Thursday, 09 May 2013 02:00

Dietro le sbarre con le "Donne Cartoon"

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Signore e Signori... prego mettersi in fila per le impronte digitali... silenziosamente e con ordine!
E così un manipolo di increduli spettatori obbedisce con diligenza agli ordini di Atena, la carceriera in tacchi a spillo del penitenziario femminile di Nashville, per l’occasione allestito tra le mura del Teatro Elicantropo, che presenta lo spettacolo Donne Cartoon per la regia di Daniela Mancini (autrice ed interprete).

Monday, 06 May 2013 16:40

Nemmeno una nuvola

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Il palco vuoto presenta come unico segno scenografico, oltre allo sfondo su cui scorreranno foto e video, tre cubi di plexiglass che fungono da basi per un telefono grigio a disco, un mangiadischi bianco e un televisore da dodici pollici in bianco e nero. Poi parte Moscow Disco dei Telex e saltiamo indietro di trentatré anni. Un tempo che è una vita. Una vita fa. Per chi non lo sapesse, il mondo era ancora diviso in due blocchi e l’Europa presentava indicazioni come Yugoslavia, Germania Est, Urss, Cecoslovacchia, come mostrano le cartine proiettate.
Per chi non lo avesse capito, stasera è di scena l’annus horribilis (o mirabilis?) che ha segnato – prima di esso solo la fine della seconda guerra mondiale – il tempo per la gente d’Irpinia (e non solo). 1980, cronaca tragicomica di un anno è, appunto, il resoconto in prima persona di quell’anno fatto da Paolo, oggi uomo cinquantenne, allora “ragazzetto” quasi diciottenne iscritto all’ultimo anno del liceo scientifico di Avellino.

Sunday, 05 May 2013 18:00

L'insostenibile leggerezza del peso

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Skylab, la gravità dei corpi, in scena al teatro Galleria Toledo, è uno spettacolo che attrae a sé come quella forza di cui parla, magnetica, invisibile e imprescindibile alla quale i nostri corpi sono soggetti tanto quanto gli oggetti dalla pietra alla piuma.
Decisamente interessante la ricerca coreografica e stilistica che la compagnia Laudati Danza di Bologna sviluppa a partire dal principio fisico della gravità dei corpi, restando delicatamente in equilibrio fra definizione, dimostrazione, evasione e disintegrazione della regola: fino a che punto il corpo di cui parla la fisica matematica corrisponde a quello che abitiamo? Il nostro essere vivi e senzienti, l’essere possessori di un corpo animato, capace di moto ma soprattutto di movimento, non è già di per sé una sfida alle leggi dell’universo?

Friday, 03 May 2013 22:59

La leggera sacralità del gesto

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Domanda iniziale: può la parola spiegare il gesto? Ha senso che la parola spieghi il gesto?
Sei quadri. Sei momenti scenici (?) o forse sei movimenti. Due donne da un lato, un androgino e un felino, una donna e due uomini dall’altro.
Scene di seduzione. Tutto è affidato al corpo, al gesto, al movimento sinuoso di un dito, di una mano che plasma lo spazio. Ogni movimento è una storia a sé, comune sembra l’inseguirsi dei corpi, l’afferrarsi e lasciarsi andare, i contrasti dei colori e soprattutto la padronanza e la consapevolezza del gesto.

Thursday, 02 May 2013 23:42

Cosa direbbe un bimbo sperduto?

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Direi che eravamo proprio in tanti. Bambini che correvano ovunque all’ingresso dell’orto, che giocavano con l’acqua o col terreno. In programma lo spettacolo Con le ali di Peter. Ci ho pensato tanto alle ali di Peter e ho concluso che non le ha ma è come se le avesse avute. Peter correva dappertutto, saltava, faceva le capriole, saliva sugli alberi e si dondolava aggrappandosi ai rami. A che gli sarebbe servito avere anche le ali?

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