“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Sunday, 16 March 2014 00:00

LSD: la breve storia di un uomo che a mezzanotte decise di andare

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L’arrivederci

A mezzanotte si sentiva a pezzi. Vedeva spazi alberati. Palazzi gentiluomini. Ufficiali di terracotta. Fermi e infermi. Dolori senza urla. La casa di zucchero e marzapane. Una storia senza pane. Forni spenti e la voglia di accendere un fuoco. Divampò. Avvampò e poi andò. Verso altri spazi.

 

Il viaggio e il ritorno

Appese il lume della ragione in strada e aspettò. Le onde del mare così alte non le aveva mai viste. D’altronde la sua era una città a picco sul nulla e il mare non c’era. Riuscì a scorgere un gabbiano, di cartone. Un vento così lui non l’aveva mai incontrato. Del resto la sua era una città ferma e il vento non soffiava, restava a guardare. Non aveva mai visto una luna così sorridente. Sulla sua città sogghignavano le nuvole. Toccò il cielo con un dito, il mare con i piedi e si lasciò accarezzare dalla brezza. Ore ed ore. Albeggiò. Mise il lume in tasca e si sedette in strada, ad aspettare che il sole tramontasse ancora. Era così lontano pochi secondi prima… Ora gli occhi fissi sull’asfalto e contava i secondi. Quattrocentoventi secondi di cammino lo separavano da casa.

 

L’addio

Sciolta. La casa si era sciolta. Dissolta. Un fiume dolce. Ritornare. Controcorrente anche lo zucchero diventa sale. Scale, niente più scale. Nessuna casa sopravvissuta, neanche la sua. Avrebbe dovuto pensarci prima di divampare. Affanno. Non sarebbe più stato lo stesso, non era più se stesso. Un lume senza casa è senza ragione. Pensò alle onde del mare. Ne prese una. Non sarebbe più tornato. Né lì né altrove.

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