Extra La locanda delle chiacchiere
«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».
Cos’altro potevo fare, io Marco, se non chiamare Fabio per prenderci insieme una boccata d’aria pura. Ne avevamo bisogno tutti e due, Fabio lo sapeva. Un weekend lungo, il venerdì era una festività religiosa. Con il mio smartphone ho composto il numero dell’amico. Poche le parole, com’era nostra abitudine in certi casi. Il giorno dopo siamo partiti, era l’alba, con l’auto di Fabio per Borgo Valbelluna, dove la mia famiglia ha uno chalet nei pressi del Piave.
Si dice che tra i piaceri della vita la musica è seconda solo all’amore. Ne deriva una successione di suoni che tendenzialmente risulta piacevole all’ascolto. Perciò la nostra vita rischia di perdere momenti di intima felicità qualora le manchi un senso musicale.
Mio fratello Claudio già da piccolo amava la marmellata di prugne.
L’aveva assaggiata per la prima volta a cinque anni, quando la nonna ci aveva portato in visita da una sua cugina, grinzosa e vestita di nero, che con il vocione virile e catarroso delle vecchie fumatrici, gli aveva proposto: “E tu, piccolino, la vuoi assaggiare una mia prelibatezza?”
Vagava nella sconfinata landa innevata, il gigante regnante di tutti gli inverni polari. Nei suoi occhi sterili, coltivava l’antartico, nelle sue fredde vene, scorreva la bruma. Come una pioggia di neve pianse, nel cuor suo, un tempestoso silenzio. La sua figura possente si confondeva con le alte montagne ricoperte dalle bianche raffiche del vento. Ogni sua impronta lasciata sul bianco manto veniva ricoperta di nuova neve caduta dalla tormenta senza fine, sicché il gigante non sapeva di dove veniva; non sapeva per dove andava: il gigante credeva soltanto di vagare sulla terra delle nevi dall’alba dei tempi e che forse sarà così fino alla fine di queste terre.
Forse il tempo è l’onda d’urto del Big Bang
(e l’ira, l’onda d’urto dell’odio).
Forse il corpo è il marchio di Caino,
la stella di David (o meglio di Adamo)
Parlando con I Pesci: intervista alla Compagnia
Written by Viviana CalabriaRispondere quando il teatro chiama è una reazione istintiva. Dopo un lungo stop timidamente il palco ha ripreso la sua funzione e il Castel dell’Ovo ha risposto. In occasione del Maggio dei Monumenti la Sala Italia e le terrazze hanno ospitato il progetto (H)earth Ecosystem of Art & Theater sostenuto dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e ideato da Teatri Associati di Napoli e Interno5, in collaborazione con Il Pozzo e il Pendolo, Nuovo Teatro Sanità, Teatro Area Nord, Teatro dei Piccoli/I Teatrini, Teatro Elicantropo, Teatro Nest, Nuovo Teatro Sancarluccio, Teatro Serra, Teatro Tram, Teatro Troisi.
Era domenica quando mi hanno comunicato che la mia richiesta di essere accettata in TV come ospite del più seguito show che tratta temi culturali di attualità, aggiungendo di preparami ad affrontare le impegnative domande di Rolly Magri, il conduttore di quella serie che era solito fare ai partecipanti.