Teatro La ribalta di legno
«Le quinte di stoffa con le porte in rilievo, le finestre di vetro dipinto, i vasi coi fiori di carta. In alto una lampada faceva da giorno mentre la notte veniva con la parola “notte”. In terra, una botola, dalla ribalta portava sul retro, dov’erano pronti gli attori».
Torna l’affiatatissima coppia Lo Cascio/Rubini. Nato sul set di Mio cognato (anno di grazia, 2003, del “compianto” Piva, regista però, forse, da poco risorto), questo sodalizio artistico, che ci ha già regalato, un paio d’anni fa, la bella trasposizione teatrale del classico dostoevskiano, Delitto e castigo (di cui quest’altra opera rivela l’influsso, quantomeno nella scenografia, in cui ritroviamo almeno un oggetto di scena: la piccola scrivania dove Rodia Lo Cascio Raskolnikov riversava il suo flusso di coscienza), torna ora ad affondare i canini in un altro poderoso tomo da mettere in scena: il Dracula, di Bram Stoker.
- Dracula
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- Delitto e castigo
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Di quei silenzi che stanno attorno alle parole
Written by GianLorenzo FranzìOgni volta che Roberto Latini sale su un palcoscenico, piccolo o grande che sia, è un evento. Autore capace di spogliare la scena, di spogliarsi di tutto e allo stesso tempo riempire di senso e di emozione ogni istante, ha deciso di leggere i versi di La delicatezza del poco e del niente. Non è la prima volta che Latini affronta un testo in versi: d’altronde, ben si sposa la forza con cui l’autore romano piega le parole alle sue volontà interne con lo sforzo che il poeta fa per piegare la grammatica ai suoi versi.
Lo spazio e il tempo dell'evocazione. Sul teatro di Serra
Written by Ester FormatoSe c’è una riflessione generica da fare intorno al focus della Triennale di Milano, dedicato alle regie di Alessandro Serra nello scorso dicembre, e che ha visto nuovamente lo spettacolo Macbettu, seguito da Il giardino dei ciliegi, è che entrambi gli allestimenti sono ormai percepiti di ampio respiro internazionale, dotati di un’intrinseca istanza, vale a dire quella in cui ricerca e riproducibilità di un classico universale convergono in modo virtuoso.
- Macbettu
- Il giardino dei ciliegi
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- Felice Montervino
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Sergio Blanco e l’autofinzione: “Tebas Land”
Written by Michele Di Donato“Io è un altro”
(Arthur Rimbaud)
Che cos’è l’autofinzione? Lo spiega molto bene Sergio Blanco, drammaturgo e regista franco-uruguagio nel primo capitolo del suo saggio intitolato appunto Autofinzione. L’ingegneria dell’io (Cue Press, 2019): neologismo coniato nel 1977 da Serge Doubrovsky, il termine designa un genere letterario che associa e fonde elementi autobiografici con elementi finzionali. Non che tale pratica non esistesse già – e per spiegarlo Sergio Blanco passa in rassegna esempi significativi che vanno da Paolo di Tarso a Sant’Agostino e Santa Teresa d’Avila, da Montaigne a Rousseau e Stendhal, per arrivare fino a Rimbaud e Nietzsche, prima di inoltrarsi nei meandri del Novecento con le ricadute speculative della psicologia freudiana e del pensiero filosofico – ma è a Doubrovsky che se ne fa risalire la codifica in forma di genere.
- Tebas Land
- Sergio Blanco
- Angelo Savelli
- Ciro Masella
- Samuele Picchi
- Pietro Grossi
- Henry Banzi
- Lorenzo Belli
- Amedeo Borelli
- Federico Ciompi
- Marco Borrelli
- autofinzione
- ingegneria dell'io
- Paolo di Tarso
- Sant'Agostino
- Santa Teresa d'Avila
- Montaigne
- Jean Jacques Rousseau
- Stendhal
- Arthur Rimbaud
- Friedrich Nietzsche
- Serge Doubrovsky
- Autofinzione L’ingegneria dell’io
- Il bramito di Dűsseldorf
- José Maria Miró
- Il principio di Archimede
- Rémi De Vos
- Alpenstock
- Tre rotture
- I fratelli Karamazov
- Fëdor Michailovič Dostoevskij
- Wolfgang Amadeus Mozart
- Concerto per piano N° 21 in do maggiore
- Teatro di Rifredi
- Pupi e Fresedde
- recensioni
- teatro
- Michele Di Donato
- Il Pickwick
Ci sono introduzioni sonore all’opera che realmente introducono, nel senso che conducono dentro, dentro alla situazione, dentro all’atmosfera, dentro alla scena. Arturo Annecchino ci conduce dentro, sdraiati a terra, sull’arida terra estiva di campagna, al chiar di luna, ad ascoltare le cicale cantare, con il latrare dei cani che, in lontananza, avvisano di arrivi inaspettati; quando il sipario si apre la scena pensata da Laura Benzi ci rivela subito la cogenza dell’introduzione, siamo proprio in campagna, davanti ad una villa della campagna emiliana (nome d’invenzione Fasolara), a far ombra, nel buio pesto della notte, ci pensa la luna.
- Anfitrione
- Tito Maccio Plauto
- Sergio Pierattini
- Filippo Dini
- Gigio Alberti
- Barbora Bobulova
- Antonio Catania
- giovanni esposito
- Valerio Santoro
- Valeria Angelozzi
- Laura Benzi
- Alessandro Lai
- Pasquale Mari
- Arturo Annecchino
- Pino Le Pera
- La Pirandelliana
- Fondazione Teatro della Toscana
- Teatro Comunale Luca Ronconi Gubbio
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- Rita Pagnozzi
- Il Pickwick
Intorno al 1290 circa Rodolfo il Glabro, da non confondere con l’omonimo autore delle Cronache dell’anno Mille, pubblicò un interessante e curioso libro titolato Historia de Nemine. In quest’opera l’autore racconta la storia di Nemo, ossia Nessuno, personaggio a cui era possibile ciò che agli altri era negato. Rodolfo infatti con un semplice gioco di parole e dando nuovo senso ad alcuni versetti biblici quali Nemo propheta in patria o Nemo deum vidit, rendeva il suo protagonista capace di ciò che era ritenuto impossibile.
- Valzer per un mentalista
- Davide Calabrese
- Marco Lorenzi
- Vanni De Luca
- Andrea Germani
- Romina Colbasso
- Eleonora Diana
- Giorgio Tedesco
- Yuri D'Agostino
- Teatro Stabile del Friuli
- Trieste
- Cronache dell'anno Mille
- Historia de Nemine
- Franco Però
- Madelein G
- Simone Di Luca
- Shakespeare
- Fabio Vagnarelli
- Politeama Rossetti
- Sala Bartoli
- teatro
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- Enrico Pastore
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- Valentina Sperlì
- Il giardino dei ciliegi
- Bruno Stori
- Anton Čechov
- Petra Valentini
- Alessandro Serra
- Valeria Bonazza
- Arianna Aloi
- Donata Feroldi
- Andrea Bartolomeo
- Leonardo Capuano
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- Marta Cortellazzo Wiel
- Massimiliano Donato
- Sardegna Teatro
- Chiara Michelini
- Accademia Perduta
- Felice Montervino
- teatro stabile del veneto
- Fabio Monti
- Massimiliano Poli
- TPE Teatro Piemonte Europa
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- Compagnia Teatropersona
- Triennale Teatro Milano
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- Angelo Maria Ripellino
- Fausto Malcovati
- teatro
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Sulla necessità dell'ascolto: l'“Antigone” di Civica
Written by Enrico PastoreAntigone, ultima fatica registica di Massimiliano Civica, si presenta al pubblico come l’antico dio Proteo così come appare a Menelao nell’Odissea: un insidioso coacervo di immagini che solo se tenuto ben saldo a terra, e dopo aver resistito a tutte le trasformazioni e metamorfosi, dirà la verità. Apparentemente semplice nel suo manifestarsi eppure piena di molte possibili chiavi di lettura.
- Antigone
- Sofocle
- Massimiliano Civica
- oscar de summa
- Monica Demuru
- Monica Piseddu
- Francesco Rotelli
- Marcello Sambati
- Daniela Salernitano
- Gianni Staropoli
- Paola Tintinelli
- Elena Rosa
- Duccio Burberi
- Orestea
- Il Partigiano Johnny
- Beppe Fenoglio
- Repubblica di Salò
- Brigate Garibaldi
- Armunia residenze artistiche
- Manifatture Digitali Cinema Prato
- Fondazione Sistema Toscana
- Teatro Astra Torino
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- teatro
- Enrico Pastore
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Albino e Plautilla in una serata buia e tempestosa
Written by Lia AuriosoGià la locandina, con uno Stanlio malizioso en travesti d’epoca e un Ollio homo burbero, pronto a farsi beffeggiare, fa intuire una serata deliziosa e maliziosa, di quella malizia libertina possibile nel Settecento, fatta di travestimenti e innocenti raggiri messi in atto per conquistare l’amata o l’amato, per abbindolare il marito geloso e il padrone sciocco o per conquistare quello ricco, secondo i canoni dell'antica commedia all’italiana dal plot ingenuo e dall’happy ending.
- Albino e Plautilla
- Leonardo Vinci
- Angela Di Maso
- Massimo Finelli
- Gaia Petrone
- José Povedano Ruiz
- bruno leone
- Talenti Vulcanici Ensamble
- Stefano Demicheli
- Giusi Giustiniano
- Francesco D'Antuono
- Paologiovanni Maione
- Napoli e Venezia nel Settecento, due capitali dello spettacolo
- Fondazione Pietà de' Turchini
- Universit Ca' Foscari
- Fondazione Giorgio Cini
- Silla Dittatore
- intermezzo buffo
- Nicola Antonio Porpora
- teatro
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- Lia Aurioso
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Fuoco cammina con me: il “Mangiafoco” di Roberto Latini
Written by Enrico PastoreElias Canetti diceva che le immagini sono “una via verso la realtà [...], sono reti, quel che vi appare è la pesca che rimane”. Il libro da cui è tratta questa breve citazione è Il frutto del fuoco, un’opera che curiosamente trova risonanze curiose e interessanti con l’ultimo lavoro di Roberto Latini Mangiafoco.
- Mangiafoco
- roberto latini
- Elena Bucci
- Marco Manchisi
- Savino Paparella
- Stella Piccioni
- Marco Sgrosso
- marco vergani
- Max Mugnai
- Gianluca Misiti
- Marco Rossi
- Gianluca Sbicca
- Masiar Pasquali
- Piccolo Teatro di Milano Teatro d'Europa
- Compagnia Lombardi Tiezzi
- Fondazione Matera Basilicata 2019
- Associazione Basilicata 1799
- Città delle 100 scale Festival
- Consorzio Teatri Uniti di Basilicata
- Elias Canetti
- Il frutto del fuoco
- Le avventure di Pinocchio
- Carmelo Bene
- Luigi Comencini
- Maurizio Cattelan
- Casa di bambola
- Enrico V
- Teatro Il Piccolo di Milano
- Studio Melato
- recensioni
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- Enrico Pastore
- Il Pickwick
La resa in scena a firma di Andrea Baracco del samizdat capolavoro di Bulgakov è magistrale in quanto riesce nell’impervia impresa di trasfeire in toto il realismo magico dell’opera originale, nel teatro, che è arte del reale, realtà vivente e vivida, materia che respira insieme a noi, a pochi passi, tutto il realismo magico dell’opera madre. Come Berlioz subirà, inerme, il fascino da stupor mundi del misterioso Messere, Woland, fino a perderci, letteralmente, la testa, così a noi non rimarrà che rimettere gli occhi nelle orbite per riaverci della grandeur di uno spettacolo che non fa sconti, e da cui nessuno rimanere scontento.
- Il Maestro e Margherita
- Michail Afanas'evič Bulgakov
- Letizia Russo
- Andrea Baracco
- Michele Riondino
- Francesco Bonomo
- Federica Rosellini
- Giordano Agrusta
- Carolina Balucani
- Caterina Fiocchetti
- Michele nani
- Alessandro Pezzali
- Francesco Bolo Rossini
- Diego Sepe
- Oskar Winiarski
- Marta Crisolini Malatesta
- Simone De Angelis
- Giacomo Vezzani
- Maria Teresa Berardelli
- Teatro Stabile dell'Umbria
- Brunello Cucinelli
- Guido Mencari
- Baz Lurmann
- Ugo Tognazzi
- KGB
- Zbigniew Rybczynski
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Il palcoscenico è ingombro di oggetti, ne risulta un arredamento soffocante. Sulla parete di fondo, sulla destra, vi è un calciobalilla a cui Marcello sta giocando da solo, un po’ nervosamente mentre il pubblico sta ancora prendendo posto il platea. Più avanti c’è una chaise longue e un piccolo tavolino su cui vi è una scacchiera. Sulla sinistra, al limite del proscenio, un tavolo alto con due alte sedie, mentre poco più indietro troneggia un bel frigorifero di marca Smeg, nero lucente.
C’era una volta un dottore, Dr. Nest, che mise piede a Villa Blanca, una casa di cura per malati di mente e di cuore (nel senso più romantico del termine), e quando ne uscì non fu più lo stesso.
- Dr Nest
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Galeotto fu il benessere e colui che lo porse
Written by Roberto CirilloI grandi maestri del racconto breve sono pochi, e recenti. Se uno è Carver, l’altro, probabilmente, è Dürrenmatt. Dürrenmatt, infatti, lo si ricorda per alcuni dei più perfetti, ben ingegnati, racconti brevi che ci sia dato leggere, fra i quali meritano di essere citati, perlomeno, il rashomoniano Il lamento della Pizia e Il Minotauro.
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“È lo spettacolo più bello del mondo, mamma, il più bello il più bello”. Una bambina saltella nel foyer dopo i settantacinque minuti di danza e racconto de La mia vita d’artista. “Allora anch’io posso fare tante cose” aggiunge emozionata, articolando le parole in modo un po’ stentato. Carla Fracci le passa accanto, come una piccola nuvola bianca, e le sorride uscendo dal teatro defilata, senza preoccuparsi di esser riconosciuta.
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