“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Extra

Extra La locanda delle chiacchiere

«Il viaggio s’arresta in una locanda: scoppietta la fiamma, una musica dice il suo tono, il bisbiglio di voci vi domina legando i tavoli ai tavoli, gli uomini agli uomini. È qui che i racconti s’incontrano».

Friday, 15 May 2020 00:00

InFLOencer: la soluzione alternativa

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“Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria” diceva Dante. E come al solito aveva ragione. A me capita la sera, dopo aver lavato i piatti e i denti, quando mi affaccio alla finestra e, pensando ai concerti, ai palchi e ai viaggi insieme ai miei musicisti, mi prende una malinconia infinita. Tuttavia, da perfetta masochista, non mi assento mai a questo appuntamento con la storia e qualche sera fa, facendo zapping tra i ricordi, ho ritrovato alcuni fotogrammi assurdi che credevo rimossi.

Per la trentaduesima intervista de Lo stato delle cose andiamo in Sardegna per incontrare Valentino Mannias. Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.
Valentino Mannias si è formato alla Civica Scuola di Teatro ‘Paolo Grassi’ di Milano. Nel 2015 ha vinto il Premio Hystrio come migliore attore. Nel 2018 è stato selezionato per l’Ecole des Maîtres (a guida Thiago Rodrigues). Collabora con Sardegna Teatro che sta producendo la sua Orestea.

Per la trentaduesima intervista incontriamo una giovane danzatrice: Sara Pischedda. Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

Monday, 11 May 2020 00:00

La pianta mangiona

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Agata camminava per strada con la testa immersa nei suoi pensieri, un flusso di coscienza difficile da fermare e racchiudere in un concetto di senso compiuto. C’erano tante cose da riorganizzare. Aveva da poco finito il trasloco e la casa era ancora un accumulo di scatoloni che la guardavano quasi implorando di essere aperti e sistemati.

Per la trentunesima intervista incontriamo la coreografa, autrice, danzatrice Cristina Kristal Rizzo, une delle personalità più poliedriche della nostra danza. Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

Friday, 08 May 2020 00:00

InFLOencer: lunga vita ai piacioni

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In questo articolo non è stata mai usata l’espressione “L’amore ai tempi del Corona”, andate tranquilli. Marquez nella tomba si è già rivoltato parecchio ultimamente. Qui siamo sul genere “Signorina Cuorinfranti” – che poi era un uomo – quando dal New York Post rispondeva ai malati d’amore. Legittimo o fedifrago, tra congiunti e disgiunti, che stava per nascere o stava alla frutta, l’amore in quarantena si è prodotto in numerose combinazioni, che per brevità sintetizzo in quattro gruppi esemplari.

Per la trentesima intervista per Lo stato delle cose incontriamo due giovani autori Caroline Baglioni e Michelangelo Bellani. Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

MIA MARTINI


I

Diamantino limpido sincero
tu, almeno: terso.
Temevo non ci fossi,
scioccamente ti pensavo impossibile.
Come sei vero, invece.
Gente intorno mi chiamava illusa,
gente matta invidiosa.
Non sa che sei cielo, universo;
altra cosa da lei, altra specie.


II

In questa agonia a cui mi hai costretto,
attesa perpetua disattesa:
mio male, e malinconia.
Eppure vedi, aspetto, sono qui.
Voce sperata, il passo sulle scale,
obolo di presenza, carezza di pensiero.
Piccola come sono, pronta
a baciare persino la tua assenza,
l’eco del minuetto
che concedi alla mia croce.


III

Infine arriva, atteso,
il giorno triste dell’addio,
mio uomo minimo
che facevo grande.
Invece tanto fragile e cialtrone
mi sei crollato addosso invertebrato.
Posso, devo, voglio confessarti
(in questa nostra ultima occasione)
che è stato solo un grosso malinteso.





PATTY PRAVO



I

Dovessi perderti,
dovessi per ipotesi restare sola
(col cuore spaesato, con la stessa paura
di un bambino svegliato da un incubo):
me ne starei comunque
a custodire il mio bene,
il mio orfano amore.
Lo farei crescere con la cura
che si deve a una causa persa,
a una parola promessa.


II

Cosa potrebbe capitare,
se decidessi
di rifarmi viva…
Tutt’al più un non saluto,
tacita indifferenza, tremito
impudico delle dita:
o arriveresti allo sputo?
Abusiva presenza al tuo cospetto;
meglio evitare,
Eccellenza.


III

Potenza del ricordo.
Ruvida la tua giacca
mi pungeva la guancia
nell’abbraccio, noi due
appoggiati alla macchina ferma.
“Camminiamo un po’”, dicevi.
Ma eri il tu di allora
o il lui di adesso?
Che idea folle replicare
il momento con uno che non sei.
La mia guancia
sulla sua giacca ruvida:
se suggerisce “Camminiamo, vuoi?”,
io taccio.





ORNELLA VANONI


I

Le luci, le macchine,
la sera che arriva.
Vetrine schizzate di pioggia
mi vedono riflessa, esitante
da ore.
Non verrai più, ho sbagliato
anche oggi ad aspettare.
Speranza che mi muore tra le dita,
mia vita sottomessa.


II

In giornate come questa
ti vengono in mente cose strane,
se tenti un bilancio che non quadra.
Fai il conto di perdite e ricavi
elenchi esperienze e delusioni
recuperi i tuoi santi e il loro dio.
Via con la testa, non senti mani e piedi,
lasci che vinca la malinconia
della morta
stagione invernale.
Speravi nel domani?
Sì, forse ci speravi,
facendoti del male.


III

Con lei?
Non credo riuscirai a dimenticarmi.
Da me così lontana (ha un altro passo
e un'altra voce; non ti vuole
nemmeno tanto bene).
Già ti vedo, titubante a scusarti
se ti sbagli e la chiami col mio nome,
confondi date musiche parole.
“Sono dettagli e non sostanza”
le dirai. Che scusa atroce.





Queste poesie sono un omaggio a tre Signore della nostra canzone: Mia Martini, Patty Pravo, Ornella Vanoni.
I versi citati sono tratti dai seguenti testi:
Minuetto, Almeno tu nell’universo, Piccolo uomo
Se perdo te
, Tutt’al più, Pazza idea
L’appuntamento
, Domani è un altro giorno, Dettagli
La silloge fa parte della raccolta inedita Rime e varianti per i miei musicanti.

Ventinovesima intervista per Lo stato delle cose. Questa domenica si va in Emilia Romagna, a Modena, per incontrare Stefano Tè del Teatro dei Venti.
Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

Nel 2008 usciva il settimo disco di Vinicio Capossela dal titolo Da solo. Alcuni lo definirono un déjà-vu, mentre a me è piaciuto. Meno di altri, ma mi è piaciuto. Poi non è che uno può sfornare capolavori come pizze da asporto nella fase due. La canzone simbolo dell’album è Il paradiso dei calzini.

Ventottesima intervista per Lo stato delle cose. In questo appuntamento incontriamo Michele Altamura e Gabriele Paolocà di VicoQuartoMazzini.
Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

Monday, 27 April 2020 00:00

Una vita fuori dagli schemi

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Marco Rovati le ha provate tutte, ma fino a oggi non ce l’ha fatta. Qual era il suo obiettivo, se non uscire dal passaggio stretto della quotidianità che, a suo dire, ha potuto impedirgli di essere sé stesso? In sostanza Marco non solo pretendeva dagli altri rispetto ma, con maggior forza, il riconoscimento della sua diversità. Il che lo ha spinto in un vuoto esistenziale dai contorni sfuggenti. Un susseguirsi di crisi, la prospettiva di successo sempre più lontana. E i rapporti umani a rischio, senza equilibrio. Ne soffriva, Marco.

Per la ventisettesima intervista de Lo stato delle cose incontriamo Daniele Villa di Sotterraneo. Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

Saturday, 25 April 2020 00:00

25 aprile

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O partigiano portati via
Lo sfruttamento e la gerarchia

Né comunismo né capitale
Unica via è l’anarchia

Per la ventiseiesima intervista de Lo stato delle cose incontriamo Carlotta Vitale e Mimmo Conte di Gommalacca Teatro. Lo stato delle cose è, lo ricordiamo, un’indagine volta a comprendere il pensiero di artisti e operatori, sia della danza che del teatro, su alcuni aspetti fondamentali della ricerca scenica. Questa riflessione e ricerca partita lo scorso dicembre crediamo sia ancor più necessaria in questo momento di grave emergenza per prepararsi al momento in cui questa sarà finita e dovremo tutti insieme ricostruire.

il Pickwick

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