“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Saturday, 23 May 2020 00:00

“Non ti pago!”. Un omaggio a Eduardo

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Per omaggiare Eduardo De Filippo, alla vigilia del giorno in cui ricorrono centoventi anni esatti dalla sua nascita (avvenuta il 24 maggio 1900) vi propongo una riflessione su uno dei suoi film più riusciti, se non il migliore in assoluto. Sto parlando di Non ti pago!, diretto da Carlo Ludovico Bragaglia e uscito nelle sale nell’autunno del 1942.

La commedia omonima da cui è tratto il film, composta da Eduardo nel 1940 e rappresentata per la prima volta l’8 dicembre dello stesso anno al Quirino di Roma, costituisce quasi un punto di svolta per i De Filippo, i quali, già riconosciuti dalla critica come superbi attori, non godevano ancora però della medesima considerazione come drammaturghi. Con la rappresentazione di Non ti pago la situazione cominciò a cambiare. Il critico Repaci, ad esempio, scrive in proposito: “Se, sul finire del secondo atto, la rivoltella con la quale scherza, credendola scarica, Procopio Bertolini lasciasse partire il colpo, non avrebbe la pazza cocciutaggine di Ferdinando una pur lecita svolta nel dramma? In questo rasentare una bocca del lupo anche nei momenti di più scoperta comicità è uno dei caratteri fondamentali dell’arte dei De Filippo e la ragione della sua straordinaria presa sul pubblico”.
Il critico cinematografico Enrico Giacovelli definisce il film, il cui soggetto si attiene fedelmente alla commedia, “molto napoletano”: ciò significa che un lavoro cinematografico del genere non avrebbe potuto essere ambientato a Domodossola o a Trezzano sul Naviglio,ma soltanto all’ombra del Vesuvio, nei vicoli e nei quartieri partenopei, lì dove persino la ragione può condurre alle fedi più straordinarie, lì dove persino lo scetticismo è una forma di credulità.
Il protagonista è Ferdinando Quagliuolo (Eduardo), che lavora nel Bancolotto di cui è anche proprietario e che trascorre le notti a scrutare il cielo per ottenere qualche buon numero da giocare. Malgrado tenti la sorte puntualmente ogni settimana, rischiando anche consistenti somme di denaro, l’uomo non riesce mai a vincere nulla, mentre uno dei suoi impiegati, Mario Bertolini (interpretato da un meraviglioso Peppino De Filippo) indovina sempre i numeri estratti. Il giovane impiegato, che tra l’altro aspira alla mano della figlia del suo datore di lavoro, ostenta sfacciatamente le sue vincite, tanto da comperarsi l’appartamento, ubicato sopra la ricevitoria, un tempo appartenente a Quagliuolo. Un giorno Bertolini indovina una quaterna; la combinazione esatta − rivela l’uomo − gli è stata fornita dal padre (ormai defunto) del suo principale, venutogli in sogno. In preda all’invidia e alla collera, Quagliuolo non solo si rifiuta di pagare il compenso all’aspirante genero, ma addirittura si appropria del biglietto della vincita, sostenendo che ci dev’essere necessariamente stato un errore di persona: di certo suo padre voleva favorire lui, ma si è recato da Bertolini credendo che la casa fosse ancora abitata dal figlio. Sicuro di trovarsi dalla parte della ragione Quagliuolo si rivolge persino a un avvocato; ben presto però l’uomo si renderà conto di non poter accampare alcun diritto sul fortunato biglietto, che tornerà in possesso del legittimo proprietario. In un momento di disperazione, quasi a risarcimento dell’onta subita, Quagliuolo esprime un desiderio: supplica la buonanima del padre di colpire Bertolini con una maledizione. La richiesta non resterà inascoltata: ogniqualvolta il povero impiegato andrà a riscuotere la vincita, gli capiterà una disgrazia. Alla fine Bertolini si arrende e decide di cedere il biglietto a Ferdinando. Ma tutto si concluderà per il meglio: il Quagliuolo concederà all’impiegato la mano di sua figlia, la quale porterà il biglietto in dote.
Del film fa parte anche Titina, la signora Concetta, moglie di Quagliuolo, che a differenza del marito vede di buon occhio il fidanzamento della figlia con Mario Bertolini. Un ruolo importante viene affidato a Giorgio De Rege nei panni de “il maestro” (mentre nella commedia teatrale viene chiamato aglietiello), un ometto buffo che asseconda le bizzarrie e le stravaganze di Ferdinando, come il tentativo di interpretare la forma delle nuvole dai tetti di casa. Nel cast anche Paolo Stoppa, l’avvocato Strumillo, vulcanico e opportunista, che sceglierà di assistere legalmente Bertolini anziché Quagliuolo, benché quest’ultimo l’abbia consultato per primo. Il ruolo di Stella, la figlia di Ferdinando, è affidato a Vanna Vanni.
La collaborazione tra i De Filippo e Carlo Ludovico Bragaglia, regista e sceneggiatore del film, prosegue poi con un altro film, Casanova farebbe così!, tratto dalla commedia omonima che Peppino scrisse a quattro mani con Armando Curcio. La pellicola, girata pochi mesi dopo Non ti pago! e uscita nelle sale agli inizi del 1943, non è assolutamente all’altezza della precedente (tra l’altro sconta l’assenza di Titina) ma vanta comunque un fiore all’occhiello: annovera infatti nel cast, con un ruolo secondario, un giovane magrissimo e ossuto che di lì a dodici anni diventerà uno dei più celebri e richiesti attori italiani: Alberto Sordi.
Malgrado il successo riscosso da diverse sue pellicole, alcune anche di notevole spessore, Eduardo (ma lo stesso si potrebbe dire di Titina e Peppino) non si sentirà mai gratificato pienamente dal cinema; a spingerlo a girare i film saranno, per lo più, motivazioni economiche. A tal proposito eloquente è la dichiarazione leggibile nel volume Vita di Eduardo di Maurizio Giammusso: “Sono entrato nel cinema anche per ragioni di soldi e confesso che per i milioni ho molto rispetto”.
Senza dubbio i vertici del proprio estro creativo Eduardo li ha raggiunti − lo sappiamo − a teatro, come drammaturgo, regista, capocomico e interprete; eppure quante emozioni egli è riuscito a regalarci anche attraverso il grande schermo, spesso lavorando al fianco di Titina e Peppino, attraverso la sua attività di sceneggiatura, regia e interpretazione.
Buon compleanno dunque grande maestro... e viva i De Filippo!





Ciak si (ri)gira − Quarant’anni di cinema italiano (1945-1985)
Non ti pago!
sceneggiatura e regia
Carlo Ludovico Bragaglia
soggetto Eduardo De Filippo (tratto dalla commedia omonima)
con Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo, Titina De Filippo, Vanna Vanni, Paolo Stoppa, Giorgio De Rege, Dolores Palumbo, Vasco Creti, Ilaria Marchesini, Rosita Pisano, Margherita Pisano, Lina Marengo, Aristide Garbini, Ernesto Bianchi
fotografia Rodolfo Lombardi
montaggio Gabriele Varriale
musiche Giulio Bonnard
produzione Cines
distribuzione E.N.I.C.
paese Italia
lingua originale italiano, napoletano
colore bianco e nero
anno 1942
durata 72 min.

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