"Quando giocavo negli Stati Uniti abitavo in una casa sul mare, ma non sono mai riuscito a farmi una nuotata: lungo il tragitto c'era un bar".
“Un dolore autentico, indiscutibile, è capace di rendere talvolta serio e forte, sia pure per poco tempo, anche un uomo fenomenalmente leggero; non solo, ma per un dolore vero, sincero, anche gli imbecilli son diventati qualche volta intelligenti, pure, ben inteso, per qualche tempo”.
"Il teatro, e l'opera d'arte in genere, può essere e perciò deve essere l'indefettibile strumento per la scoperta e la enunciazione della verità. Il teatro ci rende consapevoli del bene e del male detergendo dal suo belletto il volto della menzogna, smascherando la vita".
"Non dimenticare che il teatro può essere fatto male senza che il pubblico se ne accorga, a prima vista. Se ne accorge sempre dentro, nel tempo, nel peso di ciò che gli resta nel cuore o nel cervello, ma non sempre nell'attimo dell'applauso, e noi sappiamo che basta tanto poco, per ottenere un applauso, un consenso. È una delle grandi possibilità di essere disonesti nel nostro lavoro senza che nessuno lo sappia".
"Così languisco e mi sazio, giorno dopo giorno, o divorando tutto, o di tutto privo".
"Segnale portentoso, la cometa annuncia catastrofi".
"Gesù muore, muore, e quando la vita comincia ad abbandonarlo, all'improvviso, il cielo sopra il suo capo si spalanca e appare Dio, vestito come sulla barca, e la sua voce risuona per tutta la terra, Tu sei il mio diletto figlio, in te ho riposto la mia gratificazione. Allora Gesù capì di essere stato portato all'inganno come si conduce l'agnello al sacrificio, che la sua vita era destinata a questa morte, fin dal principio e, ripensando al fiume di sangue e di sofferenza che sarebbe nato spargendosi per tutta la terra, esclamò rivolto al cielo, dove Dio sorrideva, Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto".
"A me non mi piace. Ma guardate un poco, mi deve piacere per forza?"
"Se il teatro è in crisi anche la critica drammatica è in crisi. La miglior prova ne è il fatto che il critico continua a parlare come se la sua opinione potesse avere un'influenza effettiva sul corso della vita teatrale da una parte, sul gusto del pubblico dall'altra, mentre sa benissimo che così non è: che la sua opinione vale per alcune persone, il tempo che dura la lettura di un articolo e tutto si ferma lì".