Davide De Filippo - Anita Laudando
Una speranza possibile in una mostra impossibile
È nella bella cornice napoletana del convento di San Domenico Maggiore (dove il domenicano Bruno si formò), tra le copie messe a disposizione nella cosiddetta Mostra Impossibile dei capolavori di Leonardo, Raffaello e Caravaggio (digitalizzate sì, ma fedeli per dimensioni e tratti a quelle originali), che l’Associazione Culturale NarteA ripropone la storia dei “no” di Giordano Bruno. Quei “no” che − anche se rischiosi − van detti, per difendere la dignità di quell'atto eccezionale che si chiama pensare, o meglio ancora, pensare indipendentemente dalle opinioni comuni, le quali potremmo il più delle volte ricondurre ad una precisa e sottile logica di condizionamento mentale: uno dei tanti nomi più o meno sofisticati con cui si può chiamare la schiavitù.