“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Davide De Filippo - Anita Laudando

Una speranza possibile in una mostra impossibile

È nella bella cornice napoletana del convento di San Domenico Maggiore (dove il domenicano Bruno si formò), tra le copie messe a disposizione nella cosiddetta Mostra Impossibile dei capolavori di Leonardo, Raffaello e Caravaggio (digitalizzate sì, ma fedeli per dimensioni e tratti a quelle originali), che l’Associazione Culturale NarteA ripropone la storia dei “no” di Giordano Bruno. Quei “no” che − anche se rischiosi − van detti, per difendere la dignità di quell'atto eccezionale che si chiama pensare, o meglio ancora, pensare indipendentemente dalle opinioni comuni, le quali potremmo il più delle volte ricondurre ad una precisa e sottile logica di condizionamento mentale: uno dei tanti nomi più o meno sofisticati con cui si può chiamare la schiavitù.

il Pickwick

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