“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Tuesday, 05 January 2016 00:00

ART. 3.0: AutoRiTratto di Giancarlo Muzzolon

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Ad ottobre ero a Venezia. Già gli ultimi chilometri di ferrovia mi sembravano particolarmente suggestivi per non parlare della cattedrale che ti si stampa in faccia uscendo dalla stazione. Venezia è unica e passando in ogni vicolo sembra di sentir sussurrare storie. Potresti immaginare di incontrare qualcuno che si nega, respirare l’aria delle calli dove vive uno dei tuoi sogni virtuali o sperare di incontrare, perdendosi in un vicolo senza sfondo, una dama di altri tempi celata da una maschera di raffinata bellezza. Guardando i quadri di Muzzolon si ricrea questa atmosfera, ci si proietta in una situazione già vissuta di cui si riconoscono i suoni, l’odore del forno, lo sguardo di un passante che non è passato per caso, di quella persona che ci ha sfiorati senza dire una parola. Sogni che si avverano, progetti che si realizzano, trame tessute ad arte proprio come la mappa di una città che tra terra ed acqua nasconde il cielo. Muzzolon ci offre scorci dai colori vivaci e invitanti.

Una finestra che si apre sull’acqua, un varco possibile dove pensavamo di non voler accedere, una serratura antica e logora come uno scrigno dell’isola del tesoro, un cancello impreziosito dalle mani di abili artigiani ad indicare un luogo segreto dove forse una castellana attende il suo amante. Sono i dettagli che fanno la differenza. I panni appesi come richiami al gondoliere, come messaggi in codice che solo lui potrà cogliere mentre traghetta turisti distratti. Una vita segreta nella vita reale, il tempo inutile che diventa necessario. Parafrasando Calvino: “Dipingere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto”.
Laureato in Lettere Moderne a Torino, Giancarlo Muzzolon nel 2005 consegue il Diploma in stumentazione presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Coltiva nel frattempo la pittura, generalmente a olio, ma talvolta utilizza acquarelli o acrilici. L’artista ama intensamente, percorre ogni canale come se fosse unico, ricerca nel dettaglio la sintesi del tutto e per questo lo conosce intimamente. Ogni incontro è nuovo inizio, ogni scoperta è rigenerante. Fedele all’amore più che all’oggetto dello stesso potremmo dire all’artista: “Ama, ama follemente, ama più che puoi. E se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente” (Shakespeare).
Di lui scrive Enzo Fabiani, in Segno e colore (Giorgio Mondadori & Associati, 1992): "Pittore figurativo, ha sviluppato una propria ricerca artistica. La sua attività espositiva comprende varie personali e collettive di rilievo. C'è in questa pittura il palpito di una realtà spesso semplice e sempre amata, e c'è anche un preciso incanto dovuto a un'ottima tecnica. Ricorda certi chiaristi (De Rocchi, ad esempio), ma anche certe finestre e finestrelle che si vedono negli affreschi quattrocenteschi, oppure in quelli barocchi: secondo il soggetto".

Quando ti sei accorto di voler essere un artista?                        
Quando frequentavo la scuola media, tutto è nato grazie alla mia insegnante di disegno.

Quali sono i passaggi fondamentali della tua evoluzione artistica?
Inizialmente, oltre alla pittura, mi sono dedicato alla musica classica e per una ventina d’anni ho diretto la Fisaorchestra della Valle d’Aosta. I passaggi fondamentali della mia evoluzione pittorica si potrebbero racchiudere in un elenco di date precise iniziando dal 1985 quando a Milano, alla Galleria Eustachi mi è stato conferito il diploma di merito. Sempre nel 1985 a San Giorgio su Legnano ho partecipato all’8° Premio di Pittura “M. Comerio”. Nel 1988 ho ricevuto la Targa d’argento al 'Premio Arte' 1988 di G. Mondadori. Tra le altre date importanti arriviamo al 2013 dove a Berlino ho esposto presso la Reuss Galerie: BERLIN4 e sempre nello stesso anno, a Benevento, all’interno del "Premio Internazionale Iside" mi è stato conferito il quarto premio.
Di grande importanza nel mio cammino sono stati gli eventi del 2014, dove sono passato da Londra a Verona e poi Padova. A Padova ho partecipato a La triveneta delle arti, alla Biennale Internazionale del Quadro e della Scultura, alla Fiera Arte Padova e alla Biennale Europea dell’Arte. Il 2015 invece l’ho concluso con una Mostra Tour in Russia passando da San Pietroburgo, Volgograd, Mosca e Krasnodar.

Hai dei modelli a cui ti sei ispirato?                                                
I miei pittori di riferimento sono gli impressionisti e i postimpressionisti.
Carla D’Aquino Mineo scrive: “... le visioni sognanti che evocano il gusto di un’arte pittorica ottocentesca impressionista, da Cèzanne a Monet evidenziano la vibrazione di luce nel variare dell’atmosfera, in cui i dati figurali mostrano un’alta sintesi coloristica e formale, dove le morbide pennellate dal caldo cromatismo di tradizione veneta sono distribuite sulla tela con sciolta libertà espressiva, ricreando profondità prospettiche nell’illusione ottica della luce che determina immagini d’alta poesia”.
Inoltre ho imparato a dipingere grazie allo studio dei manuali del pittore José M. Parramon.

Cosa pensi del mercato dell'arte, quali sono i limiti e quali le potenzialità?
Attualmente il mercato dell’arte è in forte declino, a causa della crisi economica e del generale decadimento della cultura artistica.

Se tu potessi suggerire un'idea per valorizzare gli artisti contemporanei cosa suggeriresti?
Bisognerebbe diffondere l’idea che l’acquisto delle opere d’arte non deve essere un investimento, ma deve mirare al possesso della bellezza artistica e ai sentimenti che essa può suscitare.

Qual è l'opera tua a cui sei più legato e perché?
Venezia viva, per i colori, le luci e le ombre, la profondità e per il fatto che Venezia in particolare − e il Veneto in generale − per me sono una delle massime fonti di ispirazione.
Carla D’Aquino Mineo ne scrive così: “Il suggestivo paesaggio campestre e veneto, la sua laguna è un aspetto nel fascino del reale che distingue la splendida arte pittorica del Maestro Giancarlo Muzzolon dove il colore dai toni patinati d’antico, tra gli azzurri turchesi ed i rosati smorzati si posa liricamente sul mondo visibile dell’artista con un costante studio per gli effetti della luce sull’acqua, svelando antiche vedute veneziane, immagini nei riflessi speculari della laguna in una trasognata interpretazione della realtà”.

Se potessi scegliere, dove vorresti esporre e perché e in quale periodo dell'anno?
A Venezia, dalla primavera fino a settembre, per il motivo sopra indicato.

Secondo te si può vivere di arte in Italia?
Penso di no.

Nel processo di crescita e nel tentativo di affermazione e diffusione del proprio lavoro quali sono le difficoltà che, più spesso, incontra un artista?
Partecipare ad esposizioni collettive e organizzare mostre personali comporta costi molto elevati, anche perché i galleristi, dato che vendere i dipinti è sempre più difficile, cercano di guadagnare dagli artisti. Nel caso di mostre collettive, soprattutto all’estero, c’è pure il rischio che i dipinti non vengano esposti.

 

     

 

Art 3.0 − AutoRiTratti
Giancarlo Muzzolon
in collaborazione con
Accademia dei Sensi
elenco opere nelle immagini
Sul ponte di Bassano ci daremo la mano, Finestra fiorita, Vita a Venezia, Venezia viva, Una misteriosa porta verde
website
www.equilibriarte.org/site/giancarlomuzzolon
              www.gigarte.com/giancarlomuzzolon
              Giancarlo Muzzolon - Galleria Virtuale        
              Pagina Facebook dell'artista

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