Arte L'officina delle arti
«…E, rimasto solo nell’officina, m’accorsi che quelle forme e figure di marmi o colori presero a fissarmi. Me ne impressionai, al punto da darmi quasi alla fuga. Poi, nel silenzio, compresi che chiedevano soltanto di essere raccontate».
Nel più remoto e organizzato dei musei contemporanei del nostro Paese, si è realizzato quasi un sogno, un evento straordinario. La modernità spesso specchio nullo del tempo e visione pessimistica della quotidianità, esprime questa volta il suo aspetto più chiaro, realistico ed affascinante. E lo fa su una tematica saccheggiata divinamente nel corso dei secoli dell’arte con risultati immensi: il paesaggio.
- Perduti nel Paesaggio
- Lost in Landscape
- Museo MART Rovereto
- Gerardo Moquero
- Plank
- Agenzia Spaziale Europea
- Big Bang
- Marina Abramovic
- Stromboli
- Vandy Rattana
- Bomb Pond Series
- paesaggio cambogiano
- Guerra del Vietnam
- Rula Halawani
- New Gates to Heaven
- Richard Mosse
- mostra fotografica
- Luca del Vaglio
- Il Pickwick
"Epifanie": il laboratorio irregolare di Antonio Biasucci
Written by Roberta AndolfoIn questo stesso istante, fra le scabre mura del castello nato dal ventre più vivo della sua stessa città, si incontrano l’intimità e la condivisione, lo sguardo verso il dentro ed il fuori, le scalpitanti miriadi di segni e l’unicità di ogni singola immagine. Qui prende vita il primo progetto per un “laboratorio irregolare” di fotografia, dove innanzitutto si accoglie e sostiene l’urgenza di conoscere se stessi, di produrre materialmente il risultato della propria personale indagine. E si tratta di un’urgenza della scoperta protratta nel tempo, estesa all’infinito, nella ripetizione della spontanea ritualità del gesto primordiale: quello della ricerca. Si percorre e ripercorre il cammino costruito, nell’alternanza fra visioni e reazioni emotive e poi ancora nuove visioni nate da quelle reazioni, e nuove reazioni, fino ad arrivare alla distillazione di un succo che sia il più possibile puro, eloquente nella sua stessa essenza.
- Epifanie
- Antonio Biasucci
- Antonello Scotti
- Ilaria Abbiento
- Fulvio Ambrosio
- Chiara Arturo
- Giuliana Calomino
- Cristina Cusani
- Susy D'Urzo
- Luigi Grassi
- Claudia Mozzillo
- Sala Prigioni
- castel dell'ovo
- fotografia
- laboratorio irregolare
- fotografia e teatro
- Antonio Neiwiller
- LAB
- scena teatrale
- giovani fotografi
- Roberta Andolfo
- Il Pickwick
L’Umbria ama Steve McCurry.
Fotografo statunitense, classe 1950, vincitore di alcuni dei più importanti premi del settore – tra cui il "National Press Photographers Award" e il "World Press Photo" − è diventato famoso grazie al celebre scatto intitolato La ragazza afgana.
- Sensational Umbria
- Steve McCurry
- World Press Photo
- National Press Photographers Award
- Palazzo delle Esposizioni Perugia
- La ragazza afgana
- Ex Fatebenefratelli Perugia
- Museo Palazzo della Penna
- Umbria Jazz
- Festival dei Due Mondi
- Joseph Beuys
- Alberto Burri
- Rocca Paolina
- mostra fotografica
- Eleonora Cesaretti
- Il Pickwick
Come una vela nera nel riflesso della luce: Mark Rothko
Written by Rosella Ricci del Manso“Il sentire che sentiamo, il vedere che vediamo, non è pensiero di vedere e di sentire, ma visione, sentire, esperienza muta di un senso muto”.
(Maurice Merleau-Ponty da Memorie di cieco. L’autoritratto e altre rovine di Jacques Derrida, Abscondita edizioni, 2003)
“Le forme sono sospese in un equilibrio precario, sempre sull’orlo della rottura. La violenza è l’humus dei miei quadri e l’unico equilibrio possibile è quello precario che precede l’istante del disastro. Rimango sempre sorpreso nel sentire che i miei dipinti comunicano un’impressione di pace. In realtà sono una lacerazione. Nascono dalla violenza”.
(Mark Rothko, Scritti, Abscondita edizioni, 2002)
- Come una vela nera nel riflesso della luce
- Mark Rothko
- Rosella Ricci del Manso
- Il Pickwick
- arte
- Arte contemporanea
- Maurice MerleauPonty
- Jacques Derrida
- Edith Sachar
- Mell Beistle
- Vittorino Andreoli
- John de Menil
- Dominique de Menil
- Rothko Chapel
- Tate Gallery
- Riccardo Venturi
- Wislava Szymborska
- Abscondita
- Electa
Rock.
Rock. Una parola che è diventata davvero facile da pronunciare, a volte anche a sproposito.
Le prime volte in cui è stata pronunciata molti dei lettori non erano manco nati: erano gli anni '50 e un ragazzo biondino, un po’ stile Cicciobello, ondeggiava con i suoi completi e la sua banana cotonata. Era la nascita del King, del re del rock: Elvis the Pelvis.
Eppure col passare del tempo il termine rock, o meglio, la musica rock, è riuscita ad oltrepassare i confini del suono e della voce per arrivare a diventare qualcosa di molto più significativo e imperituro: iconografia, modus vivendi.
- Rock!4
- Elvis Presley
- Kurt Cobain
- Velvet Underground
- Lou Reed
- That's All Right, Mama
- Bill Haley & His Comets
- Rolling Stones
- Keith Richards
- Chuck Berry
- Pete Best
- Beatles
- Roger Taylor
- Duran Duran
- Ian Paice
- Deep Purple
- Rock Around the Clock
- rock'n roll
- Hanno ucciso Candy Candy
- Rock Fantasy
- U2
- Bob Dylan
- Marillion
- Carmine Aymone
- Michelangelo Iossa
- Enzo Troiano
- Pino Rinaldi
- Paolo Ongaro
- Luigi Siniscalchi
- Lino Vairetti
- Osanna
- Scorpions
- Uli Roth
- Elettra Marconi
- Massimo Troisi
- Guido Harari
- PAN Palazzo delle Arti Napoli
- Jimi Hendrix
- Mark Wilkinson
- Grazia Gala
- Il Pickwick
All’alba d’un Sole invernale (1901) così intenso da scaldarci il sentiero, si apre il viaggio lungo la via umana ed artistica del Maestro. Sin dal principio capiamo che si tratta di tutta un’altra storia. Non una storia fauve, non postimpressionista né espressionista e neanche simbolista. Eppure è un componimento d’arte che dentro di sé arde di tutti questi mondi con serenità, che cammina lungo un suo percorso tenendoli per mano, sino ad approdare alla creazione di qualcosa di unico, le cui eredità perdurano ed incidono ancora nella nostra società.
- Vassily Kandinsky
- Collezione del Centre Pompidou
- Palazzo Reale Milano
- Sole invernale
- Vita Policroma
- Il parco di SaintCloud, viale ombreggiato
- Claude Monet
- astrattismo
- postimpressionismo
- fauve
- Jugend
- Bauhaus
- Walter Gropius
- Giallo, Rosso, Blu
- Nel grigio
- Accento in rosa
- Blu cielo
- Piccoli mondi
- Franz Marc
- Der Blaue Reiter
- Delauney
- Joan Mirò
- Lo spirituale nell'arte
- Roberta Andolfo
- Il Pickwick
“L’inizio consiste nel riconoscimento dei nessi. Ci si renderà conto sempre più chiaramente che non esistono problemi ‘speciali’ che possano essere riconosciuti o risolti isolatamente, poiché in definitiva tutte le cose sono connesse e dipendono l’una dall’altra”. Parole di Vassilly Kandinsky, il padre dell’Astrattismo contemporaneo, il genio pittorico che nel suo itinere cromatico, attraverserà la materia, fino a superarla, sovvertendo secolari dettami d’arte. Una sorta di manifesto della splendida mostra che invade Palazzo Reale di Milano con le sue ottanta meravigliose opere provenienti dalla collezione parigina del Centre Pompidou. La sua carriera, i suoi maestri, la sua travolgente crescita in un’epoca così difficile e affascinante; la vita, le influenze, le drastiche scelte di un inguaribile astrattista.
A Elisa Foti Rossito
che tu possa essere la mia Carrington o la mia Varo.
I confini non hanno più importanza.
A proposito di Remedios Varo e Lenora Carrington, due pittrici di epoca surrealista, il poeta messicano Octavio Paz scrive:
"Vi sono in Messico due streghe stregate: non hanno mai ascoltato voci d’elogio o di biasimo, di scuole o di partiti e molte volte hanno riso del padrone senza faccia. Indifferenti alla morale sociale, all’estetica e al prezzo, Leonora Carrington e Remedios Varo attraversano la nostra città con un’aria di indicibile e ineffabile leggerezza. Dove andranno? Dove le chiama l’immaginazione e la passione…".
- Remedios Varo
- Leonora Carrington
- surrealismo
- Messico
- Janet Kaplan
- Susan Aberth
- Diego Sileo
- Elizabeth Chadwick
- dialogo artistico e spirituale
- Il cornetto acustico
- mitologia
- alchimia
- astrologia
- Pittura
- Ignoto
- figure femminili
- Creazione dei raggi astrali
- Armonia
- realtà folklorica
- tradizione celtica
- Baby Giant
- Giù in fondo
- tensione spirituale
- Jennifer Poli
- Il Pickwick
Volti che attraversano artisticamente un secolo irto di contraddizioni, sofferenze e angosce; volti testimoni unici di un’epoca di guerre e speranze, di progresso ed evoluzione; volti immersi in cento anni di storia sociale, culturale, economica che hanno cambiato la nostra vita, per sempre.
Volti creati dai più grandi profeti del pennello del secolo scorso, quel secolo che ha rappresentato cangiamenti, trasformazioni, in un mondo sempre più drammatica esteriorità, sempre più trauma, frattura da ciò che era e non sarà.
Istintivamente, un essere umano ha la sensazione che ogni cosa da lui osservata abbia iniziato ad esistere nel preciso istante in cui egli ha preso ad osservarla. Non siamo da subito in grado di astrarre da noi stessi, di renderci conto che un’infinità di esistenze e di essenze danzano intorno a noi, lontano dai nostri corpi, al di là della nostra coscienza e consapevolezza. Dopo poco tale verità viene metabolizzata. Si ha per questo, puntualmente, l’impressione di essere colpiti da una sorta di epifania ogni qual volta le vibrazioni di altre energie, di altri tratti d’esistenza, riescono ad arrivare quel tanto che basta sotto la membrana della nostra pelle, stabilendo così un contatto che non si cancella mai, neanche quando di quello stesso contatto si è ormai persa la memoria.
“Ho una vita assolutamente meravigliosa. Io non faccio niente. Non ho mai dovuto lavorare per vivere. […] Si fa pittura perché si vuole essere, per così dire, liberi. Non si vuole andare tutte le mattine in fabbrica”
(Marcel Duchamp)
Il superamento dell’aspetto estetico dell’arte ha messo alle porte il sentimento del Bello, quel bello che piace universalmente, senza che sia sottomesso ad alcuna interpretazione ausiliaria, vissuto spontaneamente come bello, direbbe Kant. Il mondo delle idee si è fatto strada nella storia dell’arte, diventando fondamento non solo per la creazione ma finanche per la comprensione dell’opera d’arte, relegando l’aspetto esecutivo e materiale ad un ruolo secondario, talvolta persino trascurabile.
È Munch, il vate dell’Espressionismo, il pittore che precorre il nuovo fare pittorico, l’uomo inquieto che squarcia il Novecento; il genio che urla le sue sofferenze, i suoi profondi dolori, che sovverte per sempre l’ispirazione pittorica, frutto non più di una risultante del contatto empirico della realtà, ma parto devastante delle paure, delle sofferenze, delle angosce interiori.
Il quadernaccio di Sam Weller (n. 13): CorpoTerra di Francesca Leone
Written by Delio SalottoloSam Weller non poteva mancare a questo appuntamento, la mostra di Francesca Leone, figlia dell’immenso Sergio Leone. Certo, Sam Weller non si aspettava di trovarsi di fronte a opere di tale potenza visiva e di tale capacità emotiva, ma, se si tratta di questo, all’estensore del quadernaccio piace sempre essere stupito.
Il quadernaccio di Sam Weller (n. 12): La forza silenziosa di Liu Xia
Written by Delio SalottoloSam Weller lo sapeva che non doveva recarsi all'inaugurazione del Festival del Cinema dei Diritti Umani e questo perché, anche se può sembrare strano data la sua nota mitezza, Sam Weller ha un rapporto molto particolare e complesso, a tratti realmente "feroce", con tutte le varie forme che assumono l'umanismo e i diritti umani nella modernità e cioè da circa un paio di secoli o poco più a questa parte. Qualcosa come l'orticaria o ancor di più quegli stizzosi colpi di tosse allergici che infuocano la gola.
Nel 1867 Giovanni Boldini giunge en touriste a Parigi, considerata come un forte polo di attrazione da un gran numero di artisti europei desiderosi di conoscere lo splendore della Ville Lumière. Boldini, come altri artisti italiani − tra i quali ricordiamo De Nittis e Modigliani − rimane folgorato dell’irresistibile charme della città, dai suoi caffè, dalle sue luci serali, dai suoi cabaret − mirabilmente immortalati da Toulouse-Lautrec − dalla sua frenetica ed elegante mondanità.