Così ora di tutto il mio essere
non resta che poco:
una stella di neuroni.
Ecco perché mi trovo qui ad orbitare
(in rotazione martellante)
attorno al mio asse o diametro d’odio.
E circondato da giorni rimasti lontano
all’orizzonte murato (cioè la finestra)
d’una stanza (la mia)
inscritta nel buio,
vortico frastornato nella mia notte infinita
(o magari... solo inconcludente).
Come un bimbo già torpido di rancore,
sono esploso all’ennesimo insulto,
per collassare, lo vedi,
sul sistema nervoso (ovvio: è il mio nucleo...).
Published in
La fucina delle scritture