“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 07 November 2016 00:00

Marcello Cinque in mostra alla DAFNA Home Gallery

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La luminosità delle pareti esposte al chiarore esterno grazie alla monumentale portafinestra che si apre sul terrazzo dello storico palazzo dei principi Albertini di Cimitile, esalta la levità delle opere in gommaspugna, e ad un tempo il contrasto fra l’ariosità dello spazio e le densità dei nuclei formali addensatisi a ridosso delle pareti, ma che rimangono sospesi a dialogare con il vuoto. Del resto molte delle creazioni, aderenti a quell’estetica che si realizza a metà strada fra arte e design, si plasmano sul modello strutturale delle forme animali del bestiario marino, di cui è qui esempio perfetto lo squalo.

In tal modo le pinne o i bracci di un organismo ispirato alla flora subacquea possono invadere parte dello spazio circostante dando l’impressione di fluttuare ancora in liquido; un escamotage che, insieme alla colorazione monocromatica satura e caratterizzante ogni pezzo, va a riscaldare e vivificare quell’impressione altrimenti troppo vicina al placido concettualismo che pure una forma del genere, essenziale nella sua interezza ed isolata dalle restanti, suggerirebbe. Così il colore, come il peculiare materiale creato dall’artista, è componente primaria dell’opera, parte integrante dell’espressione creativa che, in un’atmosfera “ludico-scientifica”, gioca un ruolo fondamentale, sposandosi ad esempio all’oscurità che spontaneamente si collega alla riflessione sul misterioso corpo del buco nero, come due spirali riunite in un centro ristretto a guisa di un’irregolare clessidra.
Il compenetrarsi della tinta (è presente anche un tono molto vicino al blu Klein che tanto affascina, ancora oggi e trasversalmente, il mondo dell’arte, insieme ad un rosso corallino in quella sorta di ganglio neuronale formato dalla medusa) e della struttura, materializza la forma tramite un serrato avvolgersi di fasci di gommaspugna piuttosto sottili, i quali nelle varie parti costitutive dell’oggetto si aggomitolano su sé stessi inanellandosi ed evidenziando la volumetria movimentata di ognuna delle forme, progettate da Marcello Cinque per funzionare anche al di fuori di un’esposizione, fra gli altri elementi della realtà, come nel caso della bianca barca posta nella zona centrale della stanza, la quale è stata fatta scorrere effettivamente sull’acqua di mare. L’immaginario fantasioso che si traduce in elaborazione tecnica, nell’unione degli elementi presentati, fa della mostra un tipo di resoconto di idee e pensieri traducibili in uno spazio abitabile, purché vi sia sempre una distanza data dall’intervallo continuo con l’ambiente circostante, in modo che le componenti apparse si inseriscano nella concretezza dell’esistente e si misurino nell’interazione anche soltanto ottica con gli altri schemi visivi e le altre forme più o meno tangibili. L’“entourage” formato dall’oggettistica e dall’aria circostante queste forme in mostra è perciò incisivo tanto lo sono le opere su di esso, e contribuisce a rendere più evidenti di altre alcune delle valenze obbiettive di ogni pezzo, a seconda delle caratteristiche del luogo prescelto, naturalmente sempre diverse, che si tratti di una galleria parigina, di una home gallery, come in questo caso, o di un’altra location.
Il senso di queste strutture è dunque, più fortemente che altrove, legato al punto di vista che si assume nel guardare ad esse, con la possibilità di riferirsi a ciascuna di queste ultime come ad un organismo unico, a sé stante o come ad un’installazione ambientale, se non proprio site-specific, sicuramente equilibrata, come dicevamo prima, dalle presenze inanimate che la circondano e dal tipo di dimensione che si è naturalmente o appositamente venuta a creare. In ogni caso il dato astratto e quello più strettamente riferito ad una forma riconoscibile, i quali convivono o prevalgono l’uno sull’altra nelle varie opere, vengono letti all’unisono, continuando a suggerire diverse qualità estetiche in relazione al differente grado di contestualizzazione.

 

 

 

Marcello Cinque
DAFNA Home Gallery
Napoli, dal 27 ottobre al 27 novembre 2016

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