“Simone Weil muore nel sonno il 24 agosto 1943. Dal suo letto del sanatorio di Ashford, fuori Londra, aveva fatto in tempo a vedere attraverso i vetri della finestra i ciliegi con i frutti appena nati ai suoi rami, e lo aveva raccontato per lettera ai suoi genitori. Non siate ingrati verso le cose belle. − gli scrisse − Godete di esse, sentendo che durante ogni secondo in cui godete di loro, io sono con voi. Dovunque c'è una cosa bella, ditevi che ci sono anch'io”.
“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”
Mario Luzi |