tu, iride che allude
agli elementi della chimica,
ad un patto d’amicizia
che comprenda addirittura
la materia inanimata
e garantisca allora una salvezza
più omogenea al mondo che hai creato;
tu, sovrapposizione quantica
d’umanità e divinità,
ma anche dei miracoli possibili;
tu, che della singolarità natale ed iniziale,
sei simbolo vivente,
perché l’intero cosmo
si è incarnato in te;
tu svelami (ne son degno?)
se siamo noi la parusia
(quelli destinati
a compiere la sistole
dell’immenso abbraccio).
Nella transizione dal Vecchio al Nuovo,
non t’hanno più chiamato
Signore degli eserciti:
infatti la croce è la diastole.
E il tuo cuore,
che sulla cima del Calvario
infine s’è squarciato
per un infarto del miocardio,
da qualcuno è ritenuto
il ritorno del battesimo.
Ma io dico... del big bang.
Tu, che ristabilisci l’alleanza originaria
(sì, quella con Noè);
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La fucina delle scritture