“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Wednesday, 04 June 2014 00:00

Uomini o burattini?

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Ti vedrò?
Non ti vedrò?
A me importa
soltanto il tuo amore.
Hai sempre il riso di allora?
e quel cuore?

Il poeta è una testa di rapa. Povero, vestito con un sacco, come uno spaventapasseri che passa la notte di fronte alla luna. Sogna. Chissà perché beve. Lui sogna la donna che ama, donna Rosita testa di legno e corpo di stoffa. Proprio da un sogno è nata lei. È lui che l’ha inventata e vive nel piccolo mondo del teatrino di burattini. Ma il teatro, quel piccolo mondo di sogni, non è del poeta quanto del direttore. Col grosso pancione e il taccuino per i conti sta lì a calcolare quanto si può guadagnare con la storia del cattivo don Cristobal e della bella Rosita.
Suvvia, si dia una ripulita che noi in sala abbiamo già preso posto e bisogna che lo spettacolo cominci.
Il teatrino dei burattini è al centro del palco, azzurro e pieno di disegni di facce che si muovono in città, ha un siparietto rosso che si apre tirando una funicella dorata. Il cattivo Don Cristobal si alza con voce da tuono. Il poeta e il direttore restano seduti al lato ad assistere e ad occuparsi degli effetti sonori. Sembrerebbe che sotto le assi del palcoscenico ci sia una burattinaio gigante che con la sua enorme mano muove il pupazzo. Invece no. Don Cristobal è un attore in carne ed ossa, così come tutti gli altri burattini. Le loro mani di pezza, le voci e soprattutto i movimenti che compiono fanno dello spettacolo che mettono in scena qualcosa di ancora più magico che se ci fosse un vero gigante sotto il palco. Appaiono in scena sempre da sotto. Sono in quattro e viene da chiedersi dove mai si nascondino se il loro corpo non si ripiega come la stoffa. Si azzuffano, battono la testa, si prendono a bastonate, tengono lo sguardo fisso e le braccia rigide, tornano velocissimi a nascondersi sotto quando hanno finito la loro scena. Don Cristobal si lancia addirittura in caduta facendoci saltare sulla poltrona. L’assenza della ribaltina e delle parti in legno dei corpi è colmata dai colpi che batte il poeta. Uno per ogni testata o manata.
Nelle vicende del teatrino, il vecchio e burbero Don Cristobal compra Donna Rosita per averla in sposa. La giovinetta, però, continua a frequentare di nascosto altri uomini: un torero, un ballerino, il pittore Salvador Dalì. Senza rendersene conto rimane incinta di cinque figli. Chi mai sarà il padre? Tra amori, tradimenti, violenza e sangue procede ad ogni replica la vita dei burattini. Se solo potessero uscire dalla scatola dove vengono riposti ogni sera e potessero vedere davvero il mondo, pensa il poeta, forse Don Cristobal non sarebbe così cattivo e Donna Rosita… oh Donna Rosita è l’amore! Ma certe storie piacciono al pubblico e riempiono le tasche del direttore.
Gli 'Imprenditori di Sogni' ci regalano un’ora di poesia e magica allegria. Lo spettacolo, scritto da Federico Garcia Lorca e diretto da Marcella Vitiello, è pieno di colori. Li avvertiamo con gli occhi ma anche con le orecchie. Non soltanto i colori dei bellissimi costumi e del trucco, quelli del teatrino e delle luci che cambiano continuamente l’atmosfera ma anche i colori della musica che ci accompagna lungo lo spettacolo, delle canzoni divertenti, delle voci così poco umane, delle parole del poeta che creano in noi le immagini di ciò che non vediamo, come la luna. In platea restiamo incantati come dovrebbe accadere di fronte ad ogni spettacolo e non importa quanti anni abbiamo, non siamo mai troppo grandi per certi burattini.
Quando il sipario si chiude tra gli applausi, mentre ci chiediamo se vediamo per davvero il mondo per quello che è o se non siamo realmente chiusi in una scatola ridotti ad interpretare ognuno il proprio ruolo, penso ad una cosa solamente: vorrei che lo spettacolo non fosse finito, che fosse uno scherzo e il direttore col taccuino ci richiamasse: “Signori Continuiamo!”

 

 

 

Il teatrino di Don Cristobal
di
Federico Garcia Lorca
regia Marcella Vitiello
aiuto regia Marco Serra
con Patrizia Di Martino, Niko Mucci, Marcella Vitiello, Francesco Saverio Esposito, Sara Missaglia, Fabio Balsamo
scene Anna Seno
musiche Niko Mucci, Luca Toller
costumi Federica Amato
grafica Daniela Molisso
produzione Imprenditori di Sogni
durata 1h
Napoli, Nuovo Teatro Sanità, 31 maggio
in scena dal 30 maggio al 1° giugno

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