Musica La camera dei suoni
«Di lato, nascosta, una camera dalla quale provenivano suoni squillanti come di trombe, fagotti, zampogne e sonagli, tamburi, xilofoni misti ad armoniche, cetre, viole, violini e violoncelli. Un fracasso per qualcuno; per qualcuno una melodia celestiale».
Quando a inizio anni Zero toccò anche a me ascoltare The Director’s Cut (Ipecat, 2001) dei Fantômas io in parte già sapevo a cosa andavo incontro perché a fine anni Novanta mi era già toccato ascoltare Amenaza al Mundo/Fantômas (Ipecac, 1998). La prima volta coi Fantômas fu un misto di sgomento e fastidio, etichettai l’album – nell’intimità, sia chiaro, che in giro si parlava di capolavoro –come “inascoltabile” e passai oltre; la musica indie, ai tempi, ci concedeva svariati momenti siffatti, di subitaneo stupore, e c’era tanto e tanto che starci dietro imponeva di essere ingiustamente selettivi.
- Calibro 35
- live
- Duel:Beat
- ovvero la barba di Tomás Milián
- Antonio Russo De Vivo
- Il Pickwick
- musica
- concerto
- Indie
- Folk
- jazz
- Prog
- Fantômas
- The Director’s Cut
- Agnano
- SuoNa
- barba
- tempi glabri
- Er Monnezza
- The Godfather
- Enrico Gabrielli
- Massimo Martellotta
- Fabio Rondanini
- Luca Cavina
- Tommaso Colliva
- satori
- Jack Kerouac
- Totò
- Ufficio K
Prosegue al Teatro Trianon la rassegna indipendente per la valorizzazione della musica campana Palco Libero. Anche per la sesta serata, di scena martedì primo aprile, come di consueto, si sono alternate sul palco quattro band tra emergenti e formazioni già più o meno note al pubblico napoletano. Con uguale consuetudine, anche in questa occasione Palco Libero riesce a scovare talenti e portarli alla ribalta in un contesto di assoluto pregio.
Un carillon colpevole di ogni cosa, una band di Philadelphia e la fissazione per le scarpe
Written by Andrea AngelinoIl mondo della musica, visto con gli occhi della critica, è qualcosa di assolutamente particolare e particolareggiato. Esso si compone di una serie di termini tecnici e complessi, per natura, ed etimologicamente bislacchi. È il caso dello Shoegaze, letteralmente guardarsi le scarpe che a sua volta dovrebbe rimandare ad una tendenza di stare sul palco volutamente distaccata ed introspettiva. La realtà, crudele, nel riportarci a sé, ci dice invece che i musicisti orbitanti nell’universo Shoegaze erano molto meno introspettivi di come la critica tutta volesse far intendere. Si perché quei musicisti non facevano altro che porre attenzione alle pedaliere che erano li sul palco per consentire di riprodurre numerosi effetti sonori, primo tra tutti il Feedback.
Continua a far bella mostra di sé, al Godot Art Bistrot, la nuova scena britannica che rinverdisce i fasti del suono indie di fine anni Ottanta-inizi Novanta, quel movimento che spaziava tra la psichedelica più ipnotica e underground, i riverberi fuzz del garage americano, il minimalismo melodico d’impronta velvetiana e l’attitudine esecutiva, fra il timido e l’annoiato, di guardarsi le scarpe mentre si suonava (anche per non inciampare tra gli innumerevoli pedali per gli effetti).
- Dead Rabbits
- Southampton
- Fuzz Club Records
- Flower Power Records
- Thomas Hayes
- Neil Atkinson
- Susanne Sims
- Paul Seymour
- Colin Fox
- Lee Boss
- Telescopes
- Underground Youth
- Time Is Your Only Enemy
- The Ticket That Explosed
- Where I Go
- PIL
- Joy Division
- Ian Curtis
- New Order
- Southern Death Cult
- Sisters of Mercy
- Cure
- Jesus & Mary Chain
- shoegaze
- peichedelia
- garage
- Indie rock
- postpunk
- dark
- Godot Art Bistrot
- avellino
- Antonio Cataldo
- Il Pickwick
Ci deve essere qualcosa di assolutamente misterico dietro la composizione di un album. Qualcosa che va oltre le variabili che possono essere indicate come tecnica, fantasia e capacità di scrittura. Qualcosa di non dissimile da un processo alchemico. Una sintesi superiore di elementi che si combinano senza lasciare che nessuno degli stessi svanisca in maniera completa.
- Il Volto Verde
- Il Segno del Comando
- Black Widow Records
- Diego Banchero
- Maethelyiah
- Davide Bruzzi
- Roberto Lucanato
- Maurizio Pustinaz
- sala di registrazione
- Dark Prog
- progressive
- Musica dark
- Mercy
- Der Golem
- Claudio Simonetti
- Goblin
- Gianni Leone
- Il Balletto Di Bronzo
- Martin Grice
- Delirium
- Freddy Delirio
- Sophya Baccini
- Gustav Meyrink
- Golem
- viaggio allucinato
- Progressive Rock
- Giorgio Cesare Neri
- Fernando Cherchi
- Andrea Angelino
- Il Pickwick
Ps.: materiale altamente ironico, maneggiare con cura.
Chi di voi non si è mai trovato – anche solo mentalmente – in un ménage à trois?
Be’, questa cosa da ciovani può essere allettante ma vi garantisco che più passa il tempo più è difficile rapportarsi con se stessi e il proprio corpo figuriamoci se si aggiungono secondini e terzini in campo. Un papocchio che non vi dico, insomma un fuoco di paglia destinato a spegnersi con il primo cedimento di giovinezza.
Mi sono imbattuta in lui in un giorno qualunque, perché sempre nei giorni qualunque accadono i fatti straordinari. Gli incantesimi. Come spesso capita quando ci troviamo al cospetto dei geni, quelli che hanno parole che ti attraversano e quando ti alzi dalla sedia non sei proprio più la stessa di prima; quando hai la sensazione infantile di aver scovato un tesoro, ma lo hai scoperto solo tu ed il mondo ne è insospettabilmente all’oscuro e sta a te divulgarlo per salvare l’umanità; quando a sedici anni mi venne a trovare Montaigne, con i suoi Saggi, o a trenta Marquez o a quaranta Tolstoj (in realtà Tolstoj era passato anche prima, ma evidentemente non avevo sentito bene). Insomma. Quando ti chiedi, incredula: “Ma come avrò fatto a vivere prima, ignara e ignava?”.
- Francesco De Gregori
- Renoir
- Ti leggo nel pensiero
- Atlantide
- Sempre e per sempre
- Falso movimento
- La storia siamo noi
- bene
- Generale
- La leva calcistica della classe '68
- Radio Italia
- cantautorato italiano
- Il bandito e il campione
- Vecchi amici
- Anna dai capelli rossi
- Natale
- Lev Tolstoj
- Montaigne
- Gabriel Garcìa Marquez
- Valeria Ruotolo
- Il Pickwick
Atteso ritorno ad Avellino quello di Gareth Dickson, cantautore di Glasgow giunto per la prima volta in terra d’Irpinia lo scorso luglio in occasione della rassegna La bella estate, tenutasi al Carcere Borbonico. Il concerto ebbe un positivo riscontro, e così, trovandosi in Italia per una nuova tournée, il Nostro ha accettato l’invito a suonare di nuovo in città, questa volta al Godot Art Bistrot.
Palco libero al Trianon è una rassegna indipendente per la valorizzazione della musica e dei musicisti campani. Lo storico teatro di Piazza Calenda offre il suo palco a gruppi musicali di ogni genere, mettendo a loro disposizione una strumentazione ed una acustica fuori dal comune per band abituate, per lo più, a contesti molto meno professionali. La seconda serata di questa interessante iniziativa ha visto alternarsi sul palco quattro formazioni: David Green, Concetto Etico, Melt! e Stella Diana.
Da tempo declinare al femminile la figura del "direttore d’orchestra" è sempre meno un’eccezione. Al San Carlo di Napoli, alla guida dell’orchestra del Massimo napoletano, ritorna dopo due anni la giovane direttrice d’orchestra sudcoreana Han-Na Chang, già acclamata violoncellista, allieva del leggendario Mstislav Rostropovich e di Mischa Maisky. Al suo fianco, nel Concerto n. 1 in la minore per violoncello e orchestra op. 33 di Camille Saint-Saëns, il violoncellista statunitense Lynn Harrell, ospite delle principali istituzioni musicali mondiali e partner musicale di artisti del calibro di Anne Sophie Mutter, Itzhak Perlman, Vladimir Aškenazi, André Previn.
Nella magnifica sala del San Carlo iniziano a dipanarsi le sinuose melodie di Claude Debussy.
- Han Na Chang
- Lynn Harrell
- Teatro di San Carlo
- Claude Debussy
- Prelude à l’aprèsmidi d’un faune
- Camille SaintSaëns
- Concerto n 1 in la minore per violoncello e orchestra op 33
- Richard Strauss
- Vita d’Eroe
- Fryderyk Chopin
- Mstislav Rostropovich
- Zarathustra
- Don Juan
- Vladimir Aškenazi
- Salomè
- Der Rosenkavalier
- Impressionismo musicale
- Ludwig
- Il Pickwick
Ricordare un grande direttore d’orchestra a pochi giorni dalla scomparsa senza rischiare di impantanarsi in rievocazioni agiografiche o, peggio, retoriche è impresa difficile. Ma se si tratta di Claudio Abbado – che dell’antiretorica ha fatto il tratto distintivo della propria arte interpretativa e della propria vita – ripudiare qualsiasi tentazione vanamente celebrativa costituisce un imperativo categorico.
Tra i più grandi direttori d'orchestra del secolo scorso, Claudio Abbado.
- Claudio Abbado
- Wolfgang Amadeus Mozart
- Ludwig van Beethoven
- Gioacchino Rossini
- Alban Marie Johannes Berg
- Arnold Schoenberg
- Modest Petrovič Musorgskij
- Sergej Sergeevič Prokofiev
- Arturo Toscanini
- Wilhelm Furtwängler
- Herbert von Karajan
- Leonard Bernstein
- Berliner Philarmoniker
- Wiener Philarmoniker
- Teatro alla Scala
- Il barbiere di Siviglia
- La Cenerentola
- L'italiana in Algeri
- Il turco in Italia
- Il viaggio a Reims
- simon boccanegra
- Falstaff
- Giorgio Strehler
- Luca Ronconi
- Damiano Damiani
- Paolo Grassi
- giuseppe verdi
- Mahler Chamber Orchestra
- Gustav Mahler
- Teatro San Carlo
- Il flauto magico
- Boris Godunov
- Amore delle tre melarance
- Ludwig
- Il Pickwick
Tempo cattivo, ma non solo di martedì
Written by Francesco AffortunatoIl giorno nuovo, ultimo lavoro dei Tuesday's Bad Weather, si apre con il suono melodioso di un’arpa: solo un'intro che presto lascia spazio ad una chitarra elettrica di vaga ispirazione “renzulliana” (Litfiba) che fa incetta, abusandone, di e-bow. E ben presto si intuisce che sarà una lunga giornata da affrontare. Il leit-motiv che accompagna tutto il disco è un rock piuttosto ordinario, anacronistico e già sentito, a tratti anche molesto. La sensazione che ne deriva è un leggero fastidio, che genera, più che altro, la speranza che non duri molto.
Un diario intimo, acquerelli di variegate espressioni dell'animo umano; nostalgia, struggimento, rimpianto, disperazione, melanconia, illusioni. La produzione pianistica di Fryderyk Chopin (1810-1849) quale una sussurrata confessione, un monologo sommesso di un’anima pacatamente tormentata, tragicamente sensibile.
Il legame che annoda le sorti del rock italiano a quelle del rock in chiave folk di matrice americana data dalla fine degli Anni '60 e da allora sembra non essersi mai più sciolto. E se per tutto lo stivale “complessi” o più internazionalmente band ricantavano nella lingua di Dante le hit anglo-americane del momento o si ispiravano ad esse, spaziando dal beat al pop al garage (inglobando la nuova moda psichedelica e appropriandosi con la dovuta perizia tecnico-compositiva del progressive) solo in Emila sembra che il verbo del folk, principalmente nella versione dylaniana o byrdsiana, abbia ispirato epigoni di fama e spessore.
- Threelakes
- Flatland Eagles
- Luca Righi
- Lorenzo Cattalani
- Daniele Rossi
- Upupa produzioni
- War Tales
- Igloo Audio Factory
- Lato B
- Andrea Sologni
- Raffaele Marchetti
- Giardini di Mirò
- Bob Corn
- Comaneci
- Gazebo Penguins
- Three in One Gentleman Suit
- Tempelhof
- Bob Dylan
- Will Oldham
- Sixteeen Horsepower
- Okkervil River
- Guccini
- seconda guerra mondiale
- dday
- indiefolk
- Mantova
- Correggio
- Bassa Padana
- Godot Art Bistrot
- avellino
- Antonio Cataldo
- Il Pickwick
Vi è mai capitato di svegliarvi improvvisamente e di non sentirvi più quella persona che poc’anzi dormiva nel vostro letto?
No, non sono impazzita (in realtà secondo me sì, ma il mio analista dice che devo dirvi di no).
Comunque, più avanti capirete il perché.