Io mi ritrovo incastrato nella fila e intanto ascolto il gran Califfo, Califano, che racconta di un carpentiere, un pover’uomo del sottoproletariato romano che patisce la vita e se la gode a stento come tutti quelli né poveri né ricchi (http://www.youtube.com/watch?v=mdpYb21nqpA): lui torna a casa – è venerdì – ammazzato di fatica e s’imbatte in un casino perché la sua donna è pronta per il weekend in montagna. Io sono nel casino, è sabato, ma una botta di culo mi sostiene e lo trovo il posto dove parcheggiare, e veloce mi appresto al gran concerto. Che gente! Mentre a piedi mi incuneo tra i vicoli e le macchine vedo giovani e meno giovani, sento musica a palla urla e risate dalle auto, sono spaventato: questi vogliono spaccare il mondo e proprio stasera!
I compagni al tabacchino mi aspettano gaudenti: da bere per tutti, anche loro hanno tanta e tanta voglia di fare. Il concerto è iniziato, dentro, ma fuori chissenefrega! si beve si fuma si beve si chiacchiera si ride si beve si fuma, che fretta c’è? Io dico che così si fa. Poi dico la verità: nella calca scodinzolante e sculettante mi aspettavo qualcuno con la sigaretta elettronica tra le labbra tipo flauto di Pan e invece no; evidentemente non è trendy, ahimè. A un certo punto si va, mentre il traffico impazza ancora e tanta e tanta gente sta evocando tutti i santi del mondo oppure saggiamente se la ride: “è sabato! verimm’ ‘e nun ce ‘ndussecà!”.
L’Arenile è pieno, come sempre. Fuori vendono hot dog e bibite, strepitano come nei migliori mercati rionali personaggi che a descriverli la macchietta è troppo facile. Quante gonne e quanti tacchi, e camicie e occhiali e cappelli e scarpe buone e tutto lindo e decoroso, è un sacco bello a vedersi, sembra proprio un mondo felice e mi viene in mente L’albero azzurro (http://www.youtube.com/watch?v=PrORGw0yCTU) che prometteva tanto e ha mantenuto poco (lo so che non c’azzecca). Le femmine sono in ghingheri e i maschi pure, c’è speranza di cambiare le sorti dell’universo e di rovesciare le peggiori congiunzioni astrali. Vista così, la vita è veramente bella assai.
Il centro di Bagnoli sta di faccia a noi, quasi sonnolenta, scocciata forse, e tutta ‘sta gente la sopporta a stento. Il centro di Bagnoli c’avrà i tappi nelle orecchie per ignorare questa marmaglia del sabato sera che ha la forza di piegare i cucchiaini a botta di ferormoni. Bagnoli c’ha altro per la testa di questi tempi, altro che non stiamo qui a dire ma un incendio avvenuto a pochi passi dall’Arenile (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/03/04/Napoli-fiamme-Citta-Scienza_8346861.html) si sente ancora nelle viscere e poi si scopre da poco che tutto è infetto e noi camminiamo sull’infetto e sotto di noi davanti a noi dietro di noi è infetto (http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/04/11/Bagnoli-disatro-ambientale-cc-sequestrano-aree_8533648.html), ma nun ce pensamm’ però che è sabato il dì di festa.
I compagni devono comprare ancora i biglietti. Li comprano. Entriamo come attraversando una passerella di luci e di occhi luccicanti ebbri felici. Stasera che sera! Dentro l’Arenile: palme, sdraio, ombrelloni, luci, ombre, gente a beverun’, flash flash flash. A mare una barca si gode il concerto a gratis. Tutto è cominciato da una mezz’ora almeno. Io mi guardo intorno per capire cosa ci facciamo qui e che ci fanno tutte ‘ste creature. Poi viene il momento delle foto. Tra di noi spuntano cellulari di ultima generazione e a turno ci mettiamo in posa e ci stampiamo in faccia il più plastico dei sorrisi. Flash flash flash. Foto con la pala. Viene pure il fotografo dell’Arenile e il cerchio si chiude. Ancora flash. Ancora sorridiamo. E poi qualcuno salta, qualcun altro balla, e si chiacchiera di Napoli Cavani Mazzarri Zuniga scudetto non scudetto e si ride felici e si dice di tutto per non stare a pensarci troppo a certe cose e anche perché è sabato.
E comunque davanti a me la visuale è questa
Guardate bene: quello lì in fondo è Max Gazzè.
Max Gazzè
Sotto Casa Tour 2013
voce e basso Max Gazzè
tastiere Clemente Ferrari
chitarra Giorgio Baldi
batteria Cristiano Micalizzi
Napoli, Arenile, 18 maggio 2013