“Non dimenticare che il teatro può essere fatto male senza che il pubblico se ne accorga, a prima vista. Se ne accorge sempre dentro, nel tempo, nel peso di ciò che gli resta nel cuore o nel cervello, ma non sempre nell'attimo dell'applauso, e noi sappiamo bene che basta poco per ottenere un applauso, un consenso. È una delle grandi possibilità di essere disonesti nel nostro lavoro senza che nessuno lo sappia”.