“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 29 December 2014 00:00

"La Bella Addormentata" al Teatro Bellini: tra tradizione ed innovazione

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Il giorno di Santo Stefano, il Teatro Bellini è pieno di coppie e famigliole che, dopo l’abbondante cibo natalizio, sono entusiaste di riunirsi davanti al palcoscenico che racconterà la storia di Aurora, la Bella Addormentata. La Bella Addormentata di Fredy Franzutti con i suoi bravissimi danzatori del Balletto del Sud è una rivisitazione “sudista” della favola. Il testo a cui fa quindi riferimento il coreografo non è quello favolistico di Charles Perrault ma quello di Giambattista Basile, che narra della storia di una principessa addormentata dai filtri di un incantesimo nel Meridione d’Italia (ne Lo cunto de li cunti).

All’apertura del palco, dopo il lungo preludio musicale, la scena è già veloce, vivace ed ironica: le donne del paese sono tutte felici per la nascita della principessina Aurora e danzano creando interessanti disegni spaziali e coreografici. I nomi dei personaggi sono diversi rispetto alla favola di Perrault: sono più concreti e coerenti con l’ambientazione basiliana. I personaggi dei genitori sono divertenti e gli interpreti davvero bravi, fino alla fine. La storia è ben nota ed a predire una maledizione è la strega Carabosse, interpretata dal bravissimo attore Andrea Sirianni, che provoca molto apprezzamento tra il pubblico.
L’agitarsi del bastone, lanciato contro ciascuna donna del paese, simboleggia il cerchio ineluttabile dell’esistenza, fatta di eventi tra i più svariati a livello di sorte e l’espressività “vocale” del volto rivela una grande maestria attoriale. Il codice di comunicazione è tipico delle convenzioni del balletto e per questo facilmente interpretabile per chi non ne è proprio a digiuno.
Lo stile di danza è prettamente classico ma con varie concessioni all’accademismo che nascono dalle varie esigenze interpretative. Ci sono, comunque, delle cellule coreografiche che si ripetono in stile più neoclassico. Il gruppo degli uomini è eccellente, salti e giri sostenuti; tra le donne, talentuosa e teneramente emozionata la giovane Aurora, morbida e dinamica la madre Silvia, straordinario il padre Roberto nella pulizia tecnica ma soprattutto nelle spiccate doti comiche.
Molto interessanti gli incastri e le intenzioni nella scena del gioco del ruba-bandiera, mentre la piccola sta crescendo. Alla festa del sedicesimo compleanno di Aurora, la maledizione si verifica: non più un ago farà cadere in un sonno mortale la giovane, ma il morso di una tarantola che la strega cattiva, riapparsa, le aveva dato a tradimento in una scatola come dono di compleanno. La curiosità fa giungere Aurora dritta nelle braccia di Morfeo e la fata buona fa addormentare tutta la casa regale. Bellissima la danza dei “tarantolati” prima di svenire nel sonno. Da qui comincia il secondo atto: arriva il principe Ernesto, studioso del fenomeno del tarantismo e la scena da assopita si rianima; egli bacia la giovane fanciulla e si sposano.
Più piatto il secondo atto rispetto ai numerosi colpi di scena che tengono allertato il pubblico nel primo.
Il balletto è un classico della tradizione per cui è sempre bello rivederlo, ma questa rivisitazione è davvero molto vivace ed attualizzata per cui è come se donasse nuova vita ad una storia universale e ripetibile all’infinito.
La colonna sonora firmata da Caikovskij è fenomenale ed anche tutti i danzatori dell’organico, giovani, italiani e non, sono notevoli. Non è stato facile reggere un balletto di due ore con una colonna sonora che impone una forza ed una tensione costanti. Il pubblico ha battuto le mani entusiasta. Forse, l’unica pecca è stata il fatto che ci sono stati alcuni momenti di cambi di scena, eseguiti a sipario aperto ed in buio, che si sono prolungati un po’ troppo, ma credo che la musica li abbia ben accompagnati.
Questi danzatori non sono mostruosi ma precisi, puliti e dinamici, doti fondamentali per essere dei bravi professionisti. Si è letta, soprattutto, molta umanità ed onestà nelle loro danze. Il balletto del Sud è nato su creazione di Fredy Franzutti nel 1995 a Lecce con un repertorio stabilitosi di trentatré spettacoli, alcuni tratti dal repertorio romantico e moderno. Franzutti, inoltre, crea spettacoli anche per il Teatro Bolshoi di Mosca, per il Teatro dell’Opera di Roma ed altri teatri europei, alcuni trasmessi anche in televisione. La sua ricerca è quella di un linguaggio che tenga fede ai canoni etici ed estetici del balletto classico ma si affianchi anche alle esigenze di un pubblico ormai variegato e che ha bisogno di vedere oltre la tradizione.

 

 

 

 

 

 

 

 

La Bella Addormentata
coreografie Fredy Franzutti
musiche Piotr Il’ic Caikovskij
scene Francesco Palma
luci Piero Calò
danzatori Vittoria Pellegrino, Alexander Yakovlev, Alessandro De Ceglia, Federica Resta, Chiara Mazzola, Andrea Sirianni, Martina Minniti, Nicola Lazzaro, Giulia Bresciani, Francesca Bruno, Monica Verì, Nuria Salado Fusté, Amanda Mato, Francesco Rovea, Angelo Egarese, Lorenzo Bernardi, Francesco Cafforio, Eduardo Tixeira
maestri di ballo e ripetitori Roberta Magliaro, Leonardo Velletri
allestimenti Sabina Fracassi, Cristian De Mitri
sartoria Chiara D’Agostino
segreteria artistica Valentina De Vitis, Fabiola Del Coco
segreteria di produzione Gaia Bianca Zuccaio
scenografia Peroni
foto Fabio Serino, Marta Colaci, Francesco Sciolti
produzione Balletto del Sud
durata 2h
Napoli, Teatro Bellini, 26 dicembre 2014
in scena dal 26 al 28 dicembre 2014

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