“La vita come deve si perpetua, dirama in mille rivoli. La madre spezza il pane tra i piccoli, alimenta il fuoco; la giornata scorre piena o uggiosa, arriva un forestiero, parte, cade neve, rischiara o un’acquerugiola di fine inverno soffoca le tinte, impregna scarpe e abiti, fa notte. È poco, d’altro non vi sono segni”

Mario Luzi

Monday, 24 November 2014 00:00

Le banane non sono mai troppe

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Nel foyer proiettano la pubblicità delle banane, quelle col bollino blu e la signorina con il cappello alla Carmen Miranda carico di frutta. La proiezione avviene su una cassetta per la frutta con sopra un casco di banane. In mezzo alla sala, mentre chiacchiera con gli amici, un ragazzo sta mangiando una banana. Ci raggruppiamo, spegniamo i cellulari perché tra poco in sala andrà in scena Banane di Francesco Lagi. Il titolo provoca già un sorriso e tutta l’atmosfera rilassata dell’ingresso lascia intendere che si tratterà di una commedia. All’uscita, seppure divertiti, non ne siamo più tanto sicuri.

Banane è come la scacchiera gialla e nera che il regista ha scelto come pavimento per la sua rappresentazione. È colore e buio.  Più tardi Lagi dirà agli spettatori che, delimitare uno spazio di azione, è buona abitudine della compagnia e che, in questo caso, gli è sembrata efficace l’idea di muovere i suoi personaggi tanto variegati su una scacchiera, rinchiuderli in una forma geometricamente definita.
A Officina Teatro quest’anno ci si può fermare a parlare con attori e registi subito dopo lo spettacolo, chiedere spiegazioni, farsi raccontare aneddoti, complimentarsi. In tanti sono rimasti al termine di Banane e le domande non sono mancate. Lo spettacolo è stato particolare. Le scene erano brevissime, soltanto due o tre minuti, separate l’una dall’altra dallo spegnersi delle luci. “Perché è uno spettacolo teatrale basato su una sceneggiatura di tipo cinematografico. Ciò che, invece, è tipicamente teatrale è l’assoluta mancanza di scenografia, è il gioco che si fa con le cassette della frutta”. Ed è proprio così. All’inizio si fatica un po’a seguire quel continuo accendersi e spegnersi della luce poi ci si abitua al gioco, alla scena vuota che di volta in volta è stazione, casa, spiaggia, automobile. Basta che gli attori spostino nella posizione adatta le cassette, basta a loro muovesi e parlare affinché in noi si accenda la fantasia. Così il pavimento a scacchi è il pavimento della stazione Termini ma è anche una distesa di dune di sabbia, una stanza oppure l’altra.
“Ho scritto pensando a quello che avevamo” continua Lagi.
Teatrodilina ha quattro attori e un cane, Lina. La storia ha quindi cinque personaggi perché anche Lina recita una parte: quella di Pigna, il cane di Max, molto apprezzata per i suoi salti verso i biscottini.
Banane è per tutti un continuo protendersi verso qualcosa. Palma, arrivata dalla Puglia, cerca un lavoro da modella a Roma. Pino e Elio, che l’hanno frequentata in città, cercano di raggiungerla quando lei è ormai tornata a Lecce da un anno. Il viaggio sulle cassette della frutta, che sono una vecchia automobile, fino a trovarla: fa da promoter in un supermercato, sui pattini a rotelle, mentre cerca di fermare i passanti distratti. Max cerca di farsi amare da lei. Vivono insieme ed è riuscito ad avvicinarla dopo quattro anni di tentativi. Pigna cerca di rimanere viva ed è accudita con amore da Max, che si occupa dell’inscatolamento delle banane: un lavoro di responsabilità. Tutti sono attratti da Palma, Pino è attratto anche dall’idea di andarsene dall’Italia e di andare a vivere in Grecia. Nessuno ha tanti soldi in tasca e venti euro sono buoni. I personaggi si avvicinano e si separano proprio come pezzi mossi su una scacchiera, fino a che sono tutti fuori, tutti lontani: Pigna muore, gli amori lunghi o brevissimi finiscono, gli amici si abbandonano.
Questa trama triste, dai toni scuri, è tuttavia piena del colore giallo delle battute e dei modi di fare buffi dei personaggi. Si riesce a trovare il lato comico di situazioni spiacevoli. È ciò che rende belle le commedie, più vere. Niente trovate rocambolesche, niente forzature, si ride della vita così com’è, con i suoi sentimenti contrapposti, le disavventure, le arrabbiature. Tutto funziona alla perfezione. I personaggi, costruiti sugli attori che il regista ha a disposizione, premettono una recitazione naturale e fluida. Tutto sembra vero, proprio come al cinema, anche quando la poltrona è una cassetta per la frutta.
Sono rimasti in tanti a parlare con gli attori e con il regista ed è perché Banane piace e si vuole saperne di più. Fermarsi è far continuare il gioco, scoprirne i trucchi, capire cosa funziona e cosa no. “Non ne avete abbastanza di banane?” chiede uno spettatore, ma sembra proprio che le banane non siano mai troppe.

 

 

 

 

 

 

 

 

Banane
di Francesco Lagi
regia Francesco Lagi
con Francesco Colella, Leonardo Maddalena, Aurora Peres, Mariano Pirrello, Lina
scene Salvo Ingala
suono Giuseppe D'Amato
foto di scena Loris Zambelli, Manuela Giusto
produzione Teatrodilina
lingua italiano
durata 1h
San Leucio (CE), Officina Teatro, 15 novembre 2014
in scena 15 e 16 novembre 2014

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